FILM DELL’ANNO?
Nel 2018 Alessandro Baricco ha pubblicato un saggio molto
interessante. Si intitola The Game e reinventa il mondo digitale sotto forma di
gioco analizzando le parti che lo compongono e sottolineando il nostro ruolo
attivo. In uno degli ultimi capitoli Baricco introduce il concetto di
post-verità cioè il concetto di verità nelle informazioni digitali declinato
secondo i dettami di viralità e permanenza: in quest’ottica è più importante
l’impatto emotivo della notizia rispetto alla sua verità fattuale. Vale a dire
che fa più presa sull’opinione pubblica una stronzata detta bene piuttosto che
una verità detta male.
Se sei uno scienziato e devi avvertire la popolazione di un
disastro climatico imminente, dei pericoli di una pandemia, del grande
vantaggio di disporre in tempi brevi di un vaccino e lo fai con un linguaggio
scientifico difficile da comprendere, a suo modo asettico, sperando di essere
compreso da tutti, e in alcuni casi sopravvalutando le capacità di comprensione
di molti, non ti ascolterà nessuno o comunque ti ascolteranno in pochi. Se,
invece, devi sostenere che dentro un vaccino ci sia un microchip ti basta fare
un meme che verrà condiviso da tutti quelli che credono acriticamente a questa
stronzata ma anche da quelli che non ci credono per prendere in giro quelli che
ci credono.
Non-Scienza batte Scienza 1 a 0.
Ora guarda là fuori, scorri la tua home di Facebook o di
Twitter: prova a dirmi che non è così e ti chiamerò bugiardo.
Adam McKay, irriverente e satirico regista, ci ha fatto un
film su questa cosa qui. Un film che ridicolizza la società americana, ma per
estensione anche quella globale visto che la stupidità non conosce confini
geografici.
Il film si intitola Don’t Look Up e come da manuale ha
deliziato le menti più critiche almeno quanto ha fatto incazzare una
consistente frangia della popolazione mondiale.
Il leit motiv di Don’t Look Up è presto riassunto: nulla
resiste al potere delle teste di cazzo in servizio attivo e permanente.
La dottoranda Kate Dibiasky (Jennifer Lawrence) scopre che
una cometa grossa come il monte Everest punta dritta verso la Terra e di lì a
sei mesi il nostro pianeta potrebbe regredire all’epoca precedente alla nascita
della vita. Così, Kate, insieme al proprio professore, Randall Mindy (Leonardo
di Caprio) cerca di farsi ascoltare dal presidente degli Usa Orlean (Meryl
Streep). Qui comincia il teatro dell’assurdo.
Va in scena tutta la spietatezza con cui McKay dipinge la società americana
fatta di media rinconglioniti che seguono le mode del momento, di politici
corrotti desiderosi solo di tenersi attaccati alla poltrona, di magnati
dell’industria che influenzano le decisioni di governi e degli immancabili
negazionisti disposti a negare tutto e il contrario di tutto pur di sembrare
più intelligenti degli altri.
In tutto questo, mentre il countdown all’impatto viene
gestito da un’app per la dieta (e questo la dice lunga sul livello ironico del
film) anche l’eroismo di matrice hollywodiana finisce nel secchio della
spazzatura grazie a una scena breve ma intensa del grande Ron Pearlman che dà
un calcio nell’ipotetico culo di tutta una generazione di film, da Armageddon
in poi, che se la sono tirata con il tema dell’estremo sacrificio e
dell’umanità che nei momenti di crisi riesce a ricompattarsi e a salvarsi.
Se guardate indietro agli ultimi due anni riuscite ancora a
rimanere seri rileggendo la frase di prima?
Lawrence (che a me non piace ma in questo film mi ha
convinto un po’ di più rispetto al solito) e Di Caprio sono le punte di
diamante di un cast stratosferico che è gestito benissimo. Sono convinto al
97,75% che Di Caprio abbia accettato di fare questo film e quel ruolo dopo aver
letto le critiche annose sul suo docu-film sul cambiamento climatico.
E’ un attore – dice il pensatore libero medio(cre) –
pensasse a fare i film invece di parlare di cose che non conosce. Mio cugino,
che montava i condizionatori per la Tesla, mi ha detto che il cambiamento
climatico...
... e così finisce il mito dell’intelligenza: in una cazzata
detta da un cugino.
Guardatelo Don’t Look Up e mandate affanculo quel cugino.
E per ora è... no, i voti
Storia: 7.5
Personaggi: 8.5
Tematica: 9
Effetto Sorpresa: 6
Tecnica: 8
MEDIA: 7,8
E per ora è davvero tutto, buona vita e buon inizio anno
Un film che non è così comico, a volte mette veramente paura, perché molte cose sono veramente così! Come ha già scritto dappertutto :) a me ha inquietato molto il personaggio di Mark Rylance, il glaciale magnate della tecnologia...e personaggi così purtroppo esistono veramente e sono veramente così potenti
RispondiEliminaEsattamente. Fa tanta paura
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