UN FILM COERENTE
La famiglia è uno dei valori fondamentali su cui si dovrebbe
basare la nostra società, all’interno della famiglia si trova comprensione,
riparo, ristoro e aiuto, ma non è sempre così, ci sono dinamiche in cui una
famiglia può trasformarsi in un girone infernale per ognuno dei suoi membri
perché, in fin dei conti, la lezione di Icaro è sempre valida: più ti avvicini
al Sole e più rischi che le tue ali si sciolgano per il calore. E la famiglia
che quelle ali ha contribuito a crearle è facile che si trasformi in un Sole
che te le scioglie.
Più o meno è questo il tema centrale del film Welcome
Venice, film del 2021 fresco fresco di cinema diretto da Andrea Segre con
Andrea Pennacchi, Ottavia Piccolo, Paolo Pierobon, Sara Lazzaro e Roberto Citran.
Alvise, Piero e Toni sono tre fratelli nati e cresciuti a
Venezia, nello specifico sull’isola della Giudecca sulla quale si erge la casa
familiare. Mentre Toni e Piero hanno intrapreso anche il vecchio mestiere del padre,
ovvero la pesca delle moeche (crostacei simili a piccoli granchi), Alvise ha l’occhio
più verso il futuro e ha messo su un’agenzia turistica che gestisce camere e
case in affitto. Piero è l’unico tra i tre a vivere ancora nella casa di
famiglia che interessa ad Alvise per ampliare la sua offerta puntando anche ad
aiutare economicamente l’intera famiglia che si trova a navigare in cattive
acque. Però gli interessi di Alvise cozzano con il pensiero di Toni e Piero e
come accade spesso in queste situazioni ne nasce un diverbio.
Il film poggia su due pensieri ben raccontati e definiti. Il
primo è la famiglia, quel guscio protettivo che si chiude per far fronte alle
vicissitudini della vita, ma che può facilmente diventare un ambiente tossico
quando gli interessi dei singoli entrano in conflitto. L’altro pilastro è il
cambiamento inevitabile: la famiglia non può affrontare ancora molti anni con
la pesca dei molluschi, il gioco non vale la candela, e bisogna guardare a come
l’ambiente circostante sta cambiando. Svegliarsi alle tre del mattino per
andare a pescare molluschi è sicuramente un mestiere rispettabile, c’è la
tradizione, il rispetto del passato, ma il mondo sta velocemente fagocitando il
passato trasformandolo in uno spauracchio nostalgico di se stesso. Rimanere
ancorati alle tradizioni potrebbe essere un errore fatale.
Welcome Venice è un film vincente per tematica, messa in
scena e interpretazione, ma è nella coerenza interna che risiede la sua forza.
Non stiamo parlando di un blockbuster o di un thriller
avvincente, ma di una storia familiare in cui tutti hanno ragione e
contemporaneamente tutti hanno torto. Non ci sono colpi di scena ma un aspetto
è fondamentale, un particolare che spesso cede il passo alla
spettacolarizzazione: sto parlando proprio della coerenza. In questo film ogni
cosa che succede è interconnessa in modo coerente con quanto visto nelle scene
precedenti in modo che tutto abbia un significato che si può trovare all’interno
del film stesso. Non è facile trovare questo particolare nei film moderni
perché il dio della velocità vuole scene dinamiche e trame che non lasciano
spazio alla riflessione.
E quindi si, per me Welcome Venice è un ottimo film che vale
la pena di vedere.
Voti
Storia: 7
Personaggi: 7,5
Tematica: 8
Effetto Sorpresa: 6
Tecnica: 7
MEDIA: 7.1
Per ora è tutto gente, buona vita
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