QUANDO LE PROVE NON BASTANO
Nella narrazione moderna, al netto di revisionismo
esasperato e cancel culture ostentata, ci sono alcune storie che definire dure
a morire sembra essere solo un eufemismo. Alcune continuano a passare di bocca
in bocca, altre addirittura continuano ad apparire sui libri di testo di scuola
come se niente fosse, come se non ci siano stati studi nel recente passato che
abbiano svelato il mistero o modificato la narrazione precedente dei fatti.
Il fatto è che le storie strane e piene di mistero sono
affascinanti e che una volta diffusa una notizia, per quanto possa essere
assurda e per quanti sforzi possano essere fatti per smentirla, quella
continuerà a girare all’infinito.
Ne ho raccolte un po’. Storie, vicende e avvenimenti che
hanno tenuto banco e continuano a farlo nonostante siano state smentite a più
riprese. Ci sono le prove eppure...
La prima guerra mondiale è scoppiata (solo) a causa dell’omicidio dell’arciduca Francesco Ferdinando d’Austria per mano di Gavrilo Princip
Ehm, No! Per quanto l’arciduca fosse un personaggio politico
di primo piano nel 1914 e per quanto le tensioni politiche e sociali tra Serbia
(che pretendeva l’indipendenza) e l’Impero Austroungarico fossero tesissime non
è possibile che un singolo evento tra queste due potenze possa aver scatenato
un conflitto tra le più grandi potenze di tutto il mondo.
In realtà, è chiaro e
basta leggere la critica storica che le tensioni si accumularono per interessi politici locali e globali e che si arrivò alla guerra per una lunga serie di cause di
cui l’assassinio rappresenta solo quella più eclatante. Sui libri di storia di
molte scuole italiane c’è ancora riportato che fu questo evento a causare il
conflitto anche se qualche nuova edizione ha cominciato a inserire il tema del
pretesto, cosa che è molto più corretta.
Il triangolo delle Bermude
Ci sarebbe una zona triangolare nell’Atlantico
settentrionale, tra Porto Rico, la Florida e l’arcipelago delle isole Bermude,
appunto, in cui in pochi anni sarebbero scomparse decine di imbarcazioni e
aerei. La storia del triangolo maledetto viene portata all’attenzione globale
dal libro The Bermuda Triangle di Charles Berlitz nel 1974: secondo uno studio
sui generis su registri navali e di torri di controllo aeree e analisi di carte
nautiche e climatiche, l’autore del best seller “dimostrava” le sparizioni
avvenute in quella fetta di oceano creando uno dei più grandi misteri dell’età
moderna. Mistero che però non ha resistito a un’indagine più accurata:
Lawrence David Kusche, autore del libro The Bermuda Triangle Mistery: Solved,
del 1975 (solo un anno dopo!) confutava le tesi di Berlitz dimostrando, carte
alla mano, che le tempeste riportate dal collega non c’erano mai state, che alcuni
velivoli e imbarcazioni in realtà avevano naufragato in zone lontane centinaia
di miglia nautiche dalla zona del Triangolo Maledetto e addirittura alcuni tra
quelli nella lista delle sparizioni non esistevano nemmeno. Berlitz, inoltre,
non aveva fatto altro che gonfiare le idee di alcuni giornalisti che un
decennio prima avevano parlato di misteriose sparizioni al largo delle coste
della Florida.
Insomma, un artificio per vendere qualche migliaio di libri riuscito alla
perfezione. Un mito diffuso negli anni tanto che se oggi chiedete a una persona
a caso del Triangolo delle Bermude vi racconterà la leggenda senza ricordarsi
del debunking.
L’uomo discende dalla scimmia
La teoria dell’evoluzione proposta da Charles Darwin nel
1859 e arricchita negli anni di nuove ipotesi provate e di nuove evidenze NON
DICE che l’uomo discenda dalla scimmia e se è per questo neanche che c’è UNA
LOTTA PER LA SOPRAVVIVENZA. La teoria individua un antenato comune tra uomo e
primati e spiega come la dinamica della seleziona naturale giochi un ruolo fondamentale
dell’adattamento biologico e ambientale degli organismi nel corso delle varie
epoche storiche.
Vi stupirebbe sapere in quanti libri di scienze ho trovato questa espressione errata e quanti professori ancora oggi continuano a ripeterla a pappagallo.
La donazione di Costantino
«Ahi, Costantin, di
quanto mal fu matre,
non la tua conversion, ma quella dote
che da te prese il primo ricco patre!»
(Inferno XIX, 115-117)
Quando nel 315 l’imperatore romano Costantino decise di abbandonare l’Impero Romano d’Occidente per andare a fondare una città dove sorgeva l’antica Bisanzio, decise anche di cedere tutti i possedimenti imperiali quali palazzi, ricchezze e territori a Dio nelle vesti del suo ministro sulla Terra ovvero il Papa Silvestro I. Un documento ufficiale firmato da Costantino, e passato alla storia come La Donazione di Costantino, attesterebbe il lascito.
