[MISTERI] IL FANTASMA DI AZZURRINA MALATESTA

 




UN CASO ITALIANO

 

La scienza non è ancora riuscita a dimostrare metodicamente l’esistenza dei fantasmi per cui che essi esistano o meno l’unica cosa che sappiamo esistere sicuramente sono le storie di fantasmi e le culture di ogni dove sono piene di vicende di spettri, case o castelli infestati, apparizioni spaventose.
Ne abbiamo già parlato nella scorsa stagione di Misteri: ricordate il CASO VALLECAS?

Anche noi in Italia ne abbiamo parecchie di storie di fantasmi e forse la più famosa di tutte, quella capace di attirare turisti – principalmente appassionati di occultismo e spiritismo – curiosi, è la storia del fantasma di Azzurrina Malatesta.



Siamo in Emilia Romagna nell’anno del Signore 1375. Il castello di Montebello di Torriana (oggi provincia di Rimini) è in fermento perché è la sera del 20 giugno, poche ore alla mezzanotte del solstizio d’estate, una notte carica di significati e di credenze che merita di essere festeggiata. Uguccione Malatesta, signore del castello e del feudo, sta sovrintendendo ai preparativi per cui ha assegnato un manipolo di guardie alla custodia della figlia Guendalina.

Guendalina è un personaggio molto particolare. E’ nata albina in un periodo storico in cui le persone che avevano questo tipo di particolarità fisica finivano per essere viste come emissari di Satana e portare disonore alla famiglia, così il genitore aveva deciso di farla vedere il meno possibile fuori dal castello. Inoltre, una serva le applicava giornalmente una mistura di erbe ai capelli nel tentativo di far sparire quel bianco così inquietante, ma l’unico risultato che era stata in grado di ottenere era stato un insieme di riflessi azzurrognoli che avevano determinato il soprannome con cui Guendalina sarebbe passata alla storia: Azzurrina.

Torniamo alla sera del 20 Giugno 1375. La festa è iniziata e nella confusione totale Azzurrina si allontana dai suoi custodi mentre gioca a palla, il giocattolo scivola veloce verso la ghiacciaia del castello e vi finisce dentro insieme alla bambina. Nei castelli medievali la ghiacciaia era un locale che veniva scavato nella roccia per conservarvi cibi in fresco e spesso, come nel caso del castello di Montebello, era costituito da una serie di cunicoli angusti dove solo i servi addetti erano in grado di orientarsi. Azzurrina ci finisce dentro e nonostante le sue urla, le guardie che esplorano la ghiacciaia non riescono a trovarla nemmeno dopo ore di ricerche. Azzurrina è sparita nel nulla.

Da quella sera la notte tra il 20 e il 21 giugno il castello di Montebello riecheggia di suoni inquietanti: urla, pianti, gemiti, sussurri tutti con la cristallina voce di Azzurrina Malatesta.

Lo so, arrivati a questo punto crederai che si tratti di una storia inventata, e ti darei anche ragione, ma prova ad andare sul sito del castello di Montebello o, se sei lì in zona, ad andarlo a visitare e vedrai quanto viene pubblicizzata questa vicenda. E tieni a mente la parola “pubblicizzata” perché ci servirà tra non molto.



Il caso del fantasma di Azzurrina ha attirato esperti (!?) di spiritismo da ogni parte dell’Italia e anche da buona parte del resto del mondo. Qualcuno è riuscito anche a registrare i suoni del fantasma usufruendo della possibilità offerta dall’amministrazione del castello di visitarlo durante la notte in questione. Queste registrazioni, però non sono mai state oggetto di studio approfondito da parte di esperti del suono per cui rimangono una prova schiacciante ma inaccessibile e non riproducibile. Quindi assolutamente inutile.

Nel 2010 si interessa al caso Azzurrina il CICAP nella persona di Marco Morocutti. Morocutti è un esperto di tecnologia e ha passato anni a studiare il fenomeno della psicofonia, ovvero quella caratteristica di associare a un suono un determinato significato a seconda del proprio stato psichico, così insieme a una squadra di tecnici passa la notte in questione nel castello e registra...Un bel niente.
Cioè, qualcosa si: una finestra che cigola e un motorino che passa nella strada sotto al castello.

La relazione finale è chiara. Nessun suono inquietante che dimostri la presenza di un fantasma.

 

Morocutti sa che potrebbe solo essere stato sfortunato così indaga sul caso ricorrendo alle fonti storiche e scopre che non è mai esistito alcun feudatario che sia vissuto a Montebello che appartenga alla famiglia Malatesta con il nome di Uguccione (o nomignoli derivati) e, di conseguenza, appare superfluo dire che anche Azzurrina non sia mai esistita in carne ed ossa. Inoltre, tra i dotti (?!) di spiritismo si parla di un fantomatico tomo tardo-medievale dal titolo Mons Belli et Deline, redatto da un monaco ignoto nel 1620, che raccoglie storie e leggende del territorio romagnolo: sarebbe questa la prima fonte storica della leggenda sul fantasma di Azzurrina. Si, è datata quasi 300 anni dopo l’evento, ma sarebbe già qualcosa. Purtroppo, però, il tomo non si trova da nessuna parte, in nessuna biblioteca pubblica o privata che sia e non si trova la sua registrazione in nessun archivio quindi o non esiste o, se esiste, ce ne sono così poche copie che chi ce le ha si è dimenticato di possederle.

Se andiamo a scavare ancora su questa storia scopriamo, però, che la prima fonte attendibile e raggiungibile (perché scritta su pagine web e cartacei) risale al 1989, anno in cui i Conti Guidi di Bagno, attuali padroni del castello di Montebello, ufficializzano la fine dei lavori al castello e la sua apertura al pubblico compresa questa particolare leggenda che hanno appreso sul luogo.

Dunque, ancora una volta dobbiamo chiamare in causa l’amico Guglielmo da Occam e farci prestare il suo rasoio:

E’ più attendibile che nel castello di Montebello ci sia un fantasma che si fa sentire solo una volta all’anno la cui origine risale al medioevo ma di cui si comincia a parlare (documenti alla mano) nel 1989, oppure, che i Conti Guidi di Bagno abbiano sfruttato una bella storiella per aumentare il numero di visitatori presso il loro castello?

A ciascuno di noi, come di consueto, la scelta.

Al prossimo mistero, buona vita a tutti

Commenti