UN CASO ANCORA APERTO
Nessuno di noi si chiede se nella strada in cui viviamo sia
successo qualcosa di macabro o se i posti che frequentiamo sono stati in
passato teatro di atroci delitti. Quello che ci fa paura tendiamo ad evitarlo o
a ignorarlo e cosa può esserci di più spaventoso di sapere che nel nostro
condominio sia vissuto o tutt’ora viva un assassino o magari un serial killer?
D’altra parte è stato proprio il serial killer Ted Bundy ad affermare che
quello che contraddistingue un assassino seriale è il fatto di sapersi
perfettamente mimetizzare nella società come una persona del tutto normale.
Cosa dovremmo pensare allora di quei casi dichiarati congelati (cold case) in
cui non si è riusciti ad acciuffare o fermare un killer prima che questi
scomparisse nel nulla?
In questo post vorrei raccontarvi proprio di uno di questi
casi. Il caso di Zodiac, il killer dello zodiaco.
La nostra storia inizia il primo giorno di Agosto del 1969
quando tre quotidiani locali della zona della California settentrionale
ammettono di aver ricevuto ciascuno una lettera contenente un breve testo e un
messaggio cifrato. Nel testo in chiaro un certo Zodiac si accreditava per
quattro delitti avvenuti nella zona e per i quali la polizia brancola ancora
nel buio. L’autore impone inoltre ai direttori dei quotidiani di pubblicare in
prima pagina il contenuto dei crittogrammi, pena: una strage.
Il giorno dopo il San Francisco Chronicle, il San Francisco Examiner e il
Vallejo Times-Herald escono con i messaggi di Zodiac in prima pagina così il
killer diventa velocemente famoso negli USA.
Quattro giorni dopo, in risposta al commissario di polizia di
Vallejo che chiedeva pubblicamente maggiori dettagli sugli omicidi per
verificare l’autenticità della confessione, nella redazione del San Francisco
Examiner arriva una lettera indirizzata al redattore capo firmata, ancora una
volta, Zodiac e anch’essa contenente un crittogramma. Qualche giorno dopo due
lettori riescono a decifrare quasi tutto il messaggio in codice che inizia con
una frase ben poco rassicurante: mi piace uccidere le persone. Poi continua con
un breve delirio di onnipotenza.
Facciamo un passo indietro.
Il 20 dicembre 1968 alle 23:15 circa le vite di Betty Lou Jensen e Michael Faraday vengono brutalmente spezzate. Mentre la coppia si trova con l’auto in sosta in una piazzola lungo la Lake Herman Road (Nord della California), un’altra auto si avvicina e parcheggia accanto (versione confermata da un testimone oculare). Poi il killer scende dall’auto e spara una volta in testa al ragazzo e cinque alla schiena della ragazza mentre questa cerca invano di scappare.
Verso la mezzanotte del 4 luglio 1969 Darlene Ferrin e
Michael Megeau sono dentro l’auto parcheggiata nel parcheggio di un Golf Club
nei pressi di Vallejo, a circa 6 km dalla scena del delitto di dicembre ’68. Un’auto
si ferma dietro alla loro, probabilmente per non farli scappare, e un uomo (confermano
testimoni oculari) scende dalla macchina con una torcia con la quale acceca i
ragazzi per poi finirli a colpi di pistola. Per la ragazza non ci sarà niente
da fare, Michael invece nonostante le gravi ferite al volto, al collo e al
torace se la caverà e confermerà la versione dei testimoni. Quaranta minuti
dopo la mezzanotte un uomo fa una telefonata anonima al dipartimento di Polizia
di Vallejo rivendicando il delitto appena commesso e anche quello di sei mesi
prima. Nonostante in pochi minuti la telefonata sia stata rintracciata, gli
agenti giunti sul luogo, una cabina telefonica a pochi isolati dal dipartimento
stesso, non trovano nessuno né indizi utili.
Questi sono i delitti che rivendica Zodiac nelle sue lettere
ai quotidiani californiani.
Il 27 settembre 1969, durante un pomeriggio assolato un uomo
e suo figlio stanno pescando nel lago Berryessa, nei pressi di Twin Oak Ridge
quando vengono attirati dalle grida disperate di una ragazza. Giunti sul posto
dopo aver avvisato la polizia trovano due ragazzi legati e con gravi ferite da
taglio. Sullo sportello dell’auto della coppia c’è un messaggio in cui viene
rivendicata l’aggressione, ma anche i due delitti precedenti. Firmato Zodiac.
