Ahi, ahi ahi le tentazioni.
Oscar Wilde sosteneva che l’unico modo per liberarsi di una
tentazione è cedere. E gli sceneggiatori de La casa di carta, alla fine, hanno
ceduto alla tentazione del finale caciarone in cui tutti sparano a tutti in
pieno american style. Lodo il loro coraggio e la loro coerenza per essere
riusciti a portare avanti 22 puntate (divise in due serie) con alti piuttosto
interessanti e bassi trascurabili senza concedersi soluzioni semplicistiche ma,
il finale sparatutto anche no, grazie.
In apertura confermo le sensazioni positive della prima
puntata de La casa di carta: l’idea è molto interessante e il ritmo delle
puntate mi ha tenuto attaccato allo schermo per vedere come sarebbe andata a
finire.
Mi è piaciuta particolarmente la scelta di raccontare la storia
attraverso tutto quello che può andare storto in un piano che ti permette di
rapinare nientemeno che la zecca di stato spagnola. Con l’alternarsi delle
puntate si aggiungono diversi tasselli al mosaico fino a rendere evidenti le
motivazioni che spingono il fantomatico Professore a ideare il colpo dei colpi.
Un’altra nota di apprezzamento la esprimo per il casting.
Prima di cominciare La Casa di carta non conoscevo nessuno degli attori che ho
visto impegnati sullo schermo ma sarebbe fare loro torto trovarne uno non
all'altezza del compito assegnatogli.
Su tutti ho apprezzato Pedro Alonso.
Il suo personaggio è
Berlino, il capo carismatico e un po’ istrionico (per non dire stronzo) della
banda, è quello più definito del gruppo. Cinico, colto, determinato, Berlino è
un punto di riferimento per i suoi compagni di avventura e anche per gli
ostaggi. L’unico ad avere i nervi saldi al punto giusto per affrontare ogni
tipo di situazione durante la rapina.
Anche gli altri attori, come dicevo, mi hanno sorpreso in
positivo però alcuni personaggi proprio mi sono risultati antipatici e
insopportabili e forse sono proprio stati pensati a questo scopo.
Il personaggio che ho odiato di più è Tokio (Ursula Corbéro),
la ragazza protagonista della serie.
Tokio è impulsiva, casinista e
completamente priva di lungimiranza. Riesce da sola a generare un caos che
rischia di mettere a repentaglio la riuscita del piano del Professore.
Ma tutto era previsto. O meglio, questo è quello che il
Professore vorrebbe farci credere.
E questa è anche una delle note negative de La Casa di
carta. La ripetitività delle situazioni. C’è una cosa che va male, sembra che
il piano sia destinato a fallire però era tutto stato previsto dal Professore
che ha un asso nella manica per sbrogliare la situazione. Questa dinamica si
ripete talmente tante volte che ad un certo punto ho smesso di contarle.
L’altra nota negativa, quella con cui avevo aperto il post,
riguarda il vizietto di ricorrere alle sparatorie senza senso per alzare il
livello di adrenalina. Detto fatto, La Casa di carta si trasforma in una specie
di livello di Doom in cui tutti sparano contro tutti, svuotando interi caricatori
e senza neanche usare il collimatore: dopo che mi hai fatto vedere 21 puntate
in cui era il colpo di genio a salvare la situazione, fare un episodio
conclusivo in cui la metà del tempo si spara mi è sembrato un po’ troppo
semplicistico e sbrigativo.
Questo per non parlare della scena della moto. Ah, la scena
della moto. Non ve la racconto per non spoilerare troppo ma una cosa ve la
voglio chiedere: come la vedete una squadra di tiratori scelti, addestrati per
intervenire in caso di pericolo terrorismo, che non riesce a colpire manco di
striscio una moto con la visibilità di un campo di margherite a mezzogiorno di
una giornata primaverile? Io non saprei rispondere a questa domanda, posso solo
dire che potevano evitare di mettere una scena così forzata. Ad un certo punto
mi sono chiesto se non dovesse spuntare Chuck Norris da un momento all'altro.
👍👍 Punti forti de La Casa di carta 👍👍
- Il piano del colpo è geniale e viene raccontato con il giusto ritmo
- L’idea di raccontare una rapina così rocambolesca ed inserirci un ché di lotta di classe è molto interessante
- I personaggi sono funzionali e ben calati nella storia
👎👎 Punti deboli de La Casa di carta 👎👎
- La ripetitività delle situazioni
- Una manciata di forzature alla storia
- Un bel po’ di dialoghi insulsi (ma forse è la traduzione dallo spagnolo all'italiano che provoca questo effetto)
Commento finale
La Casa di carta parte bene, ha una parte centrale molto
interessante e coinvolgente, poi si perde un po’ alla fine.
Comunque, alla fine dei conti questa serie mi è piaciuta
molto. Era dai tempi di Prison Break o di Breaking Bad che non rimanevo così
appiccicato ad una serie TV. E con questo – sia chiaro – non voglio fare nessun
paragone tra le suddette serie e La casa di carta.
E adesso, se volete, un coretto finale
Una mattina mi son svegliato
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Una mattina mi son svegliato
Eo ho trovato l'invasor
O partigiano porta mi via
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
O partigiano porta mi via
Che mi sento di morir
E se io muoio da partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E se io muoio da partigiano
Tu mi devi seppellir
Mi seppellire lassù in montagna
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
Mi seppellire lassù in montagna
Sotto l'ombra di un bel fiore
E le genti che passeranno
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
E le genti che passeranno
Mi diranno: "Che bel fior"
È questo il fiore del partigiano
O bella ciao, bella ciao, bella ciao ciao ciao
È questo il fiore del partigiano
Morto per la libertà
Buon Serial Game e buona vita a tutti.
Questo fatto di chiamarsi come le città mi sembra un riferimento ai colori de Le Iene...
RispondiEliminaMoz-
Potrebbe essere..
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