LABIRINTI DELLA MENTE UMANA
Ci sono storie di cronaca nera in cui criminologi e studiosi
delle mente e delle sue dinamiche si arrovellano sulle motivazioni che possono
spingere qualcuno a uccidere altre persone: alterazioni dei processi mentali,
sdoppiamenti di personalità, raptus momentanei, vendetta. Per quanto il
progresso scientifico ci abbia permesso di andare sulla Luna o comunicare gli
uni con gli altri in poche frazioni di secondo, la mente umana, nei suoi
recessi più profondi, rimane ancora un piccolo insondabile mistero.
E’ la notte del 10 gennaio 1993 a Prevèssen-Moens, un
piccolo centro urbano di poche migliaia di abitanti situato nella regione
sud-orientale della Francia, quasi al confine con la Svizzera. Un cittadino ha
chiamato i pompieri perché la sua casa sta andando a fuoco. Appena i vigili del
fuoco arrivano sul posto, l’uomo spalanca la finestra per permettere loro di
intervenire e uno dei soccorritori fa appena in tempo a salire sulla scala per
raggiungerlo che l’uomo gli si è già accasciato tra le braccia. Dopo che le
fiamme sono state domate vengono estratti dalle rovine dell’abitazione i corpi
senza vita della moglie e dei figli del proprietario.
L’uomo, unico superstite del rogo, si sveglierà dopo qualche
giorno con orribili ustioni e un avvelenamento da farmaci. E si troverà
ammanettato al letto dell’ospedale. Perché?
L’uomo si chiama Jean-Claude Romand, membro stimato della
comunità cittadina, medico e ricercatore presso l’Organizzazione Mondiale della
Sanità, padre affettuoso e marito premuroso a detta dei vicini di casa e degli
amici.
Pluriomicida, secondo la polizia.
Nelle ore in cui Romand era in coma farmacologico un
poliziotto si è recato a pochi chilometri dalla cittadina, nella tenuta dei
genitori per comunicare la triste notizia e, insospettito dallo stato
dell’abitazione, vi si è introdotto scoprendo così i cadaveri degli anziani
occupanti. Quasi contemporaneamente a questo macabro ritrovamento, il medico
legale che conduceva l’autopsia sul corpo della moglie di Romand aveva riscontrato
un forte trauma cranico, molto probabilmente mortale, e sui corpi dei figli
ferite da arma da fuoco alla testa.
Dopo l’autopsia condotta sui cadaveri dei genitori di Romand
gli esperti di balistica converranno nell’ammettere che sia la coppia di
anziani che i bambini sono stati uccisi dalla stessa arma, probabilmente una
carabina di piccolo calibro con silenziatore. Un’arma appartenuta al padre di
Romand in cui resti sono stati ritrovati tra le macerie della casa bruciata.
Sembra un thriller americano ma è la realtà. La
ricostruzione delle ore che precedono il rogo assomiglia però a un horror.
Da quello che gli investigatori riescono a ricostruire pare
che Romand abbia mentito alla sua famiglia e a tutti gli amici per quasi
vent’anni dicendo di essere un medico. Tutte le mattine usciva di casa ben
agghindato dicendo di recarsi al suo ufficio all’OMS e invece passava la
giornata a leggere in macchina in un parcheggio isolato fuori città oppure
faceva lunghissime passeggiate nei boschi. Ogni tanto si inventava un viaggio
di lavoro a Parigi nel corso del quale in realtà andava a trovare la sua
amante. Per mantenere uno stile di vita all’altezza del lavoro che millantava
di avere prendeva in prestito grosse somme dai genitori, dagli amici intimi e
perfino dall’amante promettendo di fare investimenti decennali, ma usandoli
invece come una cassa perpetua personale.
All’inizio del 1993, però, le cose non vanno più bene per Romand poiché alcuni familiari e l’amante chiedono indietro i soldi investiti e gli interessi maturati, inoltre la moglie scopre casualmente alcune incongruenze nel suo comportamento e il suo castello di bugie si ritrova prossimo a crollare. Terrorizzato dalla cosa Romand va in tilt e decide di sterminare la sua famiglia e poi suicidarsi. Ed è quest’ultimo passaggio della storia quello in cui si cela il vero mistero.
