Dylan Dog 666:il rito di passaggio


I fumetti rappresentano una percentuale considerevole delle mie letture e se devo pensare a un nome verso il quale nutro un interesse particolare, quel nome è Dylan Dog, sicuramente una delle pubblicazioni più importanti nella storia editoriale della Bonelli. Il personaggio, ideato parecchi anni fa da Tiziano Sclavi è ormai consacrato nell'olimpo della fumettistica del nostro Paese, è diventato un’icona la cui grandezza si è legata nel corso degli anni, albo dopo albo, al sapersi ritagliare il proprio spazio nel mondo degli interessi dei lettori inventando la figura archetipica dell’indagatore dell’incubo.

Per me Dylan Dog rappresenta un misto di rigorosa interpretazione dei fatti e delle prove e di incredibili rivelazioni. Un contesto in cui Dylan impersona colui che con lucidità indaga il mistero attraverso i mezzi della scienza per trovarsi spiazzato poi di fronte ad eventi che la scienza non riesce a spiegare. Per me questo tipo di storie sono il massimo.



Sono arrivato a Dylan Dog tardi e per questo negli ultimi anni mi sono deciso a setacciare i mercatini dell’usato, lista alla mano, per recuperare l’intera collezione degli albi già pubblicati ma ogni tanto butto pure un occhio in edicola per vedere cosa c’è di nuovo a Craven Road.

Così nel dicembre del 2018 ho cominciato a seguire il ciclo della meteora che prometteva un epilogo spiazzante riguardo le vicende di Old Boy e inseriva un tipo di narrazione che portava a una fine delle avventure di Dylan, Groucho e Bloch. E poi?

Poi, in realtà, ho visto nascere un vero e proprio rito di passaggio, lo stesso che molte popolazioni antiche celebravano in modo sfarzoso e con rispetto: si celebra la fine di una serie di eventi e si festeggia l’inizio di una nuova serie di eventi.

Anche Dylan Dog ha celebrato il suo rito di passaggio.

L’arrivo della meteora, infatti, è stato il pretesto con cui si è arrivati ideologicamente alla fine di un percorso. Con l’albo numero 400 il fumetto di DD ha messo la parola fine a un certo tipo di narrazione e ha posto le basi per iniziare una nuova strada. Ed è iniziato il ciclo 666.




Il ciclo Dylan Dog 666 si compone di 6 albi numerati dal 410 al 406 in cui il curatore della linea editoriale Roberto Recchioni in accordo con Tiziano Sclavi propone una linea narrativa diversa che racconta le origini di Dylan prima che fosse l’indagatore dell’incubo sensibile, animalista, astemio e perennemente innamorato della vita e della final girl di turno.

Il nuovo Dylan ha un passato complicato le cui conseguenze lo hanno fatto attaccare alla bottiglia, cosa per cui ha lasciato la polizia ma, cosa ancor più grave, deve vedersela con un terribile serial killer che circola per Londra e si “diverte” parecchio a seminare morte.




E cosa c’è di peggio di un criminale che ride di gusto compiendo le sue nefandezze? Ne sa qualcosa un certo Bruce Wayne ma questa è un’altra storia...


Cominciato nel febbraio 2020 (curiosamente pochi giorni prima dell’inizio della pandemia COVID_19) il ciclo Dylan Dog 666 si è concluso a fine giugno terminando il rito di passaggio del personaggio di Dylan Dog.




Non sto parlando di un ciclo che è obbligatorio leggere o conoscere per capire meglio la costruzione del personaggio ma per me è piuttosto un modo per dare alle pubblicazioni una ventata di modernità necessaria per rendere il tutto più aderente al contesto in cui viviamo oggi.


Se poi questo pagherà lo sapremo solo dando tempo al tempo. E all’orrore...


 

Per ora è tutto, buona vita gente


Commenti

  1. Come ho scritto anche nel mio blog, a me questo ciclo non mi ha convinto del tutto. O meglio... mi sarei aspettato una chiusura meno scontata e scritta meglio. Per il resto, anche dopo il ciclo della Meteora (che mi è piaciuto ancor meno), direi di preferire di gran lunga gli episodi autoconclusivi. Vedremo i prossimi 2 numeri cosa ci riserveranno...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Si, il finale mi è sembrato abbastanza sbrigativo. Vedremo. Dopo questo ciclo io ricominceró il grande recupero degli albi vecchi che non ho ancora letto, per i nuovi ci sarà tutto il tempo.

      Elimina

Posta un commento