[MISTERI] USTICA, IL LATO OSCURO DELL’ITALIA

 


UN MISTERO CHE FA MALE

 

In questa rubrica vi ho parlato di assassini, di teorie cospirative e di misteri storici. Oggi mi tocca scrivere di una storia di cui avevo sentito parlare da piccolo ma sulla quale non avevo mai approfondito finché non visitai un piccolo museo in quel di Bologna, stiamo parlando di quasi 10 anni fa, che ospitava i resti di un’aereo e una serie di documenti che risalgono a un periodo in cui io non ero nemmeno nato e che subito mi provocarono un senso di pelle d’oca e di orrore. Poi feci delle ricerche, guardai dei documentari – bellissimo quello presentato da Carlo Lucarelli nella serie Blu Notte – lessi parecchi articoli dell’epoca e degli anni successivi, molti a firma di Andrea Purgatori la cui esperienza ispirò il film Il muro di gomma di Marco Risi e dopo tutte queste informazioni l’orrore mi ha procurato non poche notti insonni perché a me questi fatti fanno più paura dei film horror.

Oggi vi parlo della strage di Ustica.

Ustica è un’isola che si trova a 62Km dalla costa di Palermo e a meno di 100Km dalle isole Eolie. E’ un sito turistico di notevole bellezza, specialmente per gli amanti del mare e del sole. Dal 1980, però, il suo nome è associato a uno dei più grandi misteri della cronaca italiana, una storia che fa accapponare la pelle e trasforma il ridente paese della pizza e degli spaghetti in qualcosa di più tetro, spaventoso: un paese dove possono accadere cose del genere. Si, ma cosa? Andiamo con ordine.

Alle 20:08 del 27 giugno 1980 l’aeromobile Itavia DC9, volo IH-870, parte dall’aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna con due ore di ritardo rispetto alla tabella di marcia, in direzione Palermo. A bordo, tra passeggeri e personale tecnico ci sono 81 persone. Il volo viene seguito dal radar di Ciampino, addetto al monitoraggio di quella porzione di cielo che accoglie le rotte ambra 14 (fino a Firenze) e poi ambra 13 (fino a Palermo).

Alle 20:26 il radar di Ciampino riceve un segnale confuso quindi chiede al pilota del DC9 di azionare il trasponder per rimandare il segnale di targa (che ogni stazione radio assegna a ogni aereo che segue) e il pilota esegue non capendo bene per quale motivo gli venga comunicato un allineamento di rotta visto che loro erano sempre rimasti allineati con il radiofaro di Firenze.
Alle 20:44 il pilota comunica a Ciampino che da Firenze in poi hanno trovato tutti i radiofari spenti, una cosa insolita. Il DC9 sta sorvolando il lago di Bolsena, è in rotta e perfettamente in orario.
Alle 20:56 l’aereo si trova a sud dell’isola di Ponza, al limite del raggio di azione del radar di Ciampino quindi questi autorizza il pilota a prendere contatto con il radar di Palermo che ne seguirà la discesa per i successivi 25 minuti.
Alle 20:57 il pilota contatta Palermo per un veloce scambio di convenevoli. Il volo procede bene, il tempo è buono, la discesa è serena.
Alle 20:59 il volo Itavia IH-870 sparisce dal radar di Palermo.
Dalle 21:01 i tecnici del radar di Palermo, allarmati per la mancanza del plot del volo IH-870 dai loro schermi chiamano le stazioni radar di Malta, Napoli e Martina Franca per un controllo: niente. Del volo nessuna traccia sui radar.
Alle 21:22 il centro di controllo di Martina Franca avvia le procedure di soccorso. Gli elicotteri si alzano alle 22:00 e  38 minuti dopo sorvolano il tratto di mare corrispondente alle ultime coordinate trasmesse dal trasponder dell’aereo: siamo sui cieli dell’isoletta di Ustica. Niente. Il buio non aiuta.

Poi, alle 5:05 del mattino un elicottero segnala detriti che galleggiano, dopo un paio d’ore viene avvistata una macchia di cherosene sull’acqua e poi oggetti come sedili, salvagente, cuscini.

Intorno alle 9:00 cominciano ad affiorare i corpi.

Il volo IH-870 di Itavia è precipitato in mare. Nessun superstite. Trentotto sono i corpi ripescati e riconosciuti, di tanti altri si hanno solo resti irriconoscibili oppure si sa che sono ancora in fondo al mare.



Perché il DC9 è precipitato?

Il 29 giugno il ministro dei trasporti Formica forma una commissione tecnica presieduta dall’ingegner Carlo Luzzatti, contemporaneamente  la magistratura affida l’inchiesta al sostituto procuratore di Palermo Aldo Guarino e al suo collega di Roma Giorgio Santacroce.

