Ho provato, giuro, a tirare fuori qualcosa sulle emozioni che questo film mi aveva scatenato, ma niente, tutta questa paccottiglia di supereroi sta cominciando a fare una puzza insopportabile. E se arrivo a dire che, per certi versi, il primo Avengers, è molto meglio di Justice League un motivo ci deve essere.
Non ci può essere peggio di un film che si prende troppo sul
serio. Invece si. Un film che si prende troppo sul serio ma che vuole anche far
ridere. Serietà e ironia stanno benissimo insieme e sarebbero due ingredienti
esplosivi per qualsiasi storia se non si trattasse di un film in cui dei tizi
in costume con poteri speciali si menano con il cattivo di turno.
Primo grave problema di Justice League: la gestione tra serietà
e spensieratezza. Sono mescolate male e in modo che la battuta di spirito sia
sempre fuori posto, peggio dei blockbuster della Marvel.
E ce ne vuole.
L’impostazione iniziale della storia vorrebbe trasportarci
emotivamente in un mondo in cui Superman è morto.
Ebbene si, il supereroe per
eccellenza è passato a miglior vita per colpa (o forse no) di un sempre più
imbolsito Batman e il mondo si trova ad affrontare un’esistenza triste e cupa
in cui dei teppisti vandalizzano un ortofrutta, in cui esistono i barboni e i ladruncoli.
Come se per risolvere questi problemi ci volesse per forza
un tizio in calzamaglia che vola e frigge l’acciaio con lo sguardo, ma sappiamo bene che nei film con i supereroi la gente non
sa nemmeno allacciarsi le scarpe senza che Batman o Spiderman gli spieghino
come fare quindi facciamo finta di capire lo sconforto per la dipartita di
Superman.
Tornando alla trama di Justice League: Bruce Wayne/Batman
non ne può più di combattere così pensa di mettere insieme una squadra di eroi
per affrontare una gravissima minaccia che potrebbe distruggere il pianeta.
Quindi sfruttando al massimo le sue possibilità contatta i candidati per questa
squadra:
- Diana Prince aka Wonder Woman che sta nascosta a causa di problemi personali
- Arthur Curry aka Aquaman che si fa gli affari suoi in uno sperduto villaggio
- Barry Allen aka Flash che non si capisca cosa faccia e perché lo faccia
- Victor Stone aka Cyborg che è incazzato con tutti ma soprattutto con il padre
Nel frattempo arriva la minaccia che porta il nome di
Steppenwolf: ha un’ascia, un elmo con le corna, un esercito di tafani
antropomorfi e deve riunire tre artefatti per accedere a un potere infinito.
Secondo gravissimo problema di Justice League: la banalità
del male
Questa storia dell’esercito invasore che sta arrivando,
degli artefatti che devono essere riuniti e del cattivo che deve aspettare per
essere pienamente potente è vecchia e noiosa. Ed è anche una paraculata perché non
ha alcun senso se non quello di far andare avanti la trama finché la gang di
Batman non avrà deciso di entrare in azione. Per prendere un sacco di botte.
A questo aggiungete una bella storia nella storia: in un’epoca
lontana questo Steppenwolf era già stato battuto da un’alleanza
Uomini/Atlantidei/Amazzoni/Dei la quale era riuscita a separare gli artefatti e
a confinare il nemico nelle profondità dello spazio. Questa cosa ci viene
raccontata con un flashback e una scena che sembra presa per intero da Il Signore
degli Anelli, privata della sua bellezza estetica, e appiccicata con lo sputo a
questo film.
Banale. Pessimo. Noioso.
Comunque sia, Steppenwolf riesce a prendere le tre scatole
del potere (???) e a riunirle in un unico potentissimo artefatto. Tutto per
colpa dei nostri eroi che si fanno convincere da Batman a rianimare Superman.
Eh si, perché le sue cellule non possono morire per cui se
nella nave kryptoniana la supercazzola prematurata attiva la scribacchi
confaldina, come antifurto, per esempio e se il pastene stuzzica sennò
posterdati allora visto che siamo in quattro o per lei soltanto in due si avrà
la terapia tapioco.
Notato qualcosa di strano vero? Non si capisce niente? Ecco,
la sensazione che state provando è la stessa che si prova dopo che Bruce Wayne
spiega come ha intenzione di svegliare Superman.
Ma non era meglio resuscitare Goku? |
Scherzi a parte, l’allegra brigata sveglia Superman, il
quale è confuso e li mena, poi è meno confuso ma continua a menarli e infine se
ne va con Lois Lane nella sua vecchia casa di campagna a passeggiare nel prato
per un tempo indecifrabile mentre il nemico, che si è impossessato dell'ultima scatola perché i buoni le stavano prendendo da un altro buono, pazientemente (come un cretino)
aspetta prima di devastare tutto.
Alla fine Steppenwolf si decide ad entrare in azione e lo fa
creando una struttura di difesa che cade non appena Batman gli tira contro un
missile da uno dei millemila giganteschi veicoli che costruisce e
distrugge in maniera insensata durante tutti gli scontri con il nemico. Gli eroi
possono quindi affrontare Steppenwolf e prendere altre botte ma, poi arriva Superman che bullizza Steppenwolf e tutto ha
fine con tanti graziosi fiorellini che crescono dove prima c’era una specie di
blob pronto a divorare il pianeta.
Terzo gravissimo problema di Justice League: la gestione dei
poteri.
Stiamo parlando di un film di supereroi quindi accettiamo
che questi personaggi siano fuori dal comune, che abbiano resistenza, forza e
tutta una serie di poteri da sfruttare in caso di necessità.
Il piano d’attacco degli eroi è una specie di missione
suicida e tecnicamente non è neanche un piano visto che tutti improvvisano al
momento. Nel frattempo Steppenwolf, che viene definito il distruttore dei
mondi, invece di usare la sua ascia e i suoi poteri per ucciderli in un colpo
si fa distrarre da vari colpetti finché secondo una teoria spiegata peggio
della supercazzola di prima Cyborg non riesce a sovraccaricare l’artefatto per
separarne le parti.
A questo punto il cattivone capisce che questi moscerini
potrebbero fregarlo così diventa più violento ma sempre politically correct: perché
se ti chiami distruttore di mondi, sei stato in esilio per millenni, brami vendetta
contro il Pianeta Terra e vedi un tizio che ti sta rompendo l’artefatto non è
che vai li e lo fai in mille pezzi con la tua ascia potentissima, eh no, sennò
che gusto c’è. Gli dai un colpetto sulla spalla e al limite gli spezzi una
gamba e stai li a crogiolarti sorridendo come uno scemo finché non arriva Superman a distruggerti.
Ed è questa la cosa che più mi ha fatto innervosire di Justice
League: la stupidità.
Vuoi conquistare il mondo e sei più forte di tutti i supereroi
attualmente in vita? Bene, prenditi queste tre scatole, mettile insieme e
distruggi tutto senza aspettare niente e nessuno.
Ammetto che con una soluzione del genere non avrebbe neanche senso fare il film ma, almeno ci si sforzi di creare una struttura narrativa che regga i tempi giusti.
Se gli sceneggiatori di Justice League non sono riusciti a
costruire qualcosa di plausibile per giustificare quello che succedeva
nonostante le disponibilità non solo economiche di cui disponevano, allora a
niente valgono le firme di Zack Snyder alla regia e di Christopher Nolan alla
produzione.
Il risultato è scarso.
Buoni cinecomics e buona vita a tutti
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