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Quando Fabrizio de André scrisse una canzone per Pier Paolo Pasolini.
Il 1975 è stato un anno terribile per la cultura: all’alba del 2 novembre, su una spiaggia vicino all’idroscalo di Ostia viene ritrovato il cadavere di Pier Paolo Pasolini. Uno tra i più grandi intellettuali del novecento.
Non sarà tranquillo nella morte quanto non lo è stato durante la sua vita.
Pasolini è stato un simbolo nel bene e nel male. Un simbolo di impegno politico e civile, di divulgazione, di dedizione all’arte di fare poesia, ma anche un simbolo dell’insofferenza di una certa parte della società nei confronti di quelle che esce dai loro ristretti schemi mentali. Un martire, quasi.
Pasolini ha avuto due colpe: essere sé stesso e criticare il potere.
Due colpe che nell’Italia di quei decenni si scontano amaramente. Nell'Italia che si scopre esposta a una violenza inaudita dentro le sue città d'arte, che dimentica le periferie più povere e guai a chi le racconta, un paese che si ritrova ferito dalle bombe, troppe che in quegli anni fanno stragi, e tradito da una classe politica che avrebbe dovuto traghettare il paese e la società in un mondo nuovo, lontano dalle tensioni e dalle miserie del secondo dopoguerra.
E invece l'Italia si scopre essere un paese con profondi problemi nella gestione del potere, quel potere che Pasolini individua nelle azioni della nuova borghesia. Un potere che avvelena.
Attaccato aspramente e in continuazione in vita, dopo la sua morte sarà suo malgrado protagonista di uno dei tanti, troppi, casi di cronaca nera italiana che soffocano in processi giudiziari e sociali che durano anni senza portare a nulla.
Curiosamente la figura di Pasolini si intreccia con quella di un altro poeta, Fabrizio De André, a cui negli anni ’80 la Rai commissiona una canzone (la sola e unica canzona scritta da De André su commissione) che farà da sigla per la trasmissione Dietro il processo e sarà dedicata ai casi di cronaca di Pier Paolo Pasolini e Wilma Montesi, due vite - come canterà il poeta ligure - scolpite ai bordi e accomunate da una storia sbagliata.
Un storia che non sarebbe dovuta accadere.
Un'altra storia che non sarebbe dovuta accadere riguarda proprio De Andrè. Questo brano è infatti il primo scritto dal cantautore dopo il suo rapimento insieme alla moglie Dori Ghezzi.
Lasciandosi alle spalle il dramma, Fabrizio De André contatta quindi il suo collaboratore Massimo Bubola e dopo qualche session in studio a cui leggenda vuole che partecipino anche la Premiata Forneria Marconi e i New Trolls nasce Una storia sbagliata.
Il cui testo è uno spettacolo di poesia, musicalità e profondità emotiva. Se non la conosci questo è il momento di recuperare.
Fabrizio De André, il poeta che canta gli ultimi, gli esclusi e gli abbandonati dalla società, per una volta canta le sorti del più illustre tra tutti i dimenticati, il cui nome per fortuna non è stato dimenticato nonostante la brutta storia sbagliata che ha messo fine alla sua vita.
Fatevi un favore: leggete Pasolini e ascoltate De André
Alla prossima
Bellissima hai fatto bene a condividerla. Di Pier Paolo Pasolini prima o poi devo iniziare a leggere qualcosa, ma le sirene nella mia libreria e nei mercatini sono tante e finisco sempre per leggere mille cose in contemporanea e dimentico i miei buoni propositi.
RispondiEliminaQuali titoli consigli per iniziare con Pasolini?
Non credo ci sia un titolo in particolare. Scegli tra Ragazzi di vita, Una vita violenta o Petrolio. Ti consiglierei anche di legger prima qualcuno dei suoi articoli per capire con chi hai a che fare.
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