Guarino e Santacroce contattano la Difesa. Ci sono infatti due radar che avrebbero potuto registrare i dati del DC9, quello di Licola (NA) e quello di Marsala (TP). Il primo, vengono avvisati, è manuale e ciò significa che non c’è un database di dati ma un registro cartaceo che però non si trova al momento. Il secondo è automatico ma è stato spento subito dopo l’incidente per una simulazione. E’ la prima battuta d’arresto in quest’inchiesta molto difficile e non sarà nemmeno l’ultima.

L’aeronautica militare italiana nel frattempo ha condotto la sua inchiesta e le sue perizie e il verdetto che propone è la prima teoria ufficiale, sposata da molti, sui fatti di Ustica: cedimento strutturale. Il DC9 era vecchio per cui non ha resistito alle condizioni di volo. Itavia però rigetta quest’ipotesi e si giustifica con i dati dei collaudi e delle manutenzioni che non evidenziavano particolari debolezze strutturali del loro aereo. E poi il comandante Domenico Gatti era un pilota di grande esperienza, difficile anche presuppore l’ipotesi dell’errore umano dovuto alla paura di un guasto.
Poi arriva la conclusione della perizia della commissione Luzzatti ed è scioccante: esplosione in volo. Una bomba, magari portata a bordo da un terrorista oppure un missile che ha intercettato il volo ha fatto esplodere il DC9.
Due teorie, una semplicistica (non semplice eh!) e una pazzesca e potenzialmente causa di incidenti diplomatici. In quei giorni infatti, nonostante la Difesa e l’aeronautica militare italiana si affrettino a dichiarare che non c’erano esercitazioni nei cieli italiani, nel porto di Napoli è ormeggiata la portaerei americana Saratoga, con i radar provvidenzialmente spenti.

La teoria dell’esplosione in volo dovuta a un missile trae forza da un controllo richiesto dal duo Guarino/Santacroce sui tabulati dei radar di Ciampino, un lavoro che è stato effettuato negli Stati Uniti. Un ingegnere aeronautico dopo aver studiato i dati aveva concluso che c’erano due aerei in quel tracciato radar: il primo, il DC9 seguiva la sua rotta, il secondo, sconosciuto, aveva seguito il primo per qualche miglio poi lo aveva superato in velocità, manovra tipica di un caccia da guerra in fase di attacco. Inoltre, tra i relitti ripescati dal luogo dell’incidente ci sono pezzi che non appartengono al DC9, come una sonda meteorologica.



Ma poi, perché un aereo da guerra avrebbe ingaggiato un volo di linea?

Anche la stampa annaspa e non perché non ci siano informazioni ma piuttosto perché – come dice Andrea Purgatori – intorno al caso venne innalzato un muro di gomma che rimbalzava qualsiasi domanda o teoria.

Il 18 luglio, un mese dopo l’incidente di Ustica, due contadini dei dintorni di Crotone allertano le autorità perché hanno visto qualcosa cadere dal cielo e schiantarsi al suolo con un grande fragore. L’area verrà messa sotto sequestro entro poche ore:  l’oggetto caduto è in realtà un Mig23 libico, un’aereo da guerra che non avrebbe dovuto solcare i cieli italiani, ma è l’autopsia condotta sul pilota ad essere alquanto particolare. Il medico legale sottolinea l’avanzatissimo stato di decomposizione del corpo del pilota, datando il momento della morte ad almeno 20 giorni prima. E venti giorni prima siamo approssimativamente ma realisticamente a quel fatidico 28 giugno.

Ma come sempre in questa storia un muro di gomma blocca qualsiasi inchiesta.

Passano 8 anni senza che alle famiglie delle vittime sia data una spiegazione ufficiale e definitiva così queste si costituiscono in associazione e chiedono spiegazioni e azioni all’allora Presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Tra il 1988 e il 1990 verranno varate due spedizioni di ricerca e recupero nel mar Tirreno e verranno così a galla altri resti del DC9 compresa la sua scatola nera, numerosi pezzi che non sono di questo aereo e un serbatoio supplementare che gli esperti diranno appartenere a un caccia da guerra.

Sempre nel 1988 è una telefonata a mettere a rischio il muro di gomma. Durante la trasmissione Telefono Giallo, il conduttore Corrado Augias riceve una telefonata anonima in cui un personaggio misterioso mosso da sentimenti di verità smentisce la versione ufficiale con un terrificante e laconico messaggio: ci fu ordinato di stare zitti.