Cecelia Sheperd morirà durante il trasporto, ma riuscirà prima di essere caricata
in ambulanza a dare una descrizione dell’aggressore. Bryan Hartnell,
sopravvissuto all’attacco, invece racconterà cosa è successo: un uomo vestito
da boia li ha costretti a scendere dall’auto minacciandoli con una pistola, poi
ha costretto la ragazza a legare il fidanzato e dopo aver stretto lui stesso i
nodi ha legato anche lei. Quindi si è avventato sui due con un coltello causando
loro numerose ferite.
A conferma di ciò, alle 19:40 dello stesso giorno un uomo chiama l’ufficio
dello sceriffo della contea di Napa rivendicando ancora una volta i crimini.
L’11 ottobre del 1969, poco prima delle 22:00 tre ragazzini
che vivono in una casa di San Francisco che dà su Washington and Maple Street
vedono dalla finestra un uomo sparare a un tassista e poi ripulire
metodicamente la vettura prima di allontanarsi. Chiamano la polizia che arriva
di lì a pochi minuti, ma l’uomo si è già volatilizzato. La vittima è Paul Stine.
Tre giorni dopo alla redazione del Chronicle arriva un pacchetto contenente un
lembo della camicia di Stine. Firmato Zodiac. L’8 novembre il killer manda un’altra
lettera cifrata e il giorno dopo manda un’altra lettera ancora, stavolta
comprensibile, in cui afferma di essere stato fermato da un poliziotto qualche
minuto dopo aver ucciso Stine. I tre ragazzini hanno fornito comunque
indicazioni per creare un’identikit di Zodiac, il volto che si trova oggi in
rete.
Questo è l’ultimo omicidio accreditato direttamente a
Zodiac.
Quello di Zodiac rappresenta uno dei casi irrisolti più
famosi nella storia delle investigazioni. Pochi indizi e un modus operandi che
tutt’altro dall’essere perfetto fu comunque efficace per placare i propri
istinti omicidi e a sfidare il potere costituito. Pochissimi indizi, poche
tracce da seguire e a parte alcune caratteristiche anche poche informazioni
sulla metodologia di scelta delle vittime.
Spulciando gli archivi e le cronache locali gli inquirenti che a più riprese si
sono occupati di Zodiac arrivano a imputare al serial killer un totale di 37
vittime tra le cinque accertate e le 32 presunte.
Per questo massacro ci sono stati anche dei sospettati anche
se nessuna prova schiacciante è mai stata trovata a carico di uno di loro. Tra
essi figura anche un certo Giuseppe “Joe” Bevilacqua, protagonista di un’inchiesta
tutt’ora in corso portata avanti dal giornalista Francesco amicone di Libero.
Secondo quest’ultimo Bevilacqua andrebbe identificato con Ulisse, il misterioso
killer a cui Mario Vanni (uno dei compagni di merende di Pacciani nel caso del
Mostro di Firenze, ne abbiamo parlato QUI) attribuiva i delitti commessi in
Toscana. Che il killer fiorentino sia in realtà Zodiac o un suo emulatore?
Il 3 dicembre del 2020 grazie a un complesso algoritmo di
decriptazione è stato decifrato uno dei messaggi in codice che Zodiac ha
spedito nel 1969. Purtroppo neanche questo è quello in cui il killer ha
inserito il suo vero nome.
Dopo vari stop e riprese l’indagine per scoprire l’identità
di Zodiac è ad oggi ancora in corso.
E per ora è tutto gente, buona vita e al prossimo mistero
Sapevo del presunto legame col mostro di Firenze, ma non mi pronuncio.
RispondiEliminaPer me, comunque, il vero Zodiac si è suicidato evitando di lasciare alcun indizio, continuando a farsi cercare in eterno...
Moz-
Oppure potrebbe anche essere ancora in giro ma ha concluso il suo schema quindi non ha ucciso più.
EliminaUno dei serial killer più misteriosi e chiacchierati di sempre. Tante prove ma poche piste o per lo meno collegamenti difficili da completare. Anche io ho sempre pensato a una sorta di legame con il Mostro di Firenze, ma questo è un altro discorso. Bellissimo il film di David Fincher in cui il regista cercò di spiegare in maniera abbastanza dettagliata la storia di Zodiac e il suo caso tutt'ora irrisolto.
RispondiEliminaUn caso che fa riflettere perché veramente nonostante i piccoli errori commessi dal killer alla fine non sono riusciti a prenderlo.
EliminaPensa se fosse ancora in giro...