Dalla ricostruzione dei fatti durante il processo che lo
vedrà colpevole e condannato alla pena dell’argastolo (mitigata nel 2019 in
libertà ristretta e vigilata), Romand si sarebbe procurato con un paio di
giorni di preavviso un pesante mattarello da cucina compatibile con le ferite
inflitte alla moglie e sarebbe anche andato a casa dei genitori per recuperare
la carabina da caccia del padre. Dopo un breve soggiorno a Parigi, durante il
quale cerca di assassinare l’amante senza riuscirci, torna a casa e uccide la
moglie dopo averla fatta ubriacare e addormentare. Quindi sveglia i figli e
guarda qualche cartone animato insieme a loro prima di attirarli nella loro
cameretta e ucciderli con la carabina. Dopo aver coperto i tre cadaveri con
della coperte si reca a casa dei genitori e li uccide entrambi per poi tornare
nuovamente a casa sua dove inscenerà l’incendio dopo quasi 20 ore. Che è
successo in quel lungo lasso di tempo?
Da quello che dichiara al processo, Romand rimane a casa sua
in preda a violenti attacchi di sensi di colpa, medita vari modi di togliersi
la vita perché non sopporta di convivere il peso di quello che ha fatto;
ripensa a come è iniziato il suo lungo inganno e beve tanto. Poi prende una
videocassetta e ci registra sopra tutto ciò che passa in TV per le successive
ore, una videocassetta sulla quale erano registrati avvenimenti familiari
accaduti anni prima. In pratica, Romand cancella ancora una volta, questa volta
metaforicamente, la sua famiglia. Poi appicca il fuoco alla mansarda di casa,
ingerisce una cospicua dose di sonniferi e chiama i pompieri.
Nonostante l’atteggiamento penitente, i modi colpevoli e i
continui svenimenti durante il processo, sono in molti a credere che Romand non
abbia mai voluto davvero suicidarsi ma che lo abbia fatto in modo blando per
depositare sul suo conto personale un po’ di pietà da spendere come visibilità.
In particolare, la giornalista di Libération Catherine Erhel definisce Romand
una carogna della peggior specie e in uno scambio di battute con lo scrittore
Emmanuel Carrére (che di tutta questa storia ha scritto nel potentissimo
romanzo L’Avversario) non riesce a darsi pace sull’attenzione mediatica che gli
si sta riservando perché, secondo lei, è proprio quello che lui vuole. A
confermare, in parte, questo pensiero ci sono le perizie psichiatriche che
parlano di comportamento ordalico.
Io ho chiesto a una psicologa mia amica e dopo aver
scambiato un po’ di idee sul caso Romand ha chiarito bene come
personaggi con forti tendenze a staccarsi dalla realtà riescano a costruirsi
realtà alternative e personalità alternative a cui fanno compiere qualsiasi
tipo di crimine efferato usando il meccanismo mentale della rimozione.
Personaggi con personalità multiple alcune delle quali possono essere stimati
medici e premurosi padri di famiglia e altri maniaci e assassini: tutte a
convivere nei meandri della stessa mente.
L’Avversario di Carrére è un romanzo che turba profondamente
l’animo di chi legge, è costruito in modo che il lettore sia uno spettatore impotente
di un massacro che si sta compiendo in modo inevitabile. E’ un romanzo con una
straordinaria potenza narrativa e una spietatezza che ho notato poche volte in
altri romanzi del genere. Buona fortuna a chi vuole cimentarsi nell’impresa.
E per ora è tutto gente del mistero, ci leggiamo sabato
prossimo.
A me questi che riescono a simulare vite alternative senza che nessuno li sgami, da una parte quasi li ammiro, dall'altra mi chiedo di quale gente cieca e sorda siano mai circondati..
RispondiEliminaInvece secondo me i nodi saltano sempre al pettine, come è successo in questo tragico caso...
Elimina.. si ma dico ti immagini che vai in riva al mare invece che in radio.. lo poi fa un mese.. no una vita..
