The Shield: se ti dico scudo ...



…a cosa pensi?




Oggi parliamo di una serie TV di cui mi hanno parlato due amici convincendomi a guardarla e consigliandomi alcune linee guida con cui interpretarla.

Andata in onda dal 2002 al 2008, la serie TV The Shield, scritta da Shawn Ryan e prodotta da Kurt Sutter, è un punto di riferimento per i crime drama anche se non tutti, ingiustamente, gli attribuiscono la grandezza necessaria.

A Los Angeles, nel distretto (immaginario) di Farmington, si legano insieme le storie dei componenti di un giovane distretto di polizia inserito in un contesto sociale particolarmente delicato spaccato tra lotta allo spaccio di droga, i conflitti razziali e una difficile convivenza con le gang criminali che spadroneggiano nel quartiere e nell’intera città. 

Per i poliziotti e i detective di Farmington, lo scudo (the shield) assume significati diversi: se per il capitano David Aceveda si tratta di un mezzo per aumentare il suo potere politico, per i detective Wagenbach e Wyms rappresenta il simbolo della giustizia che prevale sul crimine; se per la recluta Julien Lowe rappresenta la legge, per l’agente Danielle Sofer simboleggia il duro lavoro. In mezzo a tutte queste aspettative e motivazioni c’è la squadra d’assalto guidata dal detective Victor “Vic” Mackey e composta, oltre a lui, dai detective Shane Vendrell, Ronnie Gardocki, Terry Crowley e Curtis “Lem” Lemansky. Questa squadra si muove nel difficile territorio che sta tra la legalità e il crimine sconfinando spesso nel secondo per garantire la prima. Più o meno.



Creata per gestire la difficile situazione di Farmington, la squadra capitanata da Vic è a tutti gli effetti un gruppo di incursori capaci di gestire situazioni ad alto rischio nella miniera più efficiente, ma vi basterà guardare la prima puntata per capire che a loro lo scudo, il distintivo, serve per coprire gli ettari di merda che si attirano addosso e per spalarla opportunamente sotto il primo tappeto a disposizione. Con il risultato di creare l’equivalente delle Montagne Rocciose.

Fino a quando questo può durare senza che gli effetti collaterali distruggano ogni cosa e ogni rapporto umano?



The Shield non è la mia prima esperienza con il lavoro di Kurt Sutter e con la sua capacità, unità a quella di Shawn Ryan, di raccontare le evoluzioni delle dinamiche di gruppo in un contesto con numerosi input come la voglia di affermarsi, la ricerca del potere e del rispetto, il senso di appartenenza a un gruppo e la difesa dei membri di quel gruppo.
Sutter mi aveva convinto con Sons Of Anarchy (ne ho parlato QUI) e mi ha straconvinto con The Shield. Se in Sons Of Anarchy si racconta di una redenzione cercata a ogni prezzo, in The Shield è l’esatto opposto: si parla di una caduta in un abisso che diventa sempre più nero e che cerca di inghiottire tutto e tutti perché - come cantava Robert Plant - se continua a piovere, quando l’argine si rompe non avrò dove nascondermi.

In quest’ottica di confronto tra serie TV, l’amico MikiMoz del blog Moz O’Clock ci dice la sua:

Prima di Breaking Bad c’era un'altra opera con protagonista pelato che, anche per amore della famiglia, passa sempre più al lato oscuro: lui era Vic Mackey.The Shield fa parte di quella generazione di serie tv quando la serie tv stavano per diventare una moda ma ancora non lo erano. Inoltre, fa parte di quelle serie tv più cattive, dark, dai linguaggi nuovi e moderni che iniziarono con Oz e inglobarono ad esempio Nip/Tuck e tutte quelle tra la fine dei ’90 e i primissimi anni 2000.The Shield è ancora oggi un ottimo poliziesco, duro e sincero. Certo più romanzato del coevo The Wire, ma incredibilmente funzionante e appassionante.
Le vicende di Vic e del suo Strike Team, che puntata dopo puntata sprofondano sempre più in intrecci infernali (da loro stessi creati, spesso), fanno di
The Shield una serie tv imprescindibile che ha brillantemente superato il rischio di obsolescenza e anzi diventa fulcro essenziale per comprendere sia i tempi di allora sia i tempi di oggi rapportati alla serialità televisiva.The Shield non dovrebbe mancare, come visione, se vi ritenete fan delle serie tv.
Il resto, da
The Shield in poi, sarà altrimenti soltanto un… just another day.


