IL MIO TRAUMA SUPERATO
Ero piccolo, potevo avere al massimo undici anni. La suora
mi avevo mandato a comprare non ricordo cosa al supermercato e con il resto,
all’incirca 300 lire, ho comprato le caramelle. Un gesto infantile, una
banalissima marachella che, però, mi costò la mortificazione da parte dei miei
genitori (manco avessi rapinato Fort Knox) e una serata di punizione per
“pensare” al crimine di cui ero colpevole.
Mica lo sapevo che la punizione sarebbe stata ben più dura
di rimanere a casa da solo.
Ero solo in casa, quindi, e passati quei dieci minuti di
riflessione profonde sul furto, come solo un ragazzino può saper fare, accesi
la TV e su Italia Uno stava per cominciare un film di quelli con il bollino
rosso. Le cose erano due: o ci sarebbero state le tette oppure il sangue. Era
il secondo. Ed era anche un film che mi ha traumatizzato per giorni
provocandomi incubi.
Il film era Shakma, un horror con animali killer datato 1990
con tecnicamente pochissime cose buone, anzi nessuna se non consideriamo il
potere traumatizzante di alcune scene.
Un gruppo di scienziati capitanato dal professor Sorenson
sta studiando il tratto aggressivo degli animali. Convinti di riuscire a
inibirlo prendono quella che secondo loro è la bestia più aggressiva esistente
in natura, il babbuino, e lo imbottiscono di ormoni e altre schifezze chimiche
per fargli tirar fuori tutta la rabbia. Purtroppo qualcosa va storto e Shakma,
il simpatico e incazzoso babbuino, morde Sam, il responsabile del progetto.
Costui è un animalista convinto e quando Sorenson gli ordina di sopprimere la
scimmia invece le inietta un tranquillante e lascia quel piccolo assassino addormentato
beatamente.
La stessa sera il gruppo di scienziati trasforma il
laboratorio a sette piani in cui lavora in una gigantesca escape room in cui i
vari scienziati devono impegnarsi a risolvere gli enigmi di Sorenson che, per
dare un certo gusto alla cosa, chiude a chiave tutte le uscite e stacca tutti i
telefoni senza avvertire i partecipanti.
Mentre questi nerd giocano allegramente Shakma si sveglia e
inizia la mattanza.
Ricordo che il pensiero della scimmia che saltava fuori
dagli angoli bui squarciando la gola del malcapitato mi tormentò per settimane
e ogni notte sobbalzavo ad ogni rumore e immaginavo, nella mia fervida
fantasia, che Shakma si aggirasse per casa in attesa di una vittima. Per questo
motivo andare in bagno di notte era un incubo ed è solo fortuna se non mi sono
beccato un’infezione per averla trattenuta per ore e ore.
I miei sono sempre stati convinti che quella sera le mie
riflessioni mi abbiano portato a imparare la lezione ed è vero: non ho più
visto film col bollino rosso per un bel po’.
Rivedendo Shakma – la scimmia che uccide da adulto però mi
sono accorto che per tanto tempo sono stato traumatizzato da una ciofeca di
proporzioni cosmiche. Il film è infatti una cretinata colossale, pieno di buchi
e di forzature e senza alcun senso logico.
In primis l’idea: studiare l’aggressività facendo incazzare
con le droghe un animale già di per se molto aggressivo. Poi l’animalista che
fa test sugli animali ma si fa problemi a sopprimere una scimmia che gli ha
quasi asportato l’avambraccio con un morso e infine, ma da non sottovalutare,
dieci imbecilli che si fanno tenere sotto scacco da una scimmia che ha le
dimensioni di un barboncino e peserà si e non una decina di chilli.
Ci sono scene in cui invece si assestargli un calcione come
si deve o, che ne so, buttargli addosso un contenitore di potente acido,
iniettargli un veleno o un sonnifero, prendere un martello, un coltello o uno
spazzolone e fargli la festa, questi ebeti si mettono a urlare alla sola vista
della scimmia che corre loro incontro.
Per questo motivo Shakma totalizza un gran numero di kill in
pochissimo tempo: perché gli umani sono dei fessi.
Basti pensare che per metà film la scimmia riesce a uccidere
solo tre persone perché gli si sono praticamente offerte in sacrificio e il
corpo di uno di questi scemi blocca l’ascensore al quinto piano così il primate
assetato di sangue rimane confinato lì. Poi arriva però Sam, l’animalista, che
nel tentativo di mettere in salvo i cadaveri degli amici uccisi suggerisce alla
sua fidanzata di fare da esca per Shakma così lui può radunare le salme.
Risultato: la scimmia uccide male la ragazza, si muove di piano in piano
uccidendo praticamente tutti e per ultimo lascia quel cretino di Sam che forse
avrebbe meritato di essere fatto fuori più di tutti gli altri.
Tutto sommato, Shakma è un film che avrebbe voluto
schierarsi contro la sperimentazione sugli animali ma che si trasforma in una
tortura sullo spettatore dotato di cervello funzionante.
E comunque, secondo me, nonostante i modi affabili e gentili
la suora me l’ha tirata.
Per ora è tutto gente, buona vita.
Beh dai ognuno c’ha il suo film shock dell’infanzia.
RispondiEliminaIl mio è stato The Fog di Carpenter .
Visto di sera da soli io e mio fratello.
I miei non ricordo dove fossero andati ..eravamo soli con mia nonna .
Lei era già andata a letto.
Mi scappava la pipì e l’ho fatta in una tazza da colazione perché non avevo coraggio di andare in bagno.
Be’ a volte vedere un certo tipo di film è catartico.
EliminaLa pipì in tazza mi mancava peró...
No Mick, non può ripescare un film che da piccolo m'ha fatto spalare quintali di merda dal letto per la paura. Cos'hai ripescato, Dio mio!!! Quella maledetta scimmia che sbucava dal buio e o dal nulla cosmico per tritare carne. Stanotte non dormirò dato che per anni lo avevo rimosso! XD ahahahah
RispondiEliminaSe lo rivedi adesso sono sicuro che ti farà molto meno paura a causa di una fattura pecoreccia allucinante.
EliminaComunque si, stramaledetta scimmia che saltava fuori dal buio: quanti incubi.