BOBA UNCHAINED
Avevamo lasciato il cacciatore di taglie più famoso del
mondo di Star Wars (sorry Mando) tra le fauci del sarlacc nel mare di dune di
Tatooine e sorpresona: non è mica morto!
E grazie al...sarlacc, mi dirai, sennò su che la facevano la
serie?
Dunque, Boba si salva perché è un big boss cazzuto che non
si piega e non si spezza, più forte del vibranio e dell’adamantio, fa brutto a
tutti manco fosse un incazzoso tasso del miele.
In queste prime due puntate di The Book of Boba Fett
ritroviamo il cacciatore di taglie in una storia con una doppia linea
temporale: nella prima scopriamo come Boba è sopravvissuto al mostro e al
deserto mentre nella seconda lo vediamo assiso sul trono che fu del (poco) compianto
Jabba della dinastia Hutt.
In questa doppia visione della storia di Boba anche il suo
carattere sembra essere diverso a seconda della linea temporale. Come
signorotto locale di Tatooine è altezzoso e burbero mentre da sopravvissuto
scopriamo un Boba prigioniero dei predoni Tusken che si interessa alla loro
cultura e ci permette così di scoprire qualcosa in più su questi personaggi
marginali rispetto alle storie di Star Wars narrate fino ad oggi.
Questo, senza spoiler, è quello che avviene nelle prime due
puntate. Questa serie la seguirò così: quando mi va ne vedo una o due puntate e
ne scrivo. Senza alcuna pretesa di fare analisi tecniche o valutazioni.
A me il mondo di Star Wars piace e diverte al di là della
qualità di quello che può essere il prodotto.
E per ora dal mare di dune di Tatooine è tutto, che la forza
sia con te.
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