Da questo momento l’inchiesta, che nel frattempo è passata alla direzione del giudice Rosario Priore, ha nuovi elementi e nuove prove per procedere così si trovano parecchie gole profonde che distruggono il costrutto dell’assenza di attività aerea sul mar Tirreno per quella notte. Erano diverse le stazioni radar in funzione quella notte e anche se in alcune mancano i registri e in altre mancano dai registri sole le pagine della sera del 28 giugno, ci sono le registrazioni fino ad allora ignorate o trovate solo in quel momento che fanno emergere particolari agghiaccianti: militari e controllori di volo parlottano tra loro commentando il disastro appena accaduto oppure facendo una specie di cronaca dei fatti mentre si svolgono sotto i loro occhi increduli e si capisce bene che sul quel tratto di mare c’erano aerei militari francesi, americani e persino italiani, due per la precisione, partiti dalla base di Grosseto e uno di loro a un certo punto ha mandato il segnale di emergenza assoluta alla torre di controllo, per ben due volte.

Bisognerebbe interrogare i piloti di quegli aerei, Mario Naldini e Ivo Nutarelli, ma purtroppo sono morti. Così come sono morti il maresciallo Mario Alberto Dettori, in servizio presso la stazione radar di Poggio Ballone la sera del disastro, e il maresciallo Franco Parisi, di turno al radar di Otranto la sera del 18 luglio. E come sono morte provvidenzialmente molte altre persone che avrebbero potuto offrire testimonianze chiarificatrici.

Qui però ci avventuriamo in un sentiero molto scivoloso quindi rimaniamo sul fatto che, ancora una volta, tutto rallenta e rimbalza contro il muro di gomma.



Perché sono morte 81 persone?

L’ipotesi che rimane fissa in mente dopo aver visionato tutto il materiale è che sulla rotta del DC9 si stesse svolgendo uno scontro fra due caccia militari, uno dei due avrebbe lanciato un missile che avrebbe colpito sia l’avversario sia l’aereo civile vicino al quale si trovava.
Nel tentativo di evitare ogni tipo di responsabilità o di incidente diplomatico esponenti dell’Aeronautica militare italiana avrebbero edulcorato le testimonianze, occultato le prove e mistificato i fatti.

Il 31 agosto del 1999 il giudice Rosario Priore chiede il rinvio a giudizio per alcuni generali dell’Aeronautica militare e per quaranta persone tra ufficiali e sottufficiali: l’accusa è l’aver dichiarato il falso. Anche la Commissione Stragi è convinta che le reticenze, le omissioni e le mistificazioni abbiano inquinato irrimediabilmente il quadro dei fatti di quelle tristissima notte.

Il 26 novembre del 2003 il tribunale di Roma condanna i ministeri dei Trasporti, della Difesa e degli Interni a risarcire Itavia (nel frattempo fallita) per un’ammontare di 108 milioni di euro per essere colpevoli di non aver garantita la sicurezza della via aerea su cui viaggiava il DC9.

Il 28 gennaio del 2013 la Cassazione conferma l’accusa allo Stato Italiano che dovrà risarcire anche le famiglie delle vittime del disastro aereo.

Ulteriori indagini condotte da magistrati indefessi con la collaborazione di testimoni americani e francesi potrebbero portare a nuovi colpi di scena in questa vicenda e a confermare o smentire l’ipotesi sempre più diffusa che il missile sia stato lanciato da un aereo francese e che non si sia fatto abbastanza per scoprire la verità per non creare un problema diplomatico con la Francia.

Per ora quello che sappiamo è che la notte del 28 giugno 1980 81 persone hanno perso la vita forse per il destino beffardo, forse per l'imperizia o l'incoscienza di un pilota e che chi poteva dire la verità e rimetterci il posteriore ha preferito stare zitto e se ha potuto ha usato tutto il suo potere per occultare i fatti.
81 potrebbe sembrare solo un numero ma che succede se metto 81 nomi uno sotto l'altro? Ci rendiamo conto di quante vite sono?


