Evocazione. Orientamento. Assorbimento. Reintegrazione. Immagine. Comunicazione. Temporalità. Dilatazione. Ritorno.
Vi è mai capitato di
cercare qualcosa per il gusto di quello che si prova nel farlo? Capisco bene
che il concetto possa sembrare assurdo ma spesso è proprio l’emozione che si
prova durante la ricerca il risultato della ricerca stessa. Chi è abituato a
lavorare su se stesso, a cercare resistenze, emozioni vissute a metà e blocchi
emotivi sa già dove voglio andare a parare e probabilmente comprenderà il
significato dell’aforisma “ L’importante è cercare, non importa se si trova o
non si trova” che apre questa specie di recensione di Per Isabel. Un mandala,
romanzo di Antonio Tabucchi pubblicato dopo la scomparsa dello
scrittore pisano.
Per Isabel. Un mandala è
il racconto di una ricerca attraverso il tempo e lo spazio da parte di un protagonista
che non ci viene mai presentato completamente, né sapremo chi è
Isabel o perché egli la stia cercando in modo così tenace. Il romanzo ha come
vera protagonista la ricerca e ci suggerisce che spesso l’oggetto della stessa
non si trova al’esterno ma in noi stessi. E’ ovvio che un romanzo così
strutturato e pensato non riesca ad arrivare a tutti i lettori allo stesso
modo: ci sarà chi dovrà sforzarsi non poco per fare suo il cuore della lettura.
Per fortuna, se ci si lascia andare la storia scorre liscia e profondamente
convincente tanto che in poco più di 100 pagine c’è più di quanto si possa
trovare in tomi di più di 1000 pagine. E quanti discorsi si potrebbero aprire.
La morte è la curva della
strada, morire è solo non essere visti.
E allora perché? A che
scopo?
Allo scopo di fare cerchi
concentrici per arrivare fino al centro
A che scopo?
E’ semplice, per arrivare
alla conoscenza
Chiariamo subito che la
struttura di Per Isabel. Un mandala è circolare come un mandala, appunto.
Nelle
culture spirituali i mandala sono rappresentazioni artistiche di forma
circolare dell’universo e sono usati per favorire la meditazione. Un mandala ha
forma circolare ed è composto nelle sue parti interne per lo più di cerchi
concentrici che convergono verso una zona
dove si focalizza l’attenzione. O se volete la ricerca interiore.
Cosa significa perdere i
confini?
Significa che l’universo
non ha confini. L’uomo che si è smarrito necessita di simbolizzare l’universo
con una forma d’arte integrativa, insomma ha bisogno dei suoi punti cardinali.
Ma i punti cardinali possono essere infiniti o inesistenti come in un cerchio…
Il protagonista del
romanzo di Tabucchi ammette di condurre un’indagine fatta di cerchi concentrici
che convergono verso l’oggetto della sua ricerca e nel farlo acquisirà una
consapevolezza maggiore man mano che si avvicinerà al centro. Quello che però
troverà al centro è molto diverso da quello che si aspettava e da quello che si
aspetterebbe un qualsiasi lettore; mi faccio vanto di aver anticipato la fine
di questo libro poiché sapevo a che cosa avrebbe portato la ricerca.
Una ricerca interiore non può che portare a una consapevolezza del significato di qui e ora.
Dove siamo?
Siamo nel nostro allora.
Ma non si può essere
contemporaneamente nell’allora e nell’ora.
L’ora e l’allora si sono
annullati, siamo nel nostro presente.
Per Isabel. Un mandala è
un piccolo gioiello di letteratura da leggere e rileggere per ritrovare il
sentiero giusto, quello che ti rende tanto sicuro da non volerti più voltare
indietro a guardare cosa hai lasciato e che ti fa trovare nel futuro
esattamente quello che stai cercando.
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