IO E IL CALCIO: UNA STORIA FINITA...


... IN UN MODO O NELL’ALTRO



Ci sono storie che ti permettono di viaggiare nel tempo, tornare indietro ad una fase precedente della tua vita in cui tutto era diverso, emozioni, sensazioni, umori, in cui tu eri diverso. La mia storia con il calcio, giocato, guardato e tifato, è una storia che a pensarla per buttarla giù qui mi ha fatto tornare di parecchi anni indietro e nel mettere insieme ogni sua parte ci sono state una punta di divertimento qua, un assaggio di risentimento là e anche qualche sassolino nella scarpa che continua a rotolare e a pungere.

Ho voluto fotografare alcuni momenti della mia storia con il calcio e da adesso in poi mi riferisco a quello guardato in TV e dalle tribune delle stadio. Fermo immagine che risalgono ad alcuni momenti topici di questa esperienza.

Da tifoso ero milanista.

Alla fine degli anni’90 essere milanista in un paesino di ventimila anime della Sicilia Sud-Orientale dove o tifavi Juventus o non eri nessuno era un dramma adolescenziale. Tanto più che il Milan tra il 96 e il 97 inanella due stagioni pessime dando voce a quanti dopo i fasti del Milan di Sacchi e di Capello non aspettavano altro. Eppure dopo due anni terribili con piazzamenti a metà classifica o giù di lì, nel campionato 1998-99 sotto la guida di Alberto Zaccheroni e i gol di Oliver Bierhoff la squadra trova il ritmo e batte in volata la Lazio per uno scudetto, il primo che ricordi nella mia carriera di tifoso che per me ha avuto il sapore della rivincita.
L’immagine che associo a questo passaggio è quella di un giocatore poco appariscente, ma tremendamente efficace: Maurizio Ganz. In quella stagione ha segnato 5 gol decisivi. Solo 5. Ma decisivi.



Facciamo un salto in avanti di qualche anno. Lasciamoci indietro annate buone ma anche annate pessime, bruttissime sconfitte e anche un sonoro 6-0 in un derby e andiamo diritti alla sera del 28 maggio 2003. La prima Champions League vinta da tifoso. Tante emozioni catalizzate dallo sguardo di Andriy Shevchenko poco prima di battere il rigore decisivo contro la Juventus nella notte di Manchester. E non sarà la prima volta che Manchester apparirà in questo post, ma abbi pazienza, ci torneremo.
Cosa c’è di più appagante che vincere la Champions contro la Juventus? La temibile tritascudetti...




Ancora un passo avanti: 25 maggio 2005. Istanbul, finale di Champions League. Forse il giorno più brutto per la mia generazione di tifosi del Milan. In vantaggio per 3 a 0 dopo un primo tempo sontuoso, il Milan si fa raggiungere e poi battere ai rigori dal Liverpool in una notte maledetta. Il protagonista è ancora lui: Andriy Shevchenko ma stavolta lo sguardo è desolato.
Credo che le emozioni che ho provato prima, durante e dopo questa partita rappresentino esattamente il bello e il brutto di essere tifosi. Ti da una dimensione diversa di questo sport.



C’è una premessa che devo fare prima di raccontare questo passaggio ed è questa: quello che è successo nel 2006, passato alla cronaca come scandalo Calciopoli, ha profondamente scosso la mia passione per il calcio che in verità si stava già affievolendo. Io l’ho vissuta molto male questa storia e forse se non ci fosse stato questo momento che vado a raccontare tra poco avrei smesso di seguire il calcio già da maggio 2006.
Da tifoso milanista ho festeggiato scudetti e coppe ma da tifoso della Nazionale Italiana continuavo a sentire storie di quel fantastico mondiale del 1982 pensando che forse quell’emozione a me non sarebbe capitata mai.
Invece, caso strano, la Nazionale va a sbancare il mondiale tedesco del 2006 schiaffeggiando i padroni di casa e vincendo in finale nientemeno che con la Francia. Apoteosi pura.




Sempre Champions però non una finale, piuttosto quella che per me è La Partita Delle Partite della mia carriera di tifoso milanista: Milan-Manchester United, San Siro in Milano, 2 maggio 2007.

