"Heart of The Sea - Le origini di Moby Dick", la leggenda nasce dalla lotta tra uomo e natura



E' in questi giorni al Cinema il nuovo film diretto da Ron Howard, "Heart of The Sea - Le origini di Moby Dick", che racconta la storia dalla quale Herman Melville raccolse gli elementi per scrivere il suo romanzo capolavoro "Moby Dick or The Whale", pubblicato nel 1851.


Heart of The Sea, la premessa
(attenzione, piccoli spoiler) Attorno al 1850, lo scrittore Herman Melville (Ben Whishaw) è deciso a convincere un uomo provato dagli anni, la cui moglie (Michelle Fairley) gestisce una pensione, a raccontare la sua storia, dalla quale trarre il suo prossimo romanzo. Quell'uomo è in realtà il marinaio Thomas Nickerson (Brendan Gleeson), che, seppur con una riluttanza, comincia a dialogare con Melville partendo dall’inverno del 1820, quando egli era destinato alla nave baleniera Essex, pronta per salpare dal porto di Nantucket, in Massachusetts. L'olio di balena è al centro del commercio ed è il combustibile essenziale per la civiltà occidentale in continua evoluzione. La compagnia per la quale ha già raccolto migliaia di barili obbliga il primo ufficiale Owen Chase (Chris Hensworth) a restare tale per un'altra missione e rinunciare alla promozione a comandante perché la Essex sarà guidata dal rampollo di famiglia, il capitano George Pollard (Benjamin Walker). Chase, che ha lasciato moglie e (futura) figlia a casa, parte con l'obiettivo di tornare presto e con più carico possibile. Guadagna da subito la fiducia degli uomini a bordo ma il rapporto con Pollard è conflittuale, soprattutto dopo le prime tempeste in mare e le prime balene catturate. Dopo qualche mese e parecchie difficoltà, la Essex viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e la forza elefantiache, ed un senso quasi umano di vendetta. Per Owen e Pollard, oltre che per il giovane Thomas (Tom Holland) e tutto l'equipaggio, è l'inizio della lotta contro la natura e il loro destino. (fine spoiler)


La lotta tra uomo e natura


"Heart of The Sea" non è un nuovo tentativo di raccontare sullo schermo il capolavoro letterario di Melville (per questo basta ad esempio il bellissimo "Moby Dick" di John Huston del 1956) ma cerca di scavare, come il titolo italiano (per una volta perspicace) dice, alle origini della storia diventata leggenda. Ed è già di per sé intento audace e non semplice. Scritto da Charles Leavitt, il film è tratto dal romanzo "In the Heart of the Sea: The tragedy of the Whaleship Essex", scritto da Nathaniel Philbrick nel 2000, che ricostruisce gli eventi da cui Melville ha preso ispirazione per la sua opera. Ron Howard, che ha lavorato per molto tempo al progetto, riesce, a mio parere, a realizzare un film intenso, crudele, spietato persino, che non lascia nulla dietro a sé e apre ad alcune importanti riflessioni.
Fino a che punto l'uomo può spingersi nei confronti del mare e dunque della natura e delle sue creature? Fino a che punto è giusto e concesso aggredirla? E l'uomo, se sconfitto, fino a dove può arrivare per la sua sopravvivenza, e c'è ancora una speranza?
La caccia al petrolio dei nostri tempi, se ci pensiamo, non è molto dissimile da quella all'olio di balena del 1820. Le nazioni più potenti e ricche del Mondo sono disposte a tutto per accaparrarsi l'oro nero, a qualunque cifra e prezzo (anche di risorse umane). La compagnie marittime del XIX secolo erano altrettanto disposte a tutto. Le baleniere solcavano i mari in cerca di grossi cetacei da abbattere e fare a pezzetti, traendone profitto. Quell'olio era essenziale per illuminare le città, le lampade delle case e far funzionare i macchinari delle industrie. Troppo presto perché l'umanità potesse scoprire vie alternative e molto meno abominevoli che uccidere esseri viventi. Ma ogni volta, si consumava una sfida vicino e spesso oltre ogni limite. Navi che si perdevano al largo degli Oceani, uomini che in condizioni impossibili restavano via per mesi e avvolte anni per raggiungere il risultato, soli contro l'ignoto. A farne le spese, quasi sempre, cetacei che venivano ammazzati senza pietà e che avevano il solo torto di difendersi, e, quando vi riuscivano, a soccombere erano invece gli uomini. Così come nel caso dell'ultima missione della Essex, quando, all'ennesimo e troppo arduo assalto è l'animale a sovrastare l'uomo, attraverso una creatura enorme e quasi mostruosa, degna delle più oscure leggende. Capace di resistere alle fiocine e alle corde e determinata a vendicarsi dell'aggressione subìta, per rivendicare il proprio diritto alla vita. Ed è qui il punto di svolta del racconto e il momento nel quale occorre farsi un'unica domanda: chi deve vincere? L'uomo, che vuole svilupparsi e per farlo non si fa scrupoli a forzare la natura che deve prostrarsi alla sua volontà, o la natura stessa, che rivendica la sua rilevanza e il fatto di essere stata creata prima dell'uomo e dunque è esso che deve rispettarla sempre, e per il suo sviluppo deve attingere solo alla sua intelligenza e capacità, senza modificare l'equilibrio dell'ecosistema? Il film pone tali quesiti e sta allo spettatore giungere a una conclusione. La mia è senza dubbio è che a vincere debba essere la natura e che l'uomo abbia l'obbligo di tracciare il proprio futuro traendo ciò che la natura di per sé stessa ci offre per vivere ma non andando oltre ciò che è permesso e che è corretto.