Già che Mikimoz ha tirato in ballo Breaking Bad (ne ho parlato QUI ma la dovreste conoscere) colgo l’assist per aggiungere solo un piccolo appunto: ritengo che The Shield e BB siano incommensurabili nel senso che non può esistere una misura che possa essere utile per confrontarle. Semplicemente raccontano due storie che hanno diversi punti di contatto ma se BB eccede nel romanzare e spettacolarizzare tutto, The Shield colpisce con crudezza spietata dritto allo stomaco. Se BB ha delle scene iconiche, The Shield mi ha proposto delle scene che mi hanno scioccato per la loro semplice spietatezza. Sono grato di vivere in un universo in cui esistono entrambe.



La parola adesso passa a Salvatore, tra i più grandi sostenitori di The Shield che io conosca:

“Il poliziotto buono e il poliziotto cattivo oggi non ci sono. Io sono un tipo differente di poliziotto”  è la frase che più rappresenta The Shield, la serie crime drama per eccellenza. Una frase che rimarrà presente e costante dal primo all'ultimo episodio, ancora attuali come non mai, che brutalmente rispecchiano la società di oggi, mai giusta fino in fondo e in grado di corrompere anche le figure che apparentemente sembrano incorruttibili, ma che messi alle strette, mutano lo scudo con il quale difendere i cittadini in un mezzo per raggiungere i loro scopi. Dalla squadra d'assalto ai detective Dutch e Wyngs, da Aceveda alla Rolings … Non esistono poliziotti buoni o cattivi … Solo un altro genere di poliziotti … Ed è quello che cattura lo spettatore, lo droga, lo assuefà e lo tiene incollato allo schermo tutto il tempo con un costante senso di adrenalinico stupore e spiazzante disagio.

Non esistono poliziotti buoni e poliziotti cattivi, solo poliziotti, esseri umani fallibili che spesso cadono nel vizietto di usare per il proprio tornaconto personale la goccia di potere che il distintivo concede loro.

Vi fidereste di un poliziotto che ruba soldi ai criminali e combatte la violenza con altra violenza?
No, vero.
E se questo poliziotto riuscisse ad arrestare un criminale pericoloso che minaccia la vostra famiglia, ci ripensereste?
Forse la risposta è ancora no, ma già il tarlo del dubbio si è instillato nella vostra mente.

Il fatto è che la vita non è giusta. E’ solo vita.

E The Shield non è una serie TV, è una grande Serie TV.

E’ tutto gente, buona vita.

Commenti

  1. Confermo: grandissima serie tv.
    In effetti ti fa proprio chiedere quella cosa, e nel corso della serie anche i protagonisti "buoni" tollerano col muso storto le imprese di Vic basta che comunque faccia il suo lavoro.
    È una serie con moltissima umanità, specie nei lati più bassi.

    Moz-

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Secondo me riesce a interpretare bene la "verità di scena" cioè il racconto dei fatti senza la spettacolarizzazione a tutti i costi, senza abbellire troppo o abbruttire troppo (il che è pure peggio). Quello che ne viene fuori è una verità molto simile a quella reale. Bravi Sutter e Ryan e bravi gli addetti al casting di questa serie.

      Elimina
    2. Sì, i personaggi sono molto molto scespiriani. Alla fine si nota la drammatizzazione, a tratti anche spinta, ma funziona bene^^

      Moz-

      Elimina

Posta un commento