[COM’E’ INVECCHIATO] Jurassic Park

 


Dinosauri come se non ci fosse un domani

 

Jurassic Park è uno di quei film che riconosci dalle prime battute del tema musicale e che qualsiasi appassionato di cinema ha visto almeno una volta nella sua vita.

La mia storia su questo film racconta di un ragazzino di 11 anni che sgrana gli occhi di fronte ai dinosauri che appaiono sullo schermo e che, diventato adulto, al solo sentire la colonna sonora è in grado di commuoversi forse quanto lo sarebbe di fronte a un dinosauro in carne ed ossa.

Con Jurassic Park Steven Spielberg ha portato sullo schermo i sogni di generazioni di bambini e ragazzi. Anche di quell’undicenne.

Si, ma com’è invecchiato? Ha resistito allo scorrere inesorabile degli anni tanto quanto lo hanno fatto i dinosauri ricreati nel film?

Nel 1993 prendere una sequenza di DNA da una zanzara prigioniera nell’ambra fossilizzata e completarla con DNA anfibio sembrava fantascienza anche se l'idea stessa veniva da un decennio caratterizzato da grande fermento nel mondo della genetica. Il 1993 è l’anno in cui viene assegnato il premio Nobel per la chimica al biochimico Kary Mullis per l’ideazione della tecnica della reazione a catena della polimerasi, per gli amici PCR, ancora oggi potente asso nella manica di chimici e genetisti di tutto il mondo.

Ecco, prendi un filino di DNA fossile, lo completi con il DNA di un rospo e hai un bel Tirannosauro che scorrazza sulla tua isola e siccome qui non badiamo a spese ti ci metto anche i brontosauri, i triceratops e anche qualche Velociraptor che non fanno mai fare brutta figura. Però, la brutta figura la fai durante il giro di prova del tuo parco e per poco le tue attrazioni non si mangiano gli ospiti, anzi veramente lo fanno.

Il cinema del 2021 non riuscirebbe mai a riprodurre la magia di Jurassic Park e dire che ci ha provato con quella specie di sequel orrendi in cui StarLord addomestica i raptor con un cicalino. Oggi il cinema è tutto sbrillucicoso, se hai un po' di CGI ce la metti e nessuno vuole sporcarsi più le mani con gli animatronics a meno che dietro non ci sia il grande regista e la casa di produzione stramilionaria.

Quindi per me Jurassic Park ha stravinto la lotta contro l’invecchiamento anche se ci sono i raptor che aprono le porte tirando la maniglia perché quando si parla di cinema si parla di emozioni oltre che di tecnica e se le emozioni sono tante e ben calibrate anche la tecnica può scostarsi un attimo. E soprattutto: le emzioni non invecchiano.

E per ora è tutto gente, buona vita.

Commenti

  1. Phil Tippett, maestro dell'animazione a passò uno, disse a Spielberg di essere "estinto". Il film che ha reso popolare l'uso della CGI, facendo parecchi danni ma qui, era ancora utilizzata con giudizio, per questo è invecchiato così bene ;-) Cheers

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  2. Solo a me Jurassic Park fa pensare a Dawson Leery? Spero tu sappia di chi parlo.
    E no, il film non mi è mai piaciuto, anche se conto di farlo vedere presto a mio figlio che è affascinato dai dinosauri.

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