La capacità di sognare è il più grande regalo che il nostro
io bambino possa farci: a dispetto di una realtà adulta dove tutto deve essere
per forza razionale, questa peculiarità della nostra mente può fare la
differenza in quel viaggio continuo verso la felicità. O verso la sanità
mentale in alcuni casi.
Inventarsi un mondo con delle regole che non devono
rispondere a nessun altro che a sé stessi, viaggiare con la mente senza fare un
passo, estraniarsi momentaneamente da una situazione poco comprensibile e
dolorosa.
Tutte cose che il nostro io bambino sapeva fare e vorrebbe
che noi ricordassimo.
Inevitabilmente però la vita è una cosa che accade mentre
cresci. Alcune cose devono essere lasciate andare, altre si perdono per sempre
per lasciare spazio a pensieri più dettagliati, maturi, adatti all'età
biologica ma, se avete fortuna, il bambino sta solo giocando a nascondino nei
vostri pensieri e quando meno ve lo aspettate può saltare fuori e sorprendervi.
Sorpresa!
Altra capacità tipica del nostro io bambino è la capacità di
sorprendersi di fronte a un fatto inspiegabile. Una capacità che si perde
velocemente crescendo, scegliendo ciò che è più funzionale per la propria
crescita culturale, emotiva e sociale.
Ma quant'era bello sorprendersi davanti a una cosa mai
vista.
Sorpresa e sogno sono le chiavi di lettura di Tito e gli alieni,
una delicata commedia dell’anima con Valerio Mastrandrea.
Nel film si racconta un intreccio di storie. Il piccolo Tito
e la sorellina Anita hanno perso i genitori e vengono affidati alle cure di uno
zio, detto Il Professore, che vive nell’Area 51, in Nevada, ed è impegnato in
un segretissimo progetto per conto del governo degli Stati Uniti D’America.
Anita sogna di andare a Las Vegas ed incontrare Lady Gaga, Tito invece vorrebbe
scambiare qualche parola con il padre defunto da poco: entrambi avranno una
particolare sorpresa quando conosceranno lo zio professore e il luogo in cui
vive e lavora.
La commedia è basata sul torpore dell’anima e sulla
speranza. Il professore ascolta i suoni dello spazio profondo con la speranza
di ascoltare l’unico suono che possa dare senso alla propria nostalgia e possa
sciogliere il suo dolore: la voce della moglie scomparsa anni prima. Il piccolo
Tito affronta un dolore per lui inconcepibile aggrappandosi alla speranza che
lo zio, quale espertissimo scienziato, possa metterlo in contatto con il padre.
Tutto questo in un contesto piano di personaggi di accompagnamento come la
giovane Stella che accudisce l’allampanato professore, una pletora di fissati
con gli alieni e sedicenti protagonisti di rapimenti e uno stuolo di soldati
integerrimi nella loro disciplina militare che rappresentano l’invasione della
razionalità nella vita di tutti i giorni.
La sfida è questa: sogno contro realtà, razionalità contro probabilità,
anima contro mente.
A dispetto di qualche passaggio un po’ troppo esagerato,
Tito e gli alieni è un ottimo film, capace di raccontare e contemporaneamente
lanciare un messaggio diretto allo spettatore. Uno dei punti maggiormente a
favore rispetto al lato tecnico è la regia coraggiosa della prima mezz'ora che
si “normalizza” nella seconda parte del film ma riesce ad essere sempre ad
essere attenta. Merito di questo è anche della colonna sonora delicata e
intima.
A me questo tipo di cinema piace molto. Onirico, strampalato,
per niente sensazionale ma in grado di raccontare con le immagini, le
inquadrature, i suoni e le emozioni.
Tito e gli alieni si è dimostrato essere una bella sorpresa.
Vi auguro di sognare belle cose e di sorprendervi spesso
Buona vita a tutti
Perfetto, mi aveva già colpito in alcune descrizioni di altri blogger, tu gli dai la botta finale vendendomelo bene. Penso potrà piacermi, al di là del dialetto utilizzato.
RispondiEliminaMoz-
E allora saró curioso di sapere che ne pensi dopo averlo visto
RispondiEliminaPerfetto, spero di vederlo a breve^^
EliminaMoz-