Andres Cinzia (24),
Andres Luigi (32),
Baiamonte Francesco (55),
Bonati Paola (16),
Bonfietti Alberto (37),
Bosco Alberto (41),
Calderone Maria Vincenza (58),
Cammarata Giuseppe (19),
Campanini Arnaldo (45),
Casdia Antonio (32),
Cappellini Antonella (57),
Cerami Giovanni (34),
Croce Maria Grazia (40),
D'Alfonso Francesca (7),
D'Alfonso Salvatore (39),
D'Alfonso Sebastiano (4),
Davì Michele (45),
De Cicco Giuseppe Calogero (28),
De Dominicis Rosa (Allieva Assistente di volo Itavia) (21),
De Lisi Elvira (37),
Di Natale Francesco (2),
Diodato Antonella (7),
Diodato Giuseppe (1),
Diodato Vincenzo (10),
Filippi Giacomo (47),
Fontana Enzo (Copilota Itavia) (32),
Fontana Vito (25),
Fullone Carmela (17),
Fullone Rosario (49),
Gallo Vito (25),
Gatti Domenico (Comandante Pilota Itavia) (44),
Gherardi Guelfo (59),
Greco Antonino (23),
Gruber Berta (55),
Guarano Andrea (37),
Guardì Vincenzo (26),
Guerino Giacomo (19),
Guerra Graziella (27),
Guzzo Rita (30),
Lachina Giuseppe (58),
La Rocca Gaetano (39),
Licata Paolo (71),
Liotta Maria Rosaria (24),
Lupo Francesca (17),
Lupo Giovanna (32),
Manitta Giuseppe (54),
Marchese Claudio (23),
Marfisi Daniela (10),
Marfisi Tiziana (5),
Mazzel Rita Giovanna (37),
Mazzel Erta Dora Erica (48),
Mignani Maria Assunta (30),
Molteni Annino (59),
Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39),
Norrito Guglielmo (37),
Ongari Lorenzo (23),
Papi Paola (39),
Parisi Alessandra (5),
Parrinello Carlo (43),
Parrinello Francesca (49),
Pelliccioni Anna Paola (44),
Pinocchio Antonella (23),
Pinocchio Giovanni (13),
Prestileo Gaetano (36),
Reina Andrea (34),
Reina Giulia (51),
Ronchini Costanzo (34),
Siracusa Marianna (61),
Speciale Maria Elena (55),
Superchi Giuliana (11),
Torres Pierantonio (32),
Tripiciano Giulia Maria Concetta (44)
Ugolini Pierpaolo (33),
Valentini Daniela (29),
Valenza Giuseppe (33),
Venturi Massimo (31),
Volanti Marco (26),
Volpe Maria (48),
Zanetti Alessandro (8),
Zanetti Emanuele (39),
Zanetti Nicola (6).

 

E per ora è tutto gente, buon weekend

Commenti

  1. Più che mistero, lo definirei schifo..
    L'ombrello dell'America, citando Berlinguer e Rino Gaetano, aprendosi sull'Italia, portò tante nefandezze, che la politica di quei tempi copriva impunemente.
    Qui purtroppo ci hanno rimesso la vita 81 persone.
    Comunque è il post che ho più apprezzato di questa sezione e ho letto alcuni dettagli che mi erano sfuggiti.

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    1. Mi fa piacere che ti sia piaciuto. La cronaca italiana mi ha sempre attratto moltissimo anche se in questo caso all'attrazione corrisponde anche una bella dose di orrore e di schifo, come dici tu

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  2. Grazie per questo post, intanto. Quasi ogni anno, sul blog, tento di di tenere viva questa vergogna incredibile. Questa onta impunita, che i Poteri Occulti hanno sempre nascosto. Oltre le 81 vittime, citerei le decine di morti "provvidenziali", come le definisci, che hanno impedito la minima chiarezza, su un qualcosa di terrificante. Un vaso di pandora che scoperchiato per bene, probabilmente, avrebbe creato ancora più caos e crisi infinite, ma che a mio avviso sconcerta e lascia basiti.
    E sono anche tra quelli - ipotesi neanche troppo peregrina - che lega la strage di Bologna, circa un mese dopo Ustica, proprio come possibile "distrazione" da indagini scomode che sbattevano contro l'omertà e la necessità di tenere in piedi equilibri mondiali.
    Davvero vergognoso. Così come tanti altri misteri dei quali non sapremo mai nulla, perché qualsiasi colore politico vada al governo, non vorrà mai crearsi fastidi.

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    1. Mi piacerebbe molto approfondire questo particolare della distrazione

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    2. Anche se uscisse un giorno l'indicibile sulle torri gemelle, non mi stupirei.. per dieci anni di guerra assicurata c'è gente che ordirebbe di peggio..

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  3. Questa è una storia che mi ha sempre fatto tanta rabbia. Uno schifo davvero, in cui paradossalmente emerge tutto ciò che hanno sempre tentato di tenere nascosto, sotterrato, ovvero tutte le manovre di sabotaggio della verità e della realtà. Una realtà che è costata la vita a 81 persone innocenti e del tutto ignare dello schifo che stava avvenendo lassù.

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    1. Purgatori scrisse una volta che il caso di Ustica è un clamoroso esempio di sovranità nazionale violata. Io mi permetto di aggiungere: svenduta

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  4. Che dirti se non grazie per questo tuo post dedicato alla strage di Ustica.
    Ti fa onore.
    Son sincero .
    Penso ai tuoi anni , credo sei molto al di sotto dei quaranta 🤔 e raccontare questa brutta pagina della storia Italiana da chi non ha vissuto quel periodo storico emoziona sempre.
    Bisogna sempre mantenere vivo il ricordo su queste tragedie ...anche se sarà difficile ottenere giustizia.
    Non bisogna mai smettere di sperare nella verità.
    Ti faccio ancora i complimenti.

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    1. Molto al di sotto dei quaranta è un grande complimento. Diciamo a tre passi dai quaranta visto che la matematica non è una mia opinione...

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