A CACCIA DELLA VERITA’
La mattina del 22 novembre del 1963 Lee Harvey Oswald, un
megalomane filocomunista (ne abbiamo parlato la settimana scorsa QUI), spara al
presidente John Fitzgerald Kennedy assassinandolo. Poche ore dopo anche lui
sarà assassinato.
L’omicidio del presidente, di un leader tanto amato da
alcuni quanto odiato da altri, scuote l’America e il mondo intero e come sempre
quando accade qualcosa di così importante sono in molti a chiedere chiarimenti,
spiegazioni e verità. Si vuole sapere perché Oswald abbia commesso il fatto, se
abbia agito da solo, perché il sistema di sicurezza di Kennedy abbia fallito e
a chi potrebbe aver giovato l’improvvisa dipartita del presidente. Poi, negli
anni, a causa di speculazioni, testimonianze inventate, teorie fantasiose e
cospirazioni terrificanti quanto inverosimili si crea un guazzabuglio di
indizi, prove e particolari tra i quali orientarsi diventa impossibile a meno
che non si decida di seguire la via delle sensazioni, considerando alcune prove
e scartandone altre, oppure la via del raziocinio mettendo sul tavolo tutte le
prove e leggendo la storia che suggeriscono. Quelle vere, s’intende, non quelle
che non trovano riscontro nei fatti.
In un clima di confusione generale, paura e pressioni
politiche il 29 novembre del 1963 il neopresidente Lyndon B. Johnson istituisce
una commissione di indagine per far luce sui fatti di Dallas, quella che
passerà alla storia come la Commissione Warren, dal nome del presidente della
corte suprema Earl Warren. Dopo 10 mesi di indagini, 522 testimoni ascoltati,
centinaia di ore di nastri registrati e una pila di incartamenti alta come le
Montagne Rocciose (si parla di 50.000 cartelle) la Commissione conclude che Lee
Harvey Oswald ha sparato 3 colpi con un Mannlicher-Carcano, il primo colpo è
andato a vuoto, il secondo ha colpito Kennedy alla schiena e poi fuoriuscendo
dalla gola ha ferito ripetutamente il governatore Connally mentre il terzo ha colpito
Kennedy alla testa. Il pool di legali asserisce che Oswald abbia agito da solo
e, come carico da novanta, fornisce un report impietoso sull’inadeguatezza e la
superficialità del comparto di sicurezza affidato al presidente.
Fine della storia. Caso chiuso.
Nemmeno per sogno. Perché parallelamente al lavoro della commissione altri organi della macchina giudiziaria americana si lanceranno in indagini a tappeto e perfino personaggi isolati cavalcheranno l'onda del sensazionalismo, come vedremo tra poco.
La Commissione Warren lascia aperti parecchi dubbi sui fatti
di Dallas. Nel particolare:
- Come ha fatto Oswald a sparare tre colpi in 5,6 secondi e a centrare due volte il bersaglio con quel fucile antiquato?
- Come aveva fatto Oswald a entrare e uscire dalla Russia così facilmente in un periodo tanto travagliato politicamente parlando?
- Perché l’FBI era tanto interessata a lui?
- Perché il corpo di Kennedy è stato portato via dall’ospedale prima che fosse svolta l’autopsia?
Queste sono le domande principali a cui la prima commissione
non ha dato risposta, ma poi se ne aggiungeranno moltissime altre alcune
scaturite da quella confusione tra prove, testimoni e teorie di cui scrivevo
prima, altre da una testimonianza video della morte di Kennedy: il famoso video
girato da Abraham Zapruder che sin dal marzo del 1975 apre un mondo di scenari
possibili sul triste fatto. Si va dalle analisi acustiche degli spari allo
studio dei movimenti di Kennedy e Connally dopo essere stati colpiti, fino a
ricostruzioni balistiche e scientifiche di ogni piccolo particolare.
La HSCA, acronimo di Commissione scelta dalla Camera dei
Deputati sui casi di assassinio, rigetta le conclusioni della Commissione
Warren e propone una teoria alternativa. L’inchiesta diretta da Warren aveva
prodotto due teorie guida per i fatti di Dallas: la lone gunman theory che
sosteneva il fatto che Oswald avesse agito da solo e la magic bullet theory che
ricostruiva la traiettoria del secondo proiettile sparato dal cecchino che
aveva ferito gravemente Kennedy e poi con una balistica rocambolesca ben cinque
volte Connally. Gli avvocati della HSCA accettano la seconda, ma propongono la
presenza di un secondo cecchino a Dealey Plaza che avrebbe sparato un quarto
proiettile, quello mortale, da una zona rialzata che diventerà poi nota come
collinetta erbosa.
A sostegno di questa ricostruzione ci sono le analisi
acustiche della mattina del 23 novembre e alcune testimonianze che raccontano
di una nuvoletta di fumo che si alzava dalla collinetta. Purtroppo, però, indagini
successive dimostreranno che la forma concava della piazza non permetteva al suono
di propagarsi come avrebbe potuto fare in uno spazio aperto e ciò inficia
moltissimo la percezione dei suoni sicché l’analisi proposta dalla HSCA non
convinse. Inoltre, negli anni delle indagini c’erano numerosi testimoni che
dicevano di aver visto questo o quello e che proprio grazie a queste
testimonianze venivano invitati in talk show e programmi televisivi, salvo poi
contraddirsi nel corso delle varie ospitate e finire per ammettere di essersi
inventati tutto.
Le tesi dell’HSCA non aggiungono nulla di nuovo se non il
fatto di tenere accesi i riflettori su una vicenda che sta generando una serie
di speculazioni senza precedenti. Ed è in questo clima che sale alla ribalta
l’avvocato Jim Garrison.
