Un miliardo di anni prima della fine del mondo…


…e la grande virtù della perseveranza nel romanzo di Arkadij e Boris Strugatzki



E’ difficile trovare le radici di un genere come la fantascienza, specialmente se parliamo di carta stampata ma, è fuori di ogni dubbio che un impulso vitale è stato dato dai fratelli russi Arkadij e Boris Strugatzki attivi e prolifici scrittori di fantascienza nel trentennio che va dalla fine degli anni 50 alla fine degli 80 del secolo scorso.


Il loro stile nasce dalla visione scettica riguardo ai totalitarismi vecchi e nuovi, ciechi ed insinuanti  e agli stimoli schiaccianti cui è sottoposto l’uomo moderno mentre è impegnato nella battaglia tormentosa e priva di prospettive contro l’ottusa, cieca e violenta forza che non conosce né il rispetto, né la generosità, né la misericordia, e che è capace solo di ottenere gli scopi che si è prefissa, a ogni costo, e senza immaginare la possibilità di un insuccesso. [il corsivo è opera degli autori stessi]

Un miliardo prima della fine del mondo è una storia che racconta la necessità di essere se stessi, liberi e indipendenti per cambiare il mondo.

Ovviamente per questo loro modo di pensare gli Strugatzki hanno provato sulla propria pelle la censura del governo russo e molte delle loro opere non hanno mai varcato i confini nazionali; quelle che sono riuscite a farlo sono dei capolavori spesso trasposti in film d’essai come Stalker (da Picnic sul ciglio della strada), E’ difficile essere un dio e I giorni dell'eclisse (da Un miliardo di anni prima della fine del mondo). 

L’oscurantismo culturale di cui sono stati vittime traspare particolarmente in Un miliardo di anni prima della fine del mondo dove il protagonista è dilaniato tra due possibili scelte: smettere di cercare la verità e di diffonderla oppure continuare, con perseveranza, a dispetto delle minacce e delle paure.



La trama in breve e senza spoiler.

L’astrofisico Maljanov sta lavorando alla sua teoria sullo spazio interstellare quando una serie di complicazioni interrompe il flusso del suo lavoro. Un inatteso pacco pieno di leccornie, la visita dell’ambiguo vicino di casa e di una ragazza particolarmente avvenente, l’ispezione ad opera di uno zelante funzionario di polizia.

Studiando la strana correlazione dei fatti insieme ad alcuni amici, stimati professionisti in altre branche del sapere, e all'aiuto di uno sconosciuto ingegnere, Maljanov si convincerà che una forza occulta stia operando per fermare il suo lavoro con ogni mezzo possibile, lecito o illecito, innocuo o nocivo, perché le conclusioni a cui giungerà devono essere taciute.



Di fronte a distrazioni, prima, e minacce velate, poi, Maljanov dovrà decidere se perseverare nel suo lavoro e mettere a rischio la propria incolumità e quella di famiglia e amici, oppure lasciar perdere e fare in modo che tutto vada com'è sempre andato.

Il dilemma che ci propongono Arkadij e Boris Strugatzki è molto attuale anche se sono passati parecchi anni dalla pubblicazione del loro romanzo:

Ci impegniamo per cambiare le cose mettendo a frutto le nostre competenze e potenzialità oppure lasciamo che ci trascini la corrente e che qualcun altro decida per noi?

Ci esponiamo al rischio o lo evitiamo?

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