Avete presente la
giornata perfetta?
La giornata perfetta la
riconosci sin da quando metti i piedi giù dal letto e ti accorgi che ti sei
alzato esattamente un minuto prima che suonasse la sveglia senza delirare o
bestemmiare per il sonno; la riconosci quando riesci a scegliere in 5 minuti
quali vestiti indossare e una volta pronto ti senti figo come Mick Jagger sul
palcoscenico di un concerto; quando ti versi il caffè, il primo di una lunga
serie giornaliera, senza farne cadere nemmeno una goccia sulla candida tovaglia
da colazione.
Questi sono esattamente i
particolari che ti fanno acquistare un numero considerevole di punti in
autostima e buonumore e lui, il protagonista della nostra storia, avendoli già
vissuti tutti nella sua prima mezz'ora da sveglio, in quel lunedì di inizio
Marzo, è al massimo del suo splendore quando apre la porta di casa per andare
al lavoro.
Per un mistico effluvio
di vita propria anche il suo iPod vuole contribuire ad allietargli la giornata
così seleziona in maniera del tutto casuale le sue due canzoni preferite,
passando nell'arco di 5 minuti dalle urla strazianti e deliranti dei Led
Zeppelin alle tonalità più delicate dei Radiohead per finire la sua selezione
all'insegna della perfezione in Perfect Day di Lou Reed proprio in prossimità
dell’edicola.
La piccola edicola,
costituita da un unico ambiente rettangolare, sorge all'incrocio esatto
dell’isolato, proprio nel punto in cui confluiscono due marciapiedi, uno che
delimita la strada principale, e l’altro che segna i confini della viuzza in
cui vive il nostro protagonista. Si arriva all'edicola superando un
attraversamento pedonale e dribblando con perizia gli innumerevoli escrementi
che i cani (ma principalmente i loro padroni) hanno deciso di utilizzare per interrompere
la monotonia cromatica del grigio dei mattoncini. Solitamente quella
sottospecie di attività sportiva forzata gli rovina la giornata costringendolo
a prodursi con la prima persona a tiro nell'interpretazione del copione trito e
ritrito sul comune senso civico e, solitamente, il malcapitato spettatore
involontario è il vecchietto che si gode i primi raggi di sole della giornata
proprio a ridosso dell’edicola. L’interno è soffocante anche se la giornata è
piovosa e tutto fa supporre che tra poco verrà giù tanta di quell'acqua da
spegnere le fucine di Efesto, perfettamente in linea con il carattere
capriccioso del clima del periodo.
Lui si mette in fila
godendosi i passaggi musicali di Reed e decidendo nel frattempo quale
quotidiano gli conviene comprare a seconda del libro o del gadget in allegato,
così quasi non si accorge, e che grave perdita sarebbe stata per noi, di quello
che sta succedendo proprio di fronte a lui.
Due distinte signore stanno
parlando della crisi economica e delle vacanze appena trascorse con un cipiglio
da vere arringatrici della folla e lui, messi da parte gli auricolari, non può
far altro che ascoltare, dato il volume della voce; così si sorprende a seguire
involontariamente il filo di un discorso che man mano si sposta tra i vari e
più insulsi argomenti fino a rimanere ancorato su un fatto alquanto curioso.
-
Hai sentito
di quell'affare che devono mettere in Piazza Rododendro? - esordisce la prima.
-
Cosa? La
statua? - risponde l’altra
-
Si, devono
mettere una statua per ricordare un non so cosa, qualcosa che riguarda uno
sconosciuto, non ricordo bene.
-
Io ne ho
sentito parlare di sfuggita, mi pare abbia a che fare con la guerra -
-
Non saprei,
si parlava di qualcosa di ignoto. Ah, ecco, ora ricordo: metteranno una statua
per ricordare il mitile ignoto - sentenzia la più informata.
-
E che è un
mitile? - domanda l’altra.
-
E che ne so?
Mi ero ripromessa di chiederlo al mio portiere ma poi me ne sono dimenticata –
Segue un momento che solo
chi ha avuto a che fare talvolta con gli anziani conosce bene: quella pausa
contemplativa e snervante che serve unicamente a fissare bene in testa gli
argomenti appena trattati, a elaborarli e a partorire il prosieguo della
discussione con rinnovata convinzione; un intervallo di tempo in cui chi non ha
pazienza bastevole è costretto a soffrire nell'attesa che l’altro decida che è
giunto il momento di continuare a parlare e di interrompere così la diabolica
tortura. Dopo un paio di minuti, infatti, arriva la sentenza
-
Bah, sempre
ad usare questi termini difficili, parlassero come mangiano - si lamenta la meno informata.