Nel 1966 Jim Garrison ricopre la carica di procuratore
distrettuale di New Orleans ed era sua forte convinzione che durante il periodo
che Oswald trascorse in questa città avesse avuto contatti con due personaggi
noti della città, al secolo David Ferrie e Clay Shaw.
Garrison ricostruisce i movimenti di Oswald e Ferrie, un
sovversivo eccentrico, e sostiene che quest’ultimo si trovasse a Dallas all’inizio
di novembre del 1963 (ipotesi poi smentita dai controlli sulle liste passeggeri
delle compagnie aeree di zona). Poi, non trovando riscontri probativi la sua
attenzione si sposta sul rispettato uomo d’affari Shaw coinvolgendolo in un’ipotesi
assurda che non riuscirà a dimostrare. Tuttavia mentre è impegnato in questa
direzione Ferrie muore per un aneurisma cerebrale e il prode inquirente sfrutta
la notizia per millantare un possibile omicidio dicendo che Ferrie stesse per
confessare qualcosa. Poi fa arrestare Shaw sostenendo che quest’ultimo insieme
a Oswald e Ferrie abbia ordito e portato a termine l’assassinio di Kennedy
poiché i tre erano omosessuali in cerca di emozioni forti (parole sue). Per tre
anni Garrison va avanti con la sua inchiesta costruendo teorie sempre più
fantasiose senza riuscire mai a dimostrarle, il suo stesso staff comincia a un
certo punto a dubitare della sua stabilità mentale e uno degli investigatori si
licenzia schifato soprattutto dai metodi immorali e illegali utilizzati dal
procuratore: iniezioni di penthotal, interrogatori sotto ipnosi e percosse.
Nel 1971 una corte federale mette fine all’inchiesta di Jim
Garrison obbligandolo a interrompere la persecuzione personale nei confronti di
Clay Shaw che, ormai ammalato e sul lastrico, viene scarcerato e immediatamente
porta Garrison in tribunale accusandolo di abusi e chiedendo danni per milioni
di dollari. Nel 1974, però, prima dell’inizio del processo, Shaw muore a causa
di un cancro. Ma per Garrison è comunque la fine della carriera: allontanato
dal suo incarico non verrà più rieletto e finirà per vedere cospirazioni
ovunque continuando a sostenere di essere stato ostacolato dai poteri forti.
Forse è proprio a lui che si deve l’origine di questa
espressione.
A questo punto occorre squarciare il velo delle ipotesi,
abbandonare la foresta dei ma e dei se e mettere sul tavolo tutte le prove per
ricostruire una storia che sia verosimile, documentata e sostenibile da prove
verificabili. Lo faremo nel prossimo post, che sarà l’ultimo di questa serie e
in quella sede vi fornirò anche l’elenco di tutto il materiale che ho
consultato per scrivere i post.
Alla settimana prossima, buon weekend.
-----------------------> PUNTATA FINALE<-----------------------
Bel lavoro! Ricordavo che nelle indagini fossero state coinvolte altre persone ma avevo delle memorie un po' troppo sparpagliate. Mi hai permesso di fare di nuovo chiarezza. Mi ricordo che le indagini furono "compromesse" anche dalla megalomania di alcuni investigatori e procuratori. Avevo letto da qualche parte che molte anomali furono riscontrate durante il processo quando diversi testimoni furono chiamati a parlare. Questo però magari lo mostrerai nel prossimo post: se così fosse, aspetto con ansia il prossimo capitolo
RispondiEliminaL'idea che mi sono fatto dal materiale che ho consultato è che sia stato fatto tutto con una velocità e un giustizialismo caotico che hanno reso impossibile capire quanto sia frutto di un ragionamento e quanto invece una teoria assurda. Alcuni testimoni oculari dei fatti sono andati in TV per anni a ripetere la stessa storia inventata salvo poi confessare il dolo; c'era anche un poliziotto che è stato considerato per anni la gola profonda in merito alla teoria del complotto governativo, peccato che i verbali dei primi interrogatori dimostrino che quel poliziotto non si trovava nella stanza in cui veniva interrogato Oswald.
EliminaTanta, tanta confusione.
Un secondo cecchino dietro a Oswald..beh, tutto molto plausibile. Soprattutto le domande chiave sono quelle che hai postato.
RispondiEliminaImpossibile che il secondo cecchino fosse un altro "matto".
Dietro a Oswald è impossibile visto che qualcuno lo avrebbe sicuramente notato all'interno del palazzo.
EliminaLe ipotesi sul secondo cecchino si concentrano sulla famosa collinetta erbosa che è stata oggetto di speculazioni per anni e continua ad esserlo e poi anche in svariate posizioni alquanto inverosimili. In X-Files, ad esempio, riprendono l'ipotesi del cecchino dentro a un tombino ai bordi della strada, altre teorie prevedono che il secondo cecchino sia umbrella man (l'uomo con l'ombrello è un caso assurdo) oppure appostati in altri palazzi o dentro la macchina del presidente. Tutte teorie che sono state smentite dalle prove oppure su cui non si è mai trovata una prova certa.
Dietro era in senso figurato!
EliminaAh, ecco. Comunque le ipotesi del conmento di prima sono state avanzate veramente. Da qui il qui pro quo...
EliminaCerto è che di situazioni che hanno contribuito ad alimentare il mito ne sono successe, eh? Oltre all'omicidio immediato di Oswald, per esempio, come riporti in questo post c'è anche l'aneurisma di Ferrie che arriva quasi con un tempismo cinematografico.
RispondiEliminaNon mi resta che aspettare l'ultimo capitolo, quello della verità. O meglio... il più plausibile ;)
La verità assoluta credo non sia proprio raggiungibile, se non altro visto la distanza temporale e geografica del fatto. Però la teoria più plausibile si.
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