IL CULTO DEL VUOTO
Il bravo dudeista, o aspirante drugo se volete, deve
sforzarsi di trovare sempre un momento della giornata da dedicare al vuoto:
meditare sul tappeto, fare un bagno ascoltando i canti delle balene, qualsiasi
attività in cui perdersi e ricevere in cambio assoluto relax.
Non riconoscere questo bisogno primario potrebbe risultare
molto pericolo o comunque estremamente faticoso.
C’è questa storiella zen che fa così. Un giorno un manager
si presentò nella casa di un maestro zen per chiedere quale fosse il segreto
della cultura zen e se potesse sfruttarlo per migliorare le sue prestazioni nel
mondo degli affari. Il maestro gli chiese se desiderasse del té e quando l’uomo
rispose di sì cominciò a riempire la tazza finché il liquido non raggiunse l’orlo
e continuò a versare oltre facendo versare il tè bollente. Allora l’uomo si
indispettì e chiese il motivo di questo comportamento: il maestro gli rispose
che lui era come la tazza di té, troppo piena, e per afferrare il segreto della
mentalità zen era necessario che si svuotasse, che entrasse in contatto con il
vuoto.
Se al posto del té usate il white russian la storia funziona
lo stesso ma sarebbe un peccato sprecare tanto ben di dio, no?
Se non riusciamo a ricollegarci con il vuoto il rischio è di
riversare tanta energia negativa nel torneo di bowling che è la vita, di non
saper accettare che ogni tanto si abbia qualche palla persa, di non riuscire a
rilassarsi sempre e comunque, anche quando il mondo te lo rende impossibile.
Coltivare il vuoto ogni giorno, anche solo per qualche
minuto o qualche ora, ci aiuta ad affacciarci dentro di noi per vedere in che
stato è il nostro stato interiore.
Prendetela come viene e tenete botta fino a lunedì, buona
vita.
Sono perfettamente d'accordo.
RispondiEliminaAvverto spesso il bisogno fisiologico di restare seduta sul divano, senza smartphone né nulla, ad ascoltare il rumore del silenzio e a pensare.
Ecco, mi aiuta a ritrovare la mia dimensione.
Vedi che alla fine il Drugo ti ha convinto...
EliminaAssolutamente d'accordo: ogni tanto c'è bisogno di svuotarsi, per capire noi stessi e il nostro contenitore.
RispondiEliminaE... capire anche cosa conta davvero per riempirsi con cose necessarie.
Ma io non sprecherei nemmeno il tè :)
Moz-
Non si spreca nemmeno l'acqua se è per quello. :-)
EliminaBellissimo l'aneddoto del maestro Zen.
RispondiEliminaBeh, devo dire che tutti siamo d'accordo sulla necessità di fare dei reset e di ripartire più carichi di prima :D
Giusto!
EliminaIo questo lo passo!
RispondiEliminaSarei troppo volgare se ti dicessi come mi svuoto-:)
Ecco, magari in un messaggio privato...
EliminaSi ricollega in molti frangenti al mio post sul lasciar perdere, far scorrere via le palle perse, senza ammucchiarsi di continuo tra rimpianti e, quel che è ancora peggio, false certezze..
RispondiEliminap.s. bella la foto di MAX in relax.. ;)
Passerò a leggerlo allora
EliminaParole sante! Ma io sono tra quelli che difficilmente "svuotano la mente". Mio dio... sto sempre a pensare. E quando non penso mi metto a pensare al fatto che non sto pensando. Ecco, forse dovrei davvero acquistare un CD con i canti delle balene. Magari mi aiuta :D
RispondiEliminaA me ha aiutato tanto fare qualche lezione di meditazione. Impari a notare dove va la tua attenzione.
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