Ready?...Fight!
C’è differenza tra conoscenza e cultura? In che modo il
sapere le cose è diverso dal saperle utilizzare?
La prima distinzione che mi viene in mente tra il Sapere e
la Cultura classifica il primo come l’insieme delle conoscenze acquisite
attraverso lo studio e l’esperienza mentre la seconda rappresenta l’insieme
delle metodologie con cui