L’UOMO NERO DEFINITIVO
L’isola di Jersey, vicino alle sponde francesi del canale
della Manica ma appartenente ai territori britannici, ospita poco più di
centomila abitanti ed è famosa nel mondo dell’allevamento per le mucche Jersey
che sono la seconda razza bovina da latte al mondo. Tra gli anni 50 e gli anni
70 la piccola isola fu, però, il luogo d’azione di un personaggio particolarmente
violento che è passato alla storia come la bestia di Jersey.
La cosa agghiacciante di questa storia è che questo
criminale è l’incarnazione perfetta dell’Uomo Nero.
Negli anni ’60 la popolazione dell’isola di Jersey arrivava a malapena ai 30.000 abitanti dislocati su un territorio complessivo di poco più di 300 km quadrati. Era una comunità distribuita per lo più sulle coste per vivere di pesca e in parte dell'entroterra per l'agricoltura. C'erano piccoli paesi in cui, come si conviene, tutti conoscevano tutti e tutti sapevano tutto di tutti.
La sera del 14 Febbraio 1960 un uomo si introduce nella
camera da letto di una casa, aggredisce il ragazzino di 12 anni che occupa la
stanza e dopo avergli legato una corda intorno al collo lo costringe a seguirlo
fuori nei campi e quindi abusa di lui. Il mese successivo tocca a una donna che si
trovava a casa sua: il criminale la afferra da dietro, le lega la corda al
collo e si fa seguire all’esterno della casa, ma a quel punto la figlia quattordicenne
della donna comincia a urlare così l’aggressore la rincorre mentre la madre,
disperata, chiede aiuto ai vicini. Quando ritrovano la ragazza, questa dirà di
essere stata stuprata dal misterioso aggressore.
Queste due aggressioni vengono accostate come modus operandi
ad altre tre aggressioni identiche, una avvenuta nel 1957 ai danni di un’infermiera
di 29 anni che aspettava l’autobus, e le altre due nel 1958 ai danni di due
ragazze di 20 e 31 anni. A questo punto non c’è più dubbio sul fatto che sull’isola
si aggira un pericoloso stupratore seriale. La prima parte delle indagini,
però, non va granché bene. L’aggressore agisce sempre alle spalle delle vittime
e nessuna è riuscito a vederlo in faccia quindi non c’è un’identikit: si cerca
un uomo di corporatura e altezza media tra i 40 e i 50 anni ma non ci sono
sospettati.
Nel 1961 viene sospettato un pescatore che vive vicino alle
zona dove sono avvenute le aggressioni. Si chiama Alphonse Le Gastelois: a
suo carico ci sono pochissime prove per cui nonostante gli abitanti della zona
siano persuasi della sua colpevolezza, l’uomo viene rilasciato ma sarà
costretto ad emigrare per evitare i continui linciaggi. Durante quell’anno continuano le aggressioni, però lo stupratore comincia a commettere
qualche piccolo errore così trapelano alcuni particolari: si tratta di un
individuo di bassa statura che indossa stivali di gomma, un lungo impermeabile
e una maschera con una parrucca, inoltre potrebbe indossare qualche altro
indumento con elementi appuntiti che in alcuni casi hanno ferito le vittime.
Quando gli anni ’60 lasciano il passo ai ’70 gli inquirenti
hanno un grande colpo di fortuna.
La sera del 17 luglio del 1971 una pattuglia della polizia
cittadina ferma un’auto che brucia un semaforo rosso e forza un posto di
blocco. Durante la perquisizione della vettura i poliziotti trovano un
impermeabile lungo, un paio di stivali di gomma e una maschera terrificante
dotata di parrucca nera.
L’uomo, che risulterà essere un operaio edile ben inserito e conosciuto nella
comunità del posto, si chiama Edward Paisnel e dalla perquisizione di casa sua
emergeranno particolari e prove che lo inchioderanno per le aggressioni.
A casa di Paisnel gli investigatori trovano una famiglia
tipo e una casa curata, ma c’è una stanza della casa vietata a tutti, la stanza
segreta di Edward. Abbattuta la porta i poliziotti trovano altri indumenti come
quelli trovati in macchina e un altarino pieno di oggetti strani con disegni
satanici; poi in un contenitore la prova che condanna Edward: un paio di
braccialetti chiodati le cui punte una volta analizzate saranno compatibili con
le ferite riportate da alcune tra le vittime aggredite.
Edward Paisnel verrà processato con 13 capi d’accusa tra cui
aggressione, stupro e sodomia e alla fine verrà condannato a 30 anni di carcere
scontati fino al rilascio per buona condotta nel 1991. Intanto la moglie e i
figli si sono trasferiti e resi irreperibili e la comunità di Jersey ha maturato nei confronti dell’uomo il giusto disprezzo per gli eventi di cui si è
reso protagonista per cui Paisnel è costretto a spostarsi a più riprese fino al 1994 quando muore
mentre risiede sull’isola di Wight.
Quella della bestia di Jersey Edward Paisnel è la storia
dell’Uomo Nero definitivo. Un mostro che penetra in casa di notte, passando
dalla finestra, con un aspetto terrificante e prendendo di mira soprattutto
bambini e giovani donne. Un prodotto della follia umana che mostra all’esterno
l’immagine del perfetto padre di famiglia e lavoratore onesto ma che porta con
se una legione di demoni che nottetempo lo trasformano in un essere abietto.
Il mistero in questo caso è: il vero Edward è il padre di
famiglia e onesto operaio o il mostro violento, stupratore e adoratore del
demonio?
Arrivederci al prossimo mistero gente, buona vita.
Io credo che ci sia sempre dentro di noi una piccola scintilla di oscurità che di solito riusciamo a tenere a bada. Però a volte a causa di fattori esterni o di mancanza interna questo elemento prende il sopravento, a volte senza che il soggetto ne abbia una chiara idea.
RispondiEliminaEdward ha mai cercato di spiegare in qualche modo il proprio comportamento?
Dal materiale che ho visionato no, non hai mai spiegato nulla. Considera che parliamo di una comunità piccola e relativamente chiusa. Territori in cui la densità di popolazione non rappresenta la reale condizione socio-culturale degli abitanti. Insomma, Edward è una persona malata che avrebbe dovuto chiedere aiuto invece di coltivare la sua follia.
EliminaNon lo conoscevo. Strano che, a quanto pare, non ci abbiano fatto un film... (ma magari mi sbaglio)
RispondiEliminaNon mi risulta che ci abbiano fatto un film. D'altra parte sull'uomo nero ne hanno fatti anche troppi
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