Semifinale di ritorno. Si viene dal 3 a 2 a favore degli inglesi maturato a Old Trafford. E già quella era stata, al di là della sconfitta, una Signora Partita. In casa il Milan di Ancelotti può anche temporeggiare e piazzare il colpo che varrebbe la finale, la terza in una manciata di anni, tanto più che lo stadio è sommerso da un acquazzone incredibile. Invece la squadra è entrata in campo per mordere e dopo il primo tempo vince 2 a 0. I fantasmi di Istanbul sono lì, pronti a rovinare i sogni di un giovane tifoso che non ne può più di questo sport, però quei fantasmi stavolta se ne staranno buoni buoni perché il Dio del Calcio ha deciso così. Ha deciso che il Manchester non segnerà più, anzi sarà il Milan a segnare ancora con Gilardino guadagnando una finale che sa di rivincita perché ad Atene ci sarà il Liverpool. Di nuovo. E stavolta sarà un’altra storia.




Finisce qui la mia passione per il calcio. Quella divorante forza che mi faceva stare attaccato alla radio a sentire Tutto il calcio minuto per minuto la domenica per poi aspettare 90esimo minuto; ciò che mi faceva litigare coi miei amici, disperare per le sconfitte e gioire per le vittorie si è spenta qualche settimana dopo la seconda finale contro il Liverpool.
Da allora seguo distrattamente e da lontano per lo più annoiato e ultimamente anche un pochino infastidito.

A presto per altre storie come questa

Commenti

  1. Le passioni cambiano, scoloriscono.. capita.. il mio essere milanista, con gli anni è diventato solo più maturo, cosciente, ma sempre presente. Certo vicino il divano ho un defibrillatore perché con l'età inizio a soffrire troppo, ma il Milan non si tocca, non affievolisce.. ma tu sei giovincello.. che ne sai di Vecchi e Chiarugi che vincono da soli, ad esempio, una Coppa delle Coppe.. e mille altri ricordi, specie contro la Rubentus.. resisto nel mio tifo, mi godo i miei ricordi.. fin da Prati e Rivera e poi Maldera, dal quale presi il vezzo di giocare a calzettoni tirati giù.. e ora son capace di passare un intero luglio a capire se De Ketelaere viene o non viene a giocare da noi.. e aspetto sempre un gol e una vittoria.. colori che mi ecciteranno sempre.. e poi giù chiacchiere infinite con gli amici.. e mia moglie la quale non comprende questa mia passione.. specie quando cerco di spiegargli che un Theo Hernandez, vale cento Letta.. ;)

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    1. Su "Un Theo Hernandez vale cento Letta" è partita un'ovazione

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  2. Questo post mi ha regalato una grande emozione, perché mi ha ricordato mio padre, inguaribile tifoso milanista.
    Quel 25 maggio stavo guardando la finale con lui ed ebbe la terribile idea di telefonare ad un mio caro amico juventino dopo le tre reti, per intonare "siamo noooii, siamo noooi. I campioni d'Europa siamo noi!".
    Inutile dirti che poco dopo spense il telefono e si rintanó in un doloroso silenzio.
    Non ho mai conosciuto uomini che perdessero la fede calcistica, sai?
    Quindi, da donna che detesta il calcio, ti dico chapeau.

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    1. Non lo considero un vanto ma solo una naturale evoluzione del mio modo di essere, non escludo ritorni di fiamma, però adesso che sono più equilibrato potrei anche essere un tifoso più posato e meno caciarone

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  3. Spiace che la tua passione si è affievolita, come sai io non arretro di un centimetro, anche se le cose alla mia squadra non stanno andando bene ultimamente :)

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    1. Dalle tue parti si dice mai molar se non sbaglio?!? ;-)

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  4. Tornando a bomba.. il defibrillatore ieri sera è stata davvero una mano santa.. ahahah

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    1. Ammetto che sono dovuto andare a vedere a cosa ti riferissi. Be' se il campionato dovesse continuare così fino alla fine sarebbe un bello spettacolo con tutte quelle squadre raggruppate. Mi ricorda i tempi delle 7 sorelle

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