SOCIAL DOWN: ED E’ SUBITO PANICO

 


L’ORDALIA DI MARK Z.

 

Alle 17:30 circa di lunedì 4 ottobre 2021 il mondo digitale ha trascorso le sei ore più difficili della sua storia recente: per un problema tecnico piuttosto grave Facebook, Instagram e Whatsapp risultavano inutilizzabili. A causa del traffico migrato sulle altre piattaforme come Twitter, TikTok e Gmail si sono registrati ulteriori rallentamenti, disservizi e quindi lamentele diffuse.

Se sei entrat* in questo post credendo di leggere una critica verso chi si disperava, di ironizzare su chi si lamentava o per criticare i social in generale ti avverto subito che non è questa la sede, il post o il blog su cui riversare livore, astio e sicumera.

Se odi il mondo dei social il problema non è mio e visto che la riflessione che voglio fare è supportata dal mio background di studi e dall’esperienza sul campo non prendo nemmeno in considerazione messaggi privati pieni di parolacce, insulti e ironie varie. Soprattutto da gente che poi sta sui social e che spia costantemente quello che faccio senza stabilire mai una comunicazione con me.

Tutti quell* che invece vogliono condividere o commentare con cognizione di causa e garbo la mia riflessione sono ben accett*.

Ho studiato ingegneria e ho vissuto fasi alterne sui social mentre si evolvevano dalle prime versioni embrionali a quelle onnicomprensive che conosciamo oggi. Ho visto anche il comportamento degli iscritti modificarsi nel corso del tempo, soprattutto il mio da quando ho deciso di comunicare un certo tipo di cose, in un certo modo e su un certo social. E sto lavorando alla possibilità di digitalizzare la mia attività fino al punto di usare i social come strumento utile per aumentare i profitti.

Lunedì sera dovevo seguire un workshop su Facebook insieme a un altro migliaio di persone. Dalle 18:00 la community entra in fibrillazione perché non funzionano i social così gli organizzatori, che avevano orchestrato tutto per usare gli strumenti offerti da Fb, si devono riorganizzare in poche ore per non fare una figura misera con i possibili clienti.

Questo è un problema serio.

Se imposto Instagram per veicolare storie e reel con cui vendo il mio prodotto, con cui chiedo un’affiliazione via mail ai clienti e con cui devo guadagnare e il servizio si blocca per cinque ore, io subisco un danno economico.

Questo è un altro problema serio.

Se sto organizzando il mio calendario degli interventi e delle lezioni e ho 10 conversazioni aperte con altrettanti clienti per concordare tempi, modi e pagamenti e Whatsapp va giù per cinque ore io subisco un danno economico.

Questo è ancora un problema serio.

Internet e il mondo digitale sono imprescindibili dai social, facciamocene una ragione. Anche se c’è chi usa il social esclusivamente per passare o perdere tempo non vuol dire che tutti debbano usarli in quel modo e se c’è qualcuno che lamenta un disservizio non è sempre e solo perché è un social addicted.

Ho seguito il mio workshop su un’altra piattaforma, ho riprogrammato la pubblicazione dei miei contenuti su IG e ho comunicato via SMS e mail con un certo disappunto e un po’ di nervosismo. Per il resto, le mie cinque ore senza social sono state uguali a come sarebbero comunque state senza il disservizio: ho lavorato, sono tornato a casa, ho cenato e chiacchierato con la mia compagna e poi mi sono messo a leggere come faccio tutte le sere.

A differenza di molte persone, una volta che i social sono tornati operativi, non ho sentito alcun bisogno di andare a sferzare con sicumera e arroganza con post taglienti e ironici tutti coloro che si sono sentiti persi senza poter postare cos’hanno mangiato, dove erano e cosa facevano.

C’è troppa gente che si sente più figa, più intelligente e più furba degli altri e questo non è a causa dei social ma a causa di dinamiche più profonde e articolate che non saranno oggetto di ulteriore approfondimento in questo post.

 

E per ora è tutto gente, buona vita

Commenti

  1. Un'analisi impeccabile.
    I social non vengono usati solo dai fancazzisti.
    Allo stesso tempo, però, è triste pensare che moltissime attività lavorative dipendano da essi.
    Ma, a conti fatti, è come se mancasse la corrente elettrica, senza preavviso, in un'intera città. Si fermerebbe inevitabilmente tutto.

    P.S. Non sopporto gli asterischi finali e te lo dico in amicizia, senza nessuna vena polemica.
    Perché il "tutti" non dovrebbe includere anche le donne? È sempre stato così. 😉

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    1. Parlo per esperienza personale su un progetto lavorativo in creazione: coi social si vende meglio e non mi pesa il fatto che il mio prodotto dipenda dal social, alla fine è un modo per collegarsi con il mercato.

      Riguardo l’* mi è stato fatto notare che alcune lettrici lo gradiscono e non mi costa niente inserirlo. Magari la prossima volta faccio con la ə

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    2. Non mi piace nemmeno quella.
      Semplicemente, da donna, credo che le Donne dovrebbero combattere battaglie più utili. 😉

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    3. Accolgo semplicemente le richieste di alcune lettrici.

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    4. Certo che il problema degli asterischi...

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  2. A me fa sempre sorridere che dipendiamo dai server di una unica società che se vanno KO quelli si blocca mezza internet..e l'altra mezza rallenta perché tutti si riversano di là, vedi Twitter, Telegram e pure Netlix :D Comunque in quelle 5 ore ho letto, e preso un pò in giro la situazione su Twitter :)

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    1. Infatti è un mondo che si è voluto liberare delle elite ma che poi si è rifugiato tra le sottane di nuove elite

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  3. Se ti manca la corrente e paghi un assicurazione puoi esercitare una rivalsa ed essere risarcito per il danno che subisce la tua attività.
    A mia moglie che ha un ristorante sta cosa è successa ed è stata rimborsata del danno.
    Non mi sento di paragonare la mancanza di corrente elettrica ( un servizio che paghi) al blackout subito da quei social.
    E come ti ho scritto su fb te lo ripeto anche qua.
    I social sono a gratis e che tu li utilizzi per lavoro o per divertimento è un problema tuo e se c’è un disservizio temporaneo o meno ti puoi pure lamentare ma non arrogare pretese o altro .
    Cerca un alternativa per la prossima volta che potrebbe capitare il disservizio.
    Ma te l’hai fatto no?

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    1. Si l’ho fatto. Ma avrei potuto pagare delle inserzioni pubblicitarie che in quelle cinque ore non avrebbero fatto il loro lavoro.
      Quindi chiedere un rimborso sarebbe stato il minimo

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  4. So che in alcuni paesi come l'India Facebook e gli altri social vengono considerati come servizi indispensabili proprio perché permettono di comunicare anche per lavoro abbattendo distanze fisiche che altrimenti sarebbero proibitive. Molte cose, social compresi, non sono giuste o sbagliate per loro stesse. Il discrimine è sempre e solo l'uso che se ne fa.

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    1. ..social, piattaforme ed internet intesi nel loro insieme....

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    2. E' l'uomo che sta dietro alla macchina il problema. Sempre lui

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  5. Io l'ho fatto un post dove sberlinavo i disperati di turno. Ovviamente non gente che ci lavora, coi social, ma solo miseria umana che ci si droga.. 😁

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    1. Ne ho letti tanti commenti di gente che non si disperava di non poter far vedere ai propri follower quello che stava mangiando.Più che disperati quelli sono imbecilli

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