Nel golfo del Siam, tra le tante isole che affiorano davanti
alle coste di Thailandia, Cambogia e Malesia, ce n’è una più interessante
delle altre poiché lì si trova La Spiaggia, una meta misteriosa di cui si
vocifera nei quartieri turistici di Bangkok.
Richard, un giovane inglese appassionato di videogiochi e di
film sulla guerra del Vietnam, si imbatte più o meno casualmente nella mappa
che porterebbe a questa fantomatica Spiaggia e, trovando compagnia in una
simpatica coppia di ragazzi francesi, Etienne e Françoise, comincia la sua ricerca.
The Beach è il romanzo di esordio di Alex Garland,
scrittore, sceneggiatore e regista inglese, autore delle sceneggiature di 28
giorni dopo e Sunshine, film diretti da Danny Boyle, mentre lo troviamo nelle
vesti di sceneggiatore e regista nei film Ex Machina e Annientamento. Insomma,
Garland sa tenere in mano sia la penna che la macchina da presa.
Garland è stato un viaggiatore incallito durante la sua
giovinezza e The Beach rispecchia questo aspetto della sua biografia ma anche
il suo amore per il Sud Est Asiatico e la cultura indigena.
Il taglio di The Beach è fortemente autobiografico. Richard
racconta in prima persona come viene in possesso della mappa per la Spiaggia,
dell’incontro con la coppia francese e di tutta l’avventura mettendoci dentro
una buona dose di demoni personali e citazioni della cinematografia di guerra e
dei videogame.
La ricerca della Spiaggia è solo il pretesto un po’
infantile e un po’ immaturo per continuare una vacanza che ristagnava in una
noia infinita, così Richard, Etienne e Françoise affrontano pericoli e
avventure per riuscire nell'impresa. Quello che trovano, però, potrebbe
rivelarsi non proprio la fine ultima delle loro fatiche.
Perché la meta di un viaggio o il risultato di una ricerca
non possono mai considerarsi come una fine di un percorso in termini assoluti ma
solo relativamente a una parte della storia. La Spiaggia è una tappa nella
ricerca infinita di se stessi e del senso della propria esistenza, è un’esperienza
atrocemente educativa e orribilmente formativa per i nostri protagonisti.
La comunità che vive nella Spiaggia è entrata perfettamente
in simbiosi con l’ambiente circostante ma per farlo ha dovuto scendere a
compromessi che non sono facilmente digeribili per chi è vissuto nel mito delle
libertà individuali e ha una profonda fede nel concetto di diritti umani.
Inoltre, questa comunità non vede di buon occhio i nuovi arrivati perché teme di
perdere l’indipendenza dal resto del mondo se la Spiaggia fosse invasa da turisti
da ogni parte del mondo.
In questo passaggio del romanzo ho notato una forte
influenza di Il Signore delle mosche di William Golding con una differenza
inquietante: i bambini descritti da Golding non sanno come gestire il potere e
quindi esagerano per inesperienza, i personaggi inventanti da Garland invece
disimparano velocemente alcuni tratti caratterististici della natura umana come
la pietà e il valore del perdono in nome del potere di rimanere invisibili al
resto del mondo.
E così Richard, Etienne e Françoise si dovranno inserire in
un microcosmo che non ci mette molto a diventare l’ultima fermata verso il
proprio inferno personale.
La Spiaggia per Garland assume lo stesso valore narrativo
che L’isola ha rappresentato per gli sceneggiatori di Lost. E’ il MacGuffin
che tiene insieme la storia: un paradiso che ci mette un attimo a diventare
una bolgia infernale.
Non vi dico altro.
Se siete interessati
questa storia potete
Leggere The Beach – l’ultima spiaggia di Alex Garland,
Bompiani Editore. Lo trovate su Amazon intorno ai 10 euro in formato cartaceo o
in e-book se preferite.
Vedere il film The Beach di Danny Boyle con Leonardo
DiCaprio e Tilda Swinton.
Buona vita a tutti
Ho visto il film e mi piacque anche molto. Ma ricordo che fu un sacco criticato, forse per la presenza di DiCaprio che oggi è da Oscar, e all'epoca gli snobbettini lo consideravano ancora l'attore belloccio che piaceva alle ragazzine.
RispondiEliminaMi sa che ci furono problemi anche con lo sporco lasciato dalla troupe sull'isola...
Moz-
Riguardandolo adesso anche dopo aver letto il romanzo di Garland penso che DiCaprio abbia espresso benissimo il personaggio.
RispondiEliminaE poi ma che figata è la parte in cui sembra un videogioco?