La prima apparizione della Donazione è stata durante VIII secolo (cinque secoli
dopo la sua firma!) ma è poco dopo l’anno 1000, durante la scissione tra la
Chiesa Ortodossa di Costantinopoli (ex Bisanzio) e la Chiesa Romana, autodefinitasi,
con molta umiltà, Cattolica dal greco katholikòs ovvero universale, che il
documento viene impugnato con forza dai Papi d’Occidente per giustificare la
rivendicazione del potere temporale e della supremazia spirituale.
Ma c’è un problema. Come il filologo piacentino Lorenzo Valla dimostrò nel 1440, La
Donazione di Costantino è un falso storico. Il documento è redatto in una forma
e con delle caratteristiche anacronistiche rispetto al periodo storico da cui
proviene, la lingua utilizzata è sicuramente barbarica, diversa dal latino
aulico con cui si redigevano i documenti nel 315 e inoltre ci sono numerosi
termini inconsueti come il riferimento a Costantinopoli (che sarebbe stata
fondata solo 15 anni dopo) e alle basiliche di San Paolo e San Pietro ancora
non edificate.
Manco a dirlo, il Papato difese con grande forza la veridicità del documento
bollando lo studio di Valla come eretico e pericoloso e trascinando il filologo
di fronte al tribunale dell’Inquisizione dal quale fu salvato solo grazie all’intervento
di amici potenti.
La storia della Donazione di Costantino, oggi universalmente riconosciuta come
falso storico, è quella della frode più grossa nella storia
dell’umanità. In base ad essa il Papato pretese di mantenere ed accrescere il
proprio potere temporale e a causa di ciò le ripercussioni e le conseguenze
perdurarono fino al 1870 quando l’esercito italico irruppe nello Stato
Pontificio ammettendo Roma al neonato stato italiano e ponendo fine a un
dominio durato diversi secoli.
La cintura di castità
Uno dei più grandi miti del passato è apparso per le prime
volte nel 1800 e non si è più riusciti a toglierselo di mezzo nonostante la
totalità delle cinture di castità esposte nei vari musei sia stata definita,
nell’insieme, un ottimo esempio di falso storico.
Secondo questo mito, il signore feudale che andava in guerra
o partiva per una crociata muniva la consorte di un paio di mutande di ferro,
preferibilmente irte di spuntoni nella zona genitale, onde evitare che ella si
sollazzasse con qualche prestante stalliere durante la sua assenza.
Questa cosa è assurda per due motivi. Innanzitutto era usanza in quel periodo
che il signore si assicurasse una discendenza sicura e infatti il modus
operandi era quello di avere quanti più rapporti sessuali possibile prima della
partenza per aumentare le possibilità di una gravidanza. In questo modo, al suo
ritorno, presumibilmente non in una cassa di legno, il signore avrebbe trovato
la sua prole. Con la ferraglia intorno alle zone intime sarebbe stato
impossibile partorire.
Poi ci sono da considerare la fisiologia e l’igiene. E’ impossibile che per
mesi o anni una donna dovesse usare il bagno in quelle condizioni e che fosse
impossibilitata a lavarsi. Inoltre, le parti di ferro avrebbero potuto causare
delle ferite potenzialmente mortali.
In ultima analisi, considerando la tecnologia delle serrature
del medioevo è impensabile uno sforzo così importante per una serratura che
qualsiasi fabbro avrebbe aperto in qualche minuto.
E rimanendo in tema medioevo...
Il medioevo è stato un periodo buio
Il medioevo ovvero gli anni bui. Si moriva giovani, si era superstizioni, non ci si lavava mai e in generale si viveva un’esistenza pericolosa, infame e violenta. Decisamente no.
Basta leggere qualche libro di critica storica o seguire gli interessantissimi
video di Alessandro Barbero su Youtube per farsi un’idea più dettagliata di
questo periodo storico. Di certo le condizioni igieniche non permettevano di
lavarsi due o tre volte al giorno, ma le invenzioni dei saponi e dei profumi
vengono datate proprio nel medioevo (1200 circa). Inoltre, salvo casi di conflitti
tra signorotti o guerre non è vero che di conduceva un’esistenza violenta, anzi
rispetto alle barbarie che hanno contraddistinto l’ultima fase dell’era degli
imperi del passato si combatteva di meno. L’età media era di 35 anni, questo è vero, ma se una morte accidentale o una malattia non ti stroncava potevi anche
farti qualche decennio in più. Purtroppo quello che è vero è che era altissima
la mortalità infantile a causa di malattie, malnutrizione e sovraffollamento.
