UN CASO RISOLTO SOLO SULLA CARTA
Questa post racconta la storia di una vita segnata dalla
morte, dall’omicidio per essere precisi, e di come il successo talvolta arrivi
per strade tortuose e sia più una condanna che una vittoria.
Questa è la storia di due donne brutalmente assassinate a distanza di pochi
anni l’una dall’altra e dell’amore di un figlio verso la sua defunta madre, sentimento che
gli procura una gloria agrodolce.
Domenica 22 giugno 1958, nei pressi di El Monte (Los Angeles).
Un bambino di una decina d’anni passeggia tra le campagne fuori dalla periferia
del centro abitato: il piccolo ha visto poche settimane prima il padre abbandonare
lui e la madre e da qualche ora vaga per la cittadina in cerca di quest’ultima.
Il destino crudele farà sì che sia proprio il ragazzino a ritrovare il corpo
della madre, assassinata da ignoti, riverso in un fosso.
Le indagini non porteranno a nulla.
Quel ragazzino, dopo una gioventù sregolata
condizionata da gravi problemi di salute e da turbe mentali dovute ai fati fin
qui riportati, diventerà uno scrittore affermato nel mondo noir e thriller. Si
tratta di James Ellroy.
Uno dei romanzi più famosi di Ellroy è Dalia Nera, un
thriller spaventoso che racconta una storia condizionata dal brutale
assassinio della giovane Elizabeth Short avvenuto nel 1947 che per l’autore
diventa l’occasione per onorare la memoria della madre inventandosi un finale (che
è terribile e per stomaci veramente forti) e un colpevole per l’omicidio della
ragazza che nella realtà, invece, è ad oggi ancora irrisolto.
Dell’omicidio di Betty Short ho già parlato QUI e vi invito ad andare a leggere
prima di continuare.
Nel 2006 esce Black Dahlia, film diretto da Brian De Palma
con Josh Hartnett, Aaron Eckhart e Scarlett Johansson che racconta una storia
noir imperniata intorno all’omicidio Short ispirandosi al romanzo di Ellroy.
In una Los Angeles violenta e piena di contrasti sociali i
giovani e arrembanti agenti di polizia cittadina Bleichert (Hartnett) e
Blanchard (Eckhart) si fanno strada nella squadra mandati e poi nella sezione
omicidi grazie alla loro tempra.
Quando però viene ritrovato il cadavere orrendamente mutilato della giovane
Elizabeth Short, detta Dalia Nera, Bleichert dovrà imparare una dolorosa
lezione: per sopravvivere in un mondo crudele e in mezzo ai criminali bisogna
sporcarsi le mani e lottare con le unghie e con i denti. Alla fine la somma
delle cattive azioni fatte per il bene di qualcun altro bilancia le stronzate
fatte per il proprio tornaconto.
Il film è una stilettata al cuore. La società del benessere,
da un lato, con i suoi ricconi che vivono nelle belle ville e si godono i
frutti dei loro investimenti, e dall’altro la gente che tira a campare e vive
in un mondo orribile fatto di espedienti e dinamiche crudeli. Un mondo che
soffoca la bellezza dopo averla osannata e glorificata, un campo in cui neanche
un fiore nero come l’anima di chi lo attraversa riesce a sopravvivere.
Brian De Palma rende onore a Ellroy proponendo lo stesso
finale del romanzo e lo stesso colpevole in una dinamica che, personalmente, mi
ha lasciato di stucco considerata la barbarie che è stata perpetrata e i motivi
per cui è stato fatto.
Ci vuole un metro e mezzo di pelo sullo stomaco per
accettare un mondo in cui possono accadere queste cose.
Oggi, 28 giugno 2021, a 74 anni dalla sua morte non è ancora
chiaro chi abbia ucciso Elizabeth Short nella realtà e forse, pensando che
spesso la realtà supera la fantasia, conviene tenersi stretta la soluzione
orribile proposta da Ellroy perché potrebbe anche essere andata molto peggio di
così.
Voti
Storia: 8
Personaggi: 7
Tematica: 7
Effetto Sorpresa: 7.5
Tecnica: 7
Media: 7,4
E per ora è tutto gente, buona vita
Lo vidi al cinema appena uscito, e quindi non ricordo tutto nei particolari. Certo è che mi colpì davvero parecchio...
RispondiEliminaIl finale è veramente agghiacciante secondo me
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