La paura dei clown è una delle più diffuse: quest’uomo dalla faccia dipinta e
dai connotati indefinibili che ride e fa ridere ma che è quasi costretto ad
avere un ghigno perennemente stampato sul volto causa ben più di qualche
inquietudine nella nostra mente.
Il maestro del brivido Stephen King ne ha fatto la
personificazione del male nel suo romanzo It che è stato anche trasposto due
volte sul grande schermo con ottimi risultati. Ne abbiamo parlato qui. Negli anni
in cui King era molto prolifico un fatto di cronaca ha scosso la società
americana a tal punto da divenire la naturale fonte di ispirazione dell'opera dello scrittore: la storia del clown Pogo.
Pogo era in realtà il nome d’arte di John Wayne Gacy, passato
alla storia anche come Killer Clown, uno dei carnefici più sanguinosi della
cronaca nera d’oltreoceano.
Le radici che portarono all'orrore di questa storia
affondano nell'infanzia di Gacy: cresciuto in una famiglia in cui vigeva un
regime violento instaurato dal padre manesco e spesso ubriaco, il ragazzo fu
molestato sessualmente da un amico di famiglia ma non parlò per diversi anni
dell’accaduto. Inoltre aveva anche diversi problemi di salute derivanti dalle
percosse ricevute dal padre, dall'incuria con cui veniva cresciuto e dalle ripercussioni
di un incidente con l’altalena che furono scoperte e risolte a molti anni dall'accaduto
e che costrinsero John a disagi e sofferenze.
Ciononostante Gacy riuscì a terminare gli studi, si impegnò
politicamente e all'inizio degli anni 60 riuscì anche a realizzarsi
professionalmente e socialmente diventando uno dei più stimati cittadini della
comunità di Waterloo in Iowa.
Nel 1968 viene però accusato di aver adescato e
molestato un minorenne figlio di un suo amico e dalle indagini risulteranno poi
molti altri i ragazzi molestati dall'uomo. Gacy finì per andare in prigione,
perdere il lavoro e la moglie ma nonostante la grinta con cui negò tutte le
accuse e perfino l’evidenza dei fatti, si dimostrò un detenuto modello e fu
scarcerato dopo appena 18 mesi di carcere.
E qui inizia l’orrore.
Dopo la condanna e il rilascio Gacy si trasferì a Chicago
dove svolse l’attività di cuoco per poi abbandonarla e fondare una sua azienda
che si occupava di lavori edili. Nel tempo libero l’uomo intratteneva i
ragazzini durante le feste travestito da Pogo il clown. E’ l’inizio del 1972.
Gacy è un membro attivo della comunità, un personaggio rispettabile e amichevole: il prototipo dell'americano medio.
Nel mese di Ottobre del 1978 il quindicenne Robert Piest,
garzone di una farmacia, scomparve misteriosamente. Il caso vuole che il ragazzo
avesse raccontato alla famiglia di aver conosciuto il manager della società edile
che aveva ristrutturato la farmacia e che questi lo aveva invitato a casa sua
per proporgli un lavoro. Recatisi a casa di Gacy gli inquirenti si trovarono di
fronte a una scena terrificante: l’interno della casa è avvolto da un persistente
odore nauseabondo che l’inquilino giustifica come guasto al sistema fognario ma
che in realtà si rivelerà essere l'olezzo del cimitero privato di un serial killer.
Tra il gennaio del 1972 e l’ottobre del 2978 John “Pogo” Gacy
aveva ucciso 33 vittime seppellendone la maggior parte nella cantina di casa
sua e gettandone qualcuna nel fiume poco distante dal suo quartiere.
Nello
shock generale della comunità cittadina che vedeva in lui un membro stimato,
attivo socialmente e politicamente, Gacy viene tradotto in carcere e comincia
il processo.
Il team di psichiatri che lavorò al caso riscontrò in Gacy i
tratti tipici del serial killer come una notevole intelligenza, un cocktail di
disturbi della personalità e la tendenza al sadismo oltre a una omofobia
fortemente interiorizzata.
Alla fine la sentenza sarà di colpevolezza per i reati di
rapimento, tortura, sodomia, assassinio e occultamento di cadavere per un
totale di 33 vittime: Gacy viene condannato a morte per iniezione letale. Dopo
14 anni di attesa e diversi rinvii la sentenza viene eseguita il 10 maggio del
1994.
Le ultime parole di Gacy furono: Baciatemi il culo.
Per un curioso caso del destino nel maggio del 1994 io avevo
10 anni e avevo appena ricevuto la tessera della biblioteca del paese in cui
vivevo: l’estate successiva avrei letto il mio primo romanzo horror preso in
prestito e sarebbe stato proprio It.
Non c’è certezza che Stephen King abbia usato proprio la storia
di John “Pogo” Macy come fonte di ispirazione per It ma le coincidenze tra le
due storie sono troppe per non essere suggestionati e convinti dell’idea: l’impatto
della vicenda sull'opinione pubblica americana in primis, la presenza del clown,
i ragazzi scomparsi e l’orrore nascosto sottoterra. Voi che ne dite?
P.S. Un assurdo nell'orrore.
Durante gli anni di reclusione Gacy scoprì la passione per
la pittura e ne nacque una consistente produzione di dipinti raffiguranti clown.
Negli anni successivi alla morte di Gacy il macabro interesse intorno a queste
opere fu altissimo tanto che alcuni di essi arrivarono a costare migliaia di
dollari, alcuni furono acquistati per essere dati alle fiamme, altri per essere
distrutti in altro modo e altri ancora per finanziare delle opere di
beneficenza.
Buona vita a tutti
Mi pare che King una volta palò di Pogo, non saprei.
RispondiEliminaDi certo è innegabile il filo rosso che lega questo caso di cronaca a IT.
Peraltro, e anche per come è descritto nel romanzo, proprio per Pogo direi che il Pennywise più terrificante è appunto quello di Tim Curry XD
Moz-
Ne accenna in On Writing ma non lo dice apertamente
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