UN FILM, UNA STORIA PIU’ O MENO VERA
Questo post si colloca a metà strada tra una recensione
cinematografica e una puntata della mia rubrica MISTERI i cui episodi
pubblicati ad oggi potete andare a leggere QUI. Oggi parliamo di un film che ho
sempre adorato, che rivedo sempre con grandissimo piacere e che ho scoperto
essere tratto da una storia vera per gran parte, ma che affonda le sue radici
nelle superstizioni locali del Kenya e sui resoconti di un furbissimo ingegnere britannico.
Siamo in Kenya, alla fine del 1890, un territorio che
l’Inghilterra vuole valorizzare facendo passare una ferrovia nelle zone più
selvagge dell’area, soprattutto la regione del fiume Tsavo, una terra piena di
superstizioni e leggende.
L’ufficio coloniale inglese si trova nella difficile situazione di dover
costruire un ponte ferroviario che attraversi proprio lo Tsavo ed incarica il
colonnello John Patterson della direzione dei lavori. Il primo, enorme, problema
che Patterson deve risolvere riguarda due grossi leoni, definiti mangiatori di
uomini che infestano la zona e attaccano gli operai sia durante la notte che
durante il giorno con una ferocia tale da essere identificati come spiriti
nelle tenebre. In effetti, il comportamento delle due bestie secondo gli
esperti non è identificabile con quello di un comune leone africano.
Secondo i diari di Patterson, poi pubblicati sotto forma di romanzo, Ghost e Darkness, così erano soprannominati i due leoni, avevano delle abitudini molto particolari: tendevano agguati, sapevano riconoscere il membro più influente e forte del gruppo dei cacciatori e attaccavano sempre in coppia, un’abitudine del tutto insolita per i leoni maschi. Inoltre le due fiere uccidevano per il gusto di farlo. Addirittura Patterson dice di aver contato centinaia di scheletri umani a testimonianza del fatto che i due leoni svolgevano quella diabolica attività da un bel po’ di tempo.
In realtà esperti del luogo e studiosi del comportamento dei leoni hanno messo a più riprese in dubbio la versione di Patterson basandosi sulle analisi delle ossa ritrovate tra le quali solo una piccola percentuale apparteneva ad esseri umani ed erano recenti. Riguardo al comportamento gli esperti hanno spiegato che può realisticamente dipendere da un adattamento anomalo al cambiamento repentino del loro territorio di caccia. La sempre crescente presenza umana, infatti, secondi gli esperti avrebbe portato i due leoni solitari a cambiare stile di caccia e di alimentazione: in pratica, visto che zebre, gazzelle e altri piccoli mammiferi scarseggiavano perché erano allontanati dalle centinaia di persone che si aggiravano nella valle dello Tsavo è plausibile che le due bestie si siano abituate ad attaccare l’uomo per difesa e per estrema fame.
Oggi comunque Darkness e Ghost, o meglio dei manichini con
le loro pellicce, si possono ammirare al museo di storia natuale di Chicago.
Nel film John Patterson è interpretato da un Val Kilmer in
grande forma. Negli anni ’90 Kilmer era un’attore di punta per tutti i film action
e in Spiriti nelle tenebre di Stephen Hopkins, anno 1996, Val dà una grande
prova.
Arrivato nel sito di costruzione del ponte, Patterson (Kilmer)
deve fronteggiare innanzitutto il problema della commistione etnica tra i
lavoratori che la compagnia coloniale britannica ha reclutato per l’impresa:
diverse religioni significano infatti una coreografia di superstizioni aggravata
dalla presenza di leoni che nottetempo, e talvolta di giorno, attaccano gli
uomini. Patterson avrà quindi un bel da fare nella triplice veste di
pacificatore, ingegnere e cacciatore di leoni.
Al suo fianco arriverà anche il personaggio immaginario Charles Remington (Michael
Douglas) prode cacciatore di bestie feroci accompagnato da un esercito di
Masai.
I due si metteranno quindi alla caccia dei pericolosi e
misteriosi mangiatori di uomini dello Tsavo.
Spiriti nelle tenebre è uno dei primi film che ho visto
completamente da solo davanti alla TV e la prima volta mi turbò moltissimo
visto che sapendo poco di comportamento animale immaginavo che i leoni fossero
tutti così. Poi, nel film si raccontava che fossero la reincarnazione delle
anime di due stregoni malvagi quindi la fantasia è proprio andata al galoppo.
Oggi Spiriti nelle tenebre per me rappresenta un film con
cui ho un legame molto stretto e una di quelle opere che potrei vedere e
rivedere cento volte, anticipandone le battute e trovando sempre un fotogramma,
un’espressione o una scena che non avevo ancora notato.
E per ora è tutto gente, buona vita.
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