-
Io sono
curiosa, chiediamo al giovanotto qui dietro - sussurra la prima
-
Dai, non
disturbiamo la gente -
-
Io chiedo -
Così la signora più
intraprendente delle due si volta verso di lui e cercando di attaccare bottone
commenta il clima, si lamenta della fila, e poi, con malcelata noncuranza,
chiede – Senta, posso farle una domanda? – e senza attendere risposta
affermativa – Lei sa cos'è un mitile?
Il ragazzo, che ha
ascoltato tutto e non se la sente di smontare una conversazione così surreale
(neanche Eduardo De Filippo l’avrebbe scritta meglio) chiosa – mi pare che sia
una specie di frutto di mare tipo una cozza –
-
Ah, ecco, mi
sembrava – si sorprende la signora, felice di avere finalmente una risposta.
Poi lo ringrazia per la cortesia e torna a parlare con l’amica, tronfia della
nuova conoscenza acquisita.
-
Il mitile è
la cozza, me l’ha detto il ragazzo. Si vede che è uno che studia. Deve essere
così -
-
Quindi –
cerca di smontarla l’altra – in Piazza Rododendro starebbero dedicando una
statua a una cozza? –
La domanda suscita un
misto di sbigottimento e curiosità sia nel ragazzo che nell'edicolante che ha
capito di trovarsi dinnanzi alla perla di saggezza della giornata. E infatti,
di li a poco proprio di perle si parlerà.
-
E chi lo sa?
Sai come sono quelli del comune, basta che uno scrittore abbia scritto una
storiella divertente e subito gli dedicano statue e strade – incalza la prima
-
Si, ma una
cozza? – fa l’altra
-
Te l’ho
detto, e poi tu sei ignorante, non hai studiato, leggi a malapena. Conosci
Sandokan?
A questo punto sia il
ragazzo che l’edicolante sono completamente rapiti dai risultati del lavorio
mentale dell’anziana signora, sono affascinati dalla limpidezza del
ragionamento ma ancor di più sono sorpresi dal fatto che l’arzilla pensatrice
non abbia mai messo in discussione l’ipotetico, e del tutto assurdo secondo la
sua brillante mente, caso in cui le sue orecchie l’abbiano tradita facendola
scivolare nel più comune dei qui pro quo.
No. Lei è troppo attenta
per essere sta vittima di un qui quo qua.
-
Ma chi, il
macellaio di via Semeria? – interviene candidamente la meno acculturata
-
Ma no,
stupida. E’ il personaggio di un libro di uno scrittore italiano molto famoso –
-
No, non lo
conosco. Tu si? –
-
Certo, io ho
letto il libro –
-
Si ma che
c’entra con la cozza? –
-
Abbi pazienza
che ti spiego. Nel libro si parla di una perla. Ok? –
-
Se lo dici tu
–
-
Lo dico io. E
dove si trovano le perle? –
-
In
gioielleria –
-
Ma no, quelle
sono le perle gioielli, poi ci sono le perle di mare che si trovano dentro le
cozze, cioè nei mitili –
-
E allora? –
E qui l’autrice del
ragionamento galileiano sembra illuminarsi di luce proprio quando risponde
-
E quindi la
statua per il mitile ignoto è dedicata alla storia di Sandokan –
-
Mi pare
strano ma se lo dici tu che hai letto deve essere così..- Sibila tra i denti
l’altra signora, con uno stato d’animo che oscilla tra la traballante
convinzione scaturita dalla spiegazione dell’amica e l’invidia per non essere
stata altrettanto fulminea a dedurre la soluzione del terribile enigma.
Detto questo, le due
sagaci signore acquistano la loro rivista di gossip e si perdono nella
confusione della città lasciando ai fortunati che le hanno ascoltate solo il
ricordo di un processo deduttivo così preciso e infallibile che farebbe
impallidire persino Sherlock Holmes. Del resto, non è stato proprio
l’investigatore inglese a sostenere che eliminando l’assurdo quel che rimane è
la semplice verità?
Fantastico questo tuo racconto :).
RispondiEliminaComunque potrei anche essere io il protagonista: la passeggiata verso l'edicola, gli escrementi, l'anziano davanti all'entrata che si gode il sole, l'interno soffocante...E' la descrizione di un momento quotidiano della mia mattina (estiva).
Grazie. È ispirato a fatti realmente accaduti...
EliminaUn bel racconto divertente per chiudere la giornata ci voleva proprio!
RispondiEliminaIspirato a fatti realmente accaduti... il protagonista eri tu? :D
Che spettacolo trovarsi di fronte a situazioni del genere!
Grazie. Sai, vivendo a Roma situazioni come questa ne vengono fuori tante: si tratta solo di essere al posto giusto al momento giusto
EliminaRoma è una fucina di situazioni limite ...e te le inquadri sagacemente..!
RispondiEliminaMi ci diverto un mondo
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