Infine, un occhio alla scienza e alla tecnica: è durante il medioevo che
vengono pensate e messe in atto le tecniche agricole che permetteranno nei
decenni a venire di avere una capillare diffusione di grandi quantità di cibo
con conseguente aumento della popolazione mondiale, peste nera permettendo.
Macchine agricole, sistemi di illuminazione, tecniche di bonifica, insomma anni
bui ‘na bella ceppa.
I vaccini causano l’autismo
Nel 1998 sulla prestigiosa rivista scientifica Lancet viene
pubblicato un articolo in cui si mostra la correlazione tra il vaccino
trivalente MPR (cioè quello per morbillo, parotite e rosolia) e una malattia
infiammatoria dell’intestino, firmato dal gastroenterologo Andrew Wakefield
insieme ad altri 12 medici.
In questo articolo Wakefield e il suo gruppo raccontano gli esiti del loro studio. Il team di medici ha condotto un’analisi su 12 bambini vaccinati di cui 10 con diagnosi di disturbo dello spettro autistico e ha riscontrato che in tutti i casi c’era un’infiammazione intestinale in atto. Nell’articolo non si cita mai la correlazione tra vaccino MPR e autismo ma in una conferenza stampa di qualche giorno dopo Wakefield invita i genitori a non vaccinare i figli con l’MPR ma di farlo con vaccinazioni separate, che non esistono, e scatena così il panico: a Londra la copertura vaccinale crolla dal 90% fino a circa il 50%. Come conseguenza immediata si ha un incremento spaventoso dei casi di infezione intestinale che dai 56 casi nel 1998 passa a 1348 casi nel 2008 con addirittura due decessi. Inoltre, la notizia fa il giro del mondo: il vaccino MPR “causa” l’autismo, uno studio scientifico lo dimostra.
Dal 1998 in poi qualunque medico, scienziato o ricercatore cerca di replicare i
risultati trovati da Wakefield ma invano. Nel 2003 l’OMS dichiara che non ci
sono sufficienti dati a favore della teoria secondo cui ci sia una correlazione
diretta tra vaccino MPR e autismo. Una revisione attenta dell’articolo in
questione, inoltre, porta a una scoperta definitiva: Wakefield e il suo staff
non hanno usato casi di controllo, non c’è stato confronto tra le biopsie
condotte su bambini con sospetto disturbo dello spettro autistico e bambini
sani, né c’è stato confronto tra bambini vaccinati e bambini non vaccinati;
insomma l’articolo non ha alcun valore scientifico.
L’anno dopo il giornalista Brian Deer indaga sulla questione
e scopre che la ricerca di Wakefield è stata finanziata da un avvocato che
voleva intentare causa alle case produttrici dei vaccini e aveva
bisogno di un valido appoggio scientifico. Al prezzo di mezzo milione di
sterline Wakefield è disposto a “creare” quell’appoggio. Nell’inchiesta si
scopre anche che Wakefield aveva depositato due brevetti, uno per un vaccino
monovalente e l’altro per un kit di rivelazione dell’infezione intestinale che
di lì a poco gli avrebbero reso milioni di sterline all’anno. Alla faccia del
conflitto di interesse!
Nel 2008 la rivista Lancet ritira l’articolo e si scusa pubblicamente con tutti
i suoi lettori, contestualmente 10 dei 12 medici chiedono di togliere il loro
nome dalla ricerca. Nel frattempo Wakefield viene indagato per frode
farmaceutica ed espulso dall’ordine dei medici. Purtroppo, però, il danno era
già stato fatto e nonostante sia stato smascherato l’inghippo i vaccini sono
ancora oggi al centro di un dibattito feroce.
Oggi Wakefield è uno dei principali punti di riferimento dei
movimenti no-vax. Ritenuto un perseguitato dai poteri forti per le verità che
vuole dire al mondo gode del sostegno di parecchi esaltati che ne hanno
osannato la sua nuova carriera di regista. Due sono i film ad oggi presentati
al pubblico: Vaxxed: il film che non vogliono tu veda e 1986:The Act. Come
ciliegina sulla torta, nell’ultimo anno è uno dei principali sostenitori del
fatto che il covid sia una montatura e continua a invitare la gente a non
vaccinarsi.
Questi sono i miti sfatati che ho raccolto per questo post.
Teorie smontate, misteri spiegati, chiamateli pure come volete, io aggiungo
solo che se da un lato ci sono credenze che rimangono innocue come possono
esserlo quella sul triangolo delle Bermude o sulla falsa donazione di
Costantino, dall’altro ci sono bufale che possono minare la sicurezza della
società fino alle sua basi come la storia di Wakefield.
Conoscevate queste storie? Ne avreste aggiunta qualcun’altra?
Per ora è tutto gente, buona vita.
Be'.. tipo che Colombo non ha scoperto l'America.. ;)
RispondiEliminaSu questa storia ho tantissimo materiale. Meriterebbe un post tutto per sè
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