EliminaInfatti questo tizio stava molto male ma di un male complicato da affrontare
EliminaHo letto molte opere di Carrére, ma L'Avversario la evito come la peste. Leggo volentieri articoli come il tuo, ben scritti e non banali, ma non ho intenzione di entrare nella testa di un mentitore assassino di tal fatta. Francamente, non mi interessano le sue "motivazioni" (e non mi piace la "simpatia" che Carrére pare dedicare al personaggio in questione) e anzi, credo che se mai riuscissimo a capire cosa passa per la testa di certi assassini saremmo "come loro". Sono quindi ben felice di non capire, è proprio il non comprendere che ci salva, secondo me. L'unica cosa che davvero mi importa è che queste azioni vengano fermate prima che avvengano. Una delle motivazioni che mi tiene lontano dal "fascino per i serial killer" o comunque da queste tematiche "nere" deriva anche da un'esperienza personale che mi ha disgustato: anni fa - ben prima dell'internet pubblico - ero in contatto con molti fanzinari, alcuni dei quali si occupavano di "tematiche scomode". Dopodiché vidi che il passaggio dal "fascino" a quello della vera e propria "ammirazione" in molti casi era stato compiuto. Ho ancora in casa alcune fanzine (le voglio tenere come testimonianza) in cui tra interviste a necrofili (chissà se veri e meno) e altre amenità, si arriva all'esaltazione dell'assassinio seriale come "poetica", come "eroismo" o altre cagate del genere, con tanto di prese in giro delle vittime, che in cuor loro "desideravano" esserlo... E qui mi fermo perché mi sta salendo la carogna. Perdona lo sfogo.
RispondiEliminaCondivido il tuo pensiero. Anche io mi sono chiesto perchè Carrère si fosse interessato a quest’uomo e mentre leggevo il libro, poi mentre cercavo informazioni, mi accorgevo che tipo di mostro si trattasse.
EliminaQuando ho letto della falsa identità come membro dell'Oms, ho pensato all'ingegnere protagonista di un'anima persa di Arpino..uno dei miei libri preferiti.
RispondiEliminaNe ho sentito parlare. Mi sa che lo devo recuperare
EliminaIo il romanzo l'ho letto, così come ho visto il bel film con Daniel Auteuil, che dire di tutta questa storia? La cosa mi ricorda la vicenda di una mia conoscente che mentì per mesi alla sua famiglia dicendo di essersi laureata e che poi scappò di casa il giorno in cui ci sarebbe dovuta essere la cerimonia di laurea (poi per fortuna tornò a casa e confessò tutto ai genitori che la perdonarono).Indipendentemente dalla diversità di situazioni e dal fatto che non capiremo mai realmente cosa succeda nellla mente delle persone, io credo che quando si finisce per costruire un mondo di bugie attorno agli altri poi diventa difficile tornare indietro. Questo non giustifica per niente gli atteggiamenti omicidi di Romand che, anzi per me, rimane un classico esempio di sociopatia pura.
RispondiEliminaSi, lui si è dimostrato essere un pazzo.
EliminaAnche in paese da me è successo qualcosa di simile a quello che racconti. Una ragazza mentì sulla laurea e poi purtroppo si uccise prima di trovare il coraggio di confessare tutto ai genitori
Una lettura che cattura per la potenza, la storia e la sua incredibilita'. Letto da pochissimo, uno dei libri più intriganti che ho letto ultimamente.... però, posso dire, forse hai raccontato troppo, dovevi lasciare un po' di mistero.
RispondiEliminaNon sapevo esistesse il film, magari lo cerco.
Il mistero rimane, secondo me, in quelle 20 ore che Carrere racconta meglio di me.
EliminaConosco la vicenda e le opere a essa ispirate, anche se non sono mai andato troppo nei dettagli. È una delle cose più terrificanti che abbia mai visto in vita mia non solo per gli omicidi ma per tutto ciò che c'era dietro, prima che la psicopatia di Romand esplodessero come una bomba! Bell'articolo
RispondiEliminaGrazie. È una storia molto particolare in effetti. Un tipo si vicenda che mi ha sempre impaurito molto
EliminaAgghiacciante. Recupererò il romanzo, perché ne ho sempre sentito parlare ma non l'ho mai affrontato. Al di la di tutto, comunque, i fatti reali spesso superano le più terribili storie horror inventate...
