E ADULTI CHE NON CE LA FANNO PROPRIO
Ultimamente sto maturando una antipatia profonda e spietata
nei confronti di alcuni miei coetanei, quindi sto parlando di ragazzi di poco
sotto i 40 anni, che non mostrano alcuna elasticità mentale e una tale
propensione al giudizio nei confronti delle nuove generazioni tali da
trasformare qualsiasi scambio di battute in una fatica (per me) nel trattenermi
a mandarli a quel paese. In realtà provo questo sentimento per la totalità del
mondo degli “adulti” che sembrano sapere tutto, capire tutto e avere sempre una
risposta sagace o un commento velenoso quando si parla di giovani e
giovanissimi a prescindere dall’argomento della discussione.
Il mondo che abitiamo è complesso e la società che abbiamo
tutti contribuito a creare ha mille sfaccettature diverse, alcune comprensibili
a tutti, altri incomprensibili ai più, e se già da tempo le generazioni si
muovevano come le galassie, allontanandosi sempre più le une dalle altre, la
pandemia ha accelerato questo processo innescando una serie di comportamenti
che trascendono abbondantemente i confini dell’educazione, del rispetto e in
moltissimi casi dell’intelligenza. Questo, sia chiaro, avviene sia da parte
degli adulti e sia da parte dei giovani, ma se dai secondi mi aspetto certi
tipi di comportamento endemici dell’età e di un carattere ancora in fase di
formazione, dei primi non riesco proprio ad accettare di buon grado il loro
sentirsi padroni della conoscenza e del giudizio, e il non accorgersi che il
mondo non si conforma più al loro sentire granitico e indivisibile ma spinge
verso dinamiche più liquide e discrezionali.
Khabi Lame è un tiktoker di Chivasso (TO) di 21 anni, con 52
milioni e passa di follower sul social cinese e 12,7 milioni su Instagram. Nel
2020 ha perso il lavoro in fabbrica a causa della pandemia e dopo aver
sperimentato l’asprezza del lockdown che più o meno tutti abbiamo vissuto, ha
deciso di aprire un profilo TikTok su cui caricare brevissimi video ironici e
divertenti e ha fatto il botto. Non mi vergono ad ammettere che lo seguo con
piacere e che mi fa ridere tantissimo specie per come riesce a prendere in giro
quei video ridicoli di bricolage dove ti costruisci con notevole fatica oggetti
di dubbia utilità riciclando roba che hai in casa.
Leggendo la sua intervista per FanPage.it e i commenti
relativi ho acceso una discussione con un ragazzo della mia età che attaccava
aspramente Khaby Lame arrivando agli insulti personali e continuando a ripetere
quanto la società sia malata per permettere che lui a 37 anni insegni filosofia
in un liceo linguistico per neanche 2000€ al mese mentre Khaby a 21 ha tutto
questo seguito e successo e probabilmente guadagna molto più di lui. Perché il
problema è sempre quello: successo e soldi non si perdonano a nessuno.
Questa settimana ho seguito anche la storia di Alicia Breuer,
17 anni per lei e milioni di follower sui social. Ha fatto scalpore che la
ragazza abbia dichiarato di voler rinunciare agli studi per concentrarsi sulla
propria attività social che dall’inizio del lockdown ad oggi le ha permesso di
guadagnare cifre a 5 zeri. E via di società malata, giovani inutili, è un
ingiustizia e bla..bla..bla. Anche in questo caso non si perdona il successo e
non si riesce a vedere il fatto per quello che è. Quante persone hanno
abbandonato gli studi perché volevano andare a lavorare? Però se vanno a
lavorare in un posto dove vengono sottopagati e sfruttati va bene perché
possiamo continuare a indignarci mentre se trovano l’idea vincente per
guadagnare tanto allora è tutto malato e tutto insensato?
Non è che niente niente, sotto sotto, siete VOI ad avere un problema con una
società in cui non vi sentite più rappresentati? Se a 37 anni o più sono geloso
di un ventenne che fa i numeri sui social e guadagna con un contenuto quello
che io guadagno in tre mesi forse ho un problema di realizzazione e invece di
ammettere di non riuscire a fare abbastanza è meglio attribuire la mia
insoddisfazione ad altri che nemmeno mi conoscono e che hanno fatto la loro
strada e sono stati fortunati e bravi.
Cos’ha un quindicenne che decide di trovare il successo sui
social in meno di un suo coetaneo che sogna di diventare calciatore? O di un
quindicenne di fine anni ’80 che voleva suonare in un band o fare l’attore?
La differenza tra VOI e questi ragazzi è che VOI state sui
social con atteggiamento distruttivo criticando, giudicando e disprezzando
mentre loro usano il social per arrivare da qualche parte e ritagliarsi la
propria nicchia.
Certo, per uno che ce la fa chissà quanti rimangono indietro, ma è così
illogico, insensato e ingiusto che un ragazzo o una ragazza capitalizzino il
successo social?
E per ora è tutto gente, buona vita
Ti darei un bacio in fronte, perché avrei potuto scrivere ogni singola parola di questo post.
RispondiEliminaIo di anni ne ho 34 (quasi) e non mi sento giovane, né vecchia.
Ma l'idea che chiunque, di qualsiasi età, possa invidiare il successo degli altri, mi dà fastidio.
E Ronaldo è troppo ricco (come se lo stipendio glielo pagassimo noi) e gli influencer guadagnano troppo pur essendo ignoranti (idem).
Ma insomma, che vi frega?
Se siete gelosi o affamati di denaro, fatevi venire un'idea geniale a guadagnate.
Se non avete doti intellettive eccellenti, prostituitevi. Ahahaha
Perdona l'esasperazione.
Insomma, non lamentatevi sempre e badate al vostro orticello!
L'esasperazione è condivisa. Troppi giudizi e commenti sprezzanti. Ho esaurito i gettoni tolleranza con questa gente.
EliminaHo sempre ammirato chi riesce a fare soldi e successo col nulla o con robe che mai sarebbero passate per la mia povera testolina, e non è disprezzo, è sanissima invidia.. ahah..
RispondiEliminaL'intolleranza è per ben altra tipologia di personcine.. ;)
Ammettere l'invidia non è da tutti. E condivido il tuo pensiero
EliminaTra l'altro vorrei vederli, 'sti grandi saggi, al loro posto. Immagino che avrebbero continuato l'Università o ad alzarsi alle 5 del mattino per andare a fare il loro umile lavoro. Sì, tutta invidia. E, com'è risaputo e hai ricordato anche tu, nella vita solitamente ti perdonano tutto, davvero tutto; a parte il successo.
RispondiEliminaEsatto, la differenza tra cosa sta facendo qualcun altro e cosa farei io misurata con il pregiudizio
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