Un film non perfetto ma visivamente strabiliante

In una recente intervista, il regista Ron Howard ha dichiarato a proposito del film: «Anche solo cinque anni fa realizzare una pellicola come questa non sarebbe stato possibile. La tecnologia CGI che abbiamo a disposizione ci ha aiutati a rendere la balena un vero e proprio personaggio. Lo spettatore non ha bisogno di una sospensione di incredulità per lasciarsi coinvolgere dalla storia. Se non avessi avuto gli strumenti per dare vita a questa creatura, però, non avrei mai girato il film. Il mio obiettivo è fare un tipo di cinema in cui il pubblico si possa perdere, con personaggi con cui si possa relazionare facilmente. Lo spettatore dovrebbe sentirsi parte di un’avventura grandiosa e lasciarsi stupire da quel che vede. Questi sono anche i miei desideri quando vado al cinema». (fonte BestMovie.it). Howard, che in carriera ha diretto film quali Apollo 13 (1995), A Beautiful Mind (2001) e Rush (2013), solo per citarne alcuni, è un autore che da sempre cerca di unire spettacolo a lavoro di scrittura. In Heart of The Sea non riesce forse appieno nelle intenzioni, in quanto l'ottima prova del cast (su tutti Chris Hemsworth, che dimostra di essere in una fase di evidente evoluzione positiva come interprete) non va a completare l'approfondimento che sarebbe stato utile per comprendere pienamente ogni personaggio, la cui descrizione è abbozzata lasciando allo spettatore la possibilità di definire ciascuno di essi. Si comprende invece immediatamente la furibonda personalità della Balena Bianca che in tutta la sua forza crea un senso di paura e per questo forse di empatia più diretta. In questo, gli effetti visivi sono di grande aiuto, perché risultano certo molto cospicui (e del resto non è la prima volta in epoca recente) ma non vuoti, funzionali solo da un punto di vista tecnico, ma lo sono anche sul piano squisitamente narrativo. E' da notare, infine, anche la bellissima fotografia di Anthony Dod Mantle, sempre precisa in ogni momento del film.



"Heart of The Sea" è un film da non perdere, soprattutto per gli appassionati del mare e della narrativa, oltre che del romanzo originale di Melville. Ma tutti gli spettatori possono certamente trovare buone ragioni per riflettere su aspetti molto importanti della vita.


La scheda del film

"Heart of The Sea – Le origini di Moby Dick" (In The Heart Of The Sea), regia di Ron Howard – USA 2015 – Drammatico, Avventura
interpreti principali: Chris Hemsworth, Cillian Murphy, Michelle Fairley, Paul Anderson, Charlotte Riley, Brendan Gleeson, Ben Whishaw, Benjamin Walker, Jordi Mollà, Tom Holland, Joseph Mawle, Jamie Sives, Donald Sumpter, Frank Dillane, Sam Keeley, Brooke Dimmock, Andy Wareham
Soggetto: Charles Leavitt, Rick Jaffa, Amanda Silver, tratto dal romanzo “In the Heart of the Sea: The Tragedy of the Whaleship Essex” di Nathaniel Philbrick
Sceneggiatura: Charles Leavitt
Montaggio: Daniel P. Hanley, Mike Hill
Fotografia: Anthony Dod Mantle
Scenografia: Mark Tildesley
Costumi: Julian Day
Musica: Roque Baños
Prodotto da Cott Productions, Enelmar Productions, A.I.E., Imagine Entertainment per Warner Bros. Pictures Italia
Durata: 121′
Note: a colori, in 2D e 3D




Giuseppe Causarano







Commenti

  1. Moby Dick è stato uno dei primi romanzi che lessi da piccolo. Insieme a Il richiamo della foresta, Zanna Bianca e Robinson Crusoe ha contribuito a far nascere la mia passione per la lettura. Un giorno lo leggeró in inglese così come vorró leggere il romanzo da cui è tratto questo film.

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  2. Sì, è lo stesso per me. Un romanzo bellissimo, il Moby Dick di Herman Melville, ma allo stesso tempo mi ha incuriosito moltissimo questo nuovo film che vorrei leggere anche il romanzo di Philbrick.

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