[SERIE TV] CHI HA INCASTRATO ZEROCALCARE?




 NON E’ UNA RECENSIONE


La mia dichiarazione d’intenti riguardo Strappare lungo i bordi, la serie TV, la prima serie TV, firmata da Zerocalcare alias Michele Rech l’ho fatta già nel sottotitolo: questo post non è una recensione.


Di Strappare lungo i bordi nel momento in cui scrivo (ovvero domenica 21 novembre, ore 19:46) ho visto le prime tre puntate, ma in giro sul web ho letto ben 13 - e dico 13 - recensioni su altrettanti blog, pagine Facebook e profili IG. Ognuno ha detto la sua, ognuno ha percepito questo o quel particolare, qualcuno ha sparato ad alzo zero (senza calcare) e alcuni hanno detto un gran bene. Insomma, una bella macedonia di pareri.


Se a questo punto ti è venuta voglia di leggere una recensione come si deve, fatta da chi le recensioni di questo tipo di prodotti le sa fare, potete dare un’occhiata al post di Fabrizio sul suo blog (Cent’anni di nerditudine) QUI.


In questo post non farò alcun tipo di commento tecnico su Strappare lungo i bordi sia perché non l’ho ancora finita e sia, soprattutto, perché non mi interessa dire la mia sul prodotto. Ce ne sono troppe di opinioni personal…pardon… recensioni in giro.


Vorrei invece concentrarmi su un aspetto che sembrerebbe marginale, ma marginale non è.





Zerocalcare è stato (uso il passato e tra poco capirai perché) un punto di riferimento per tutti i ribelli che lottano contro il sistema, qualunque cosa si intenda con la parola sistema. In realtà in tempi di globalizzazione e valori fluidi lottare contro il sistema sembra più un’utopia da anima distopico-romantica, ma ognuno è libero di impiegare il proprio tempo e il proprio spessore culturale come vuole.


Però Zerocalcare ha avuto successo. Ha pubblicato almeno una decina di libri quindi ci deve essere qualcosa sotto.


Zerocalcare è anche un punto di riferimento per la narrazione di alcune tipologie di fatti internazionali come la storia dei curdi e delle loro tristi vicissitudini in Turchia.


Però Zerocalcare ha sfruttato i reportage in quelle zone per vedere libri ed avere successo. Quindi ci deve essere qualcosa sotto.

Zerocalcare è la voce delle minoranze. Racconta le periferie e porta la voce di chi non ha troppo fiato per farsi sentire perché strozzato da una realtà invivibile.

Però Zerocalcare è andato a lavorare per Netflix, vende i suoi libri su Amazon e nelle librerie di grossi gruppi commerciali.


Ecco: Zerocalcare è un venduto.





Una persona che rimane professionalmente autentica e che esce dal quartiere perché ha successo con i suoi fumetti; che si reca in zone del mondo dove dovrebbero andare i giornalisti seri invece di fare le ospitate da Giletti e che racconta con gli occhi che potrebbero essere i nostri realtà inconcepibili; che avrà anche avuto culo di essere entrata nell’orbita di una major come Netflix è una persona che ha avuto successo.


E il successo non si perdona a nessuno. Il successo è il crimine più efferato di cui ci si può macchiare. Guai se con il proprio lavoro si arriva a traguardi che migliorano la propria vita e se nel farlo si devono infrangere etichette che qualcun altro ti mette addosso salvo poi offendersi se non sei come quella persona ti vuole. Sei un venduto perché vai a lavorare per un grosso gruppo commerciale dell’intrattenimento.





E te lo dicono attraverso Facebook, TikTok, Instagram, Whatsapp, Google, insomma attraverso quei canali che sono essi stessi il sistema. Mica lo fanno attraverso i segnali di fumo o con il telegrafo o le lettere. Lo scrivono sui social e sui blog (alcuni blog) e pretendono di essere presi sul serio.


E Michele Rech sul serio li prende veramente perché se lo si è ascoltato negli ultimi anni in interviste televisive, se lo si è letto sui quotidiani, se lo si è ascoltato attivamente sapreste quanto un suo passaggio su Netflix possa essere stato per lui un salto nel buio. 





Tutto questo per difendere Zerocalcare e Strappare lungo i bordi? No. Per conto mio preferisco i fumetti a quello che ho visto finora in questa serie.

Ma mi da fastidio la tracotanza di chi deve sputare sentenze sugli altri a prescindere. Di chi si offende se hai successo e se ti cagano.


Poi se vogliamo parlare dello stato del cinema e delle responsabilità di Netflix possiamo anche farlo, ma in una sede separata.


E per ora è polemicamente tutto

Buona vita 

Commenti

  1. Letto l'articolo e sto guardando la serie.. mi ha fatto impressione leggere che la splendida scena sui bagni maschi e donne, inizialmente era solo sui bagni maschili, e Netflix ha fatto notare a Zerocalcare che metà del mondo è femmina. Poi dice essere maghi del marketing.. ahah

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    1. Be' avrebbe anche potuto toglierla invece l'ha inserita e secondo me di proposito per cercare di dimostrare che chiunque può cadere in uno stereotipo.

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  2. Grazie della citazione :) Comunque una serie animata permette soluzioni che il fumetto "statico" cartaceo o sul web non avrebbe permesso, se vedi tutte le puntate capirai

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  3. Posso dire che a me tutte le polemiche e gli attacchi contro Zerocalcare mi stanno annoiando? In particolare quella sullo strascicato romanesco della parlata? Molte di queste mi appaiono sterili, diceva Enzo Ferrari ( almeno mi pare di ricordare che fosse lui ma potrei sbagliarmi....) che in Italia ti perdonano tutto tranne il successo . Una frase sempre valida.

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    1. D’accordissimo con te. Ne parleremo con Fabrizio in una diretta IG questo giovedì

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  4. È una storia vecchia. Ormai se sei un artista di nicchia devi restare artista di nicchia, altrimenti sei un venduto. Il successo è una di quelle cose che proprio non ti perdonano, in nessun campo...
    Poveri noi.

    PS. A me è piaciuta tantissimo.

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