STORIA DI ALFREDO
Questa è la storia di Alfredo. Alfredo è un megalodonte che
vive nelle profondità dell’oceano, in un microclima protetto miracolosamente da
una nebbia sottomarina che lo cela al mondo intero. Alfredo è felice perché non
sa. All’alba dei suoi svariati miliardi di anni di vita, il megalodonte, meg
per gli amici, se la spassa nelle profondità degli oceani mangiando tonnellate
di pesci, qualche balenottera e anche un calamaro gigante quando vuole integrare
la sua dieta. Purtroppo Alfredo vive sul pianeta Terra dove una razza di esseruncoli
imbecilli e caciaroni, che crede di essere la specie dominante solo perché ha
inventato cose come i social network o i reality show, pensa anche di avere il
diritto di rompere le pall esplorare qualsiasi luogo del pianeta.
Vi presento Alfredo.
Certo, Alfredo non è carino nè puccioso. Voi lo sareste se
aveste vissuto per miliardi di anni al buio? Voi che se non vi fanno fare lo
spritz date di matto?
E, a proposito di matti, ecco che un nutrito gruppo di
scienziati fighi, tutti personaggioni simpatici e spacconi, si mette in testa
di andare a esplorare il mondo di Alfredo. Perché? Ma per guadagnare
fantastilioni di dollari con le scoperte che faranno. Perché questi sono gli
scienziati nei film: fighi, divertenti e interessati alla pecunia. Anche se
loro dicono di no.
A capo del progetto c’è una nostra vecchia conoscenza:
Dwight Schrute: Evidentemente l’attività di vendita delle rape – questa la
capiranno solo quelli che conoscono The Office - rende bene perché è diventato fantamilionario
come Zio Paperone e quindi ha investito nel creare una stazione spaziale
sottomarina per osservare le profondità degli oceani e come attività
integrativa c’è anche un’escursione per sfruttare in un modo che non ho capito
la scoperta del mondo di Alfredo.
Il fatto è che loro non sanno che l’inquilino di quel piano
è suscettibile agli assembramenti e ha anche un caratteraccio. E ovviamente il
fatto che sia grosso come un grattacielo e che abbia una fame insaziabile sono
dettagli.
Così la nebbiolina calda che ha trattenuto uno squalo
preistorico di migliaia di tonnellate lungo 20 metri nel fondale di un oceano,
a causa delle esplorazioni dei nostri amici non riesce più a farlo e il nostro
amico megalodonte curioso viene fuori dal suo mondo per esplorarne uno nuovo.
Ma Alfredo è sempre uno squalo cioè un animale che studia quello che lo
circonda con un metodo un po’ bizzarro: a morsi. Solo che i morsi di Alfredo
sono in grado di spezzare le navi in due e inghiottire le persone intere senza
neanche masticarle. E poi Alfredo è anche disorientato dalla violenza con cui
questi esserini presuntuosi e minuscoli lo trattano. Gli sparano, gli fanno
male e lui, l’essere vivente che non ha predatori in natura, può mai porgere l’altra
pinna?
No. E allora i nostri amici scienziati chiamano in causa
Jason Statham, l’unico uomo al mondo capace di prendere a pugni qualsiasi cosa
e disintegrarla. Anche se si trova in acqua, pesa un assurdità di tonnellate e
si muove come un siluro nel suo habitat naturale.
Povero Alfredo.
Tornando seri, si fa per dire, The Meg è un film del 2018
diretto da Jon Turtletaub e basato sul romanzo horror-fantascientifico omonimo
dello scrittore Steve Alten. Tema centrale è l’esistenza del megalodonte, lo
squalo primordiale nonché uno dei più grandi predatori della storia dell’evoluzione.
Non ho letto il romanzo – figuratevi se non voglio farlo adesso – ma il film è
una piacevole anche se stupida fiera di cliché del cinema action. C’è l’eroe
caduto in disgrazia, il ricco senza scrupoli, il progetto scientifico al limite,
i simpatici scienziati che comunicano per acronimi, l’ex moglie da salvare, il
cagnolino in difficoltà, i riferimenti (troppi) a quel capolavoro del cinema
che è Jaws. Dentro c’è qualsiasi cliché narrativo e nessuna voglia di
nasconderlo. Un campionario di due ore di cliché.
Eppure mi aspettavo molto peggio.
The Meg ha anche il suo perché, ma solo se lo prendete come
un omaggio alla cinematografia con gli squali.
E poi c’è Alfredo.
E per ora è tutto gente, buona vita.
Ho beccato mia moglie a guardarlo senza di me :D Comunque da quello che ho visto abbastanza trash da diventare anche divertente
RispondiEliminaEsattamente così. So bad it’s so good!
EliminaNo. E allora i nostri amici scienziati chiamano in causa Jason Statham, l’unico uomo al mondo capace di prendere a pugni qualsiasi cosa e disintegrarla.
RispondiEliminaahahahahahahah mitico Jason Statham..
Ma manca una parola: Asylum :D
(no, non è dell'Asylum, peccato)
Quelli gli squali li ficcano nei tornado
EliminaDunque, confermi che non per forza i film-cliché sono brutti.
RispondiEliminaCi sta che ogni tanto possano divertire, senza prendersi sul serio...
Colpa d'Alfredo.
Moz-
Alfredo rulez!
EliminaQuindi, lo vediamo preparandoci a ridere dei cliché? E perché no!
RispondiEliminaCiao Mick, credo che ci siamo conosciuti durante la diretta IG di Miki Moz, qualche settimana fa. Arrivo dal blog di Nick Parisi curiosa di conoscere chi è stato "incoronato" dal suo meme e per me ancora una novità. Mi piace il tuo blog, alla prossima!
Ciao Mariella, sei la benvenuta. Grazie dei complimenti
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