RispondiEliminaPuoi sforzarti quanto vuoi ma in quanto a orrore la realtà vince sempre sulla fantasia
EliminaNon ho capito bene quello che intende Orlando e che scrivi di condividere.
RispondiEliminaOkay fare di tutto per evitare che succedano i fatti ma un modo per farlo è quello di “capire” cosa spinge un assassino a comportarsi in tal modo.
Penso sia quello che facciano i criminologhi.
Poi capire non vuol mica dire per forza emulare.
Io invece son “affascinato” dai Serial killer.
E mi piacerebbe pure leggere quel libro , l’avversario e perché no guardare pure il film che dice Nick-:)
Sulle mie esperienze personali come bugiardo ci torno più tardi😀
Ciao
Orlando dice di non subire il fascino per il serial killer e la cosa vale anche per me. Da parte mia quello che mi affascina è come un criminologo possa riuscire a prevedere le mosse di un serial killer attraverso l'analisi degli indizi e del comportamento mostrato.
EliminaIn poche parole: mi affascina il metodo di indagine ma non la figura del killer.
Il romanzo te lo consiglio vivamente. Il film cercherò di recuperarlo anche io.
Infatti ho messo affascina tra virgolette.
RispondiEliminaNon puoi amare un serial killer se sei sano di mente 😅
Riguardo alla mia esperienza di bugiardo di cui non vado fiero ti dico che ho mentito per tre anni quasi in gioventù, dai 16 ai 19 ai mie .
Facendogli credere di essere stato promosso a scuola quando invece ero stato bocciato.
Peccati di gioventù 😅
Invece conosco un mio amico che ha mentito sulla laurea in medicina ai suoi.
Aveva fatto credere di essersi laureato e invece aveva mentito.
Il giorno che doveva andare a “discutere la tesi” ho visto passare le ambulanze da casa mia che andavano verso la sua.
Ma credevamo tutti in paese che fosse uno scherzo..sai si laurea medico , gli fanno uno scherzo i suoi amici .
E invece andavano a prendere lui per fargli una lavanda gastrica.
Aveva preso delle pillole e non scendeva giù dalla sua camera quando tutti stavano la ad aspettarlo per andare con lui vederlo laurearsi.
Oggi fa il benzinaio
Quindi questa cosa succede più di quanto credessi. Cavolo, è una cosa molto seria.
EliminaBeh..nel mio caso è stata una piccola bugia.
RispondiEliminaDissi ai miei che a giugno ero stato rimandato a settembre e invece ero stato bocciato.
Volevo procrastinare la loro delusione nei mie confronti.
A settembre finsi di andare a far gli esami .
Poi dissi di averli superati ma che non volevo più continuare a studiare.
E son andato a lavorare in fabbrica.
La cosa strana è che ho continuato a frequentare amici che sapevano della mia finta ma non hanno mai avuto il coraggio di accusarmi di niente ne di chiedermi spiegazioni .
Le donne del paese che conoscevano mia madre e evidentemente sapevano la verità avendo i loro figli che frequentavano la mia stessa scuola non hanno mai detto niente ne a me ne ai miei.
Si è formata una coltre omertosa su questa faccenda.
Adesso con il senno di poi mi viene pure da pensare che le comari non abbiano parlato perché magari credevano che l’autrice della menzogna fosse mia madre😅..
Quando a diciotto anni fui costretto a confessarlo mia madre mi lancio una bestemmia dal profondo ma a parte questo diciamo che ha metabolizzato bene la cosa.
In effetti durante questi quasi tre anni di menzogna non ne risenti’ la mia autostima .
Diciamo che tutto è servito poi ..a rendermi migliore.
Certo se tornassi indietro non farei lo stesso errore, penso.
Be’ magari in quel momento pensavi fosse la soluzione migliore
EliminaMolto bello il film con Daniel Auteuil e Emmanuelle Devos. Lui qui è perfetto. Un attore bravissimo anche se il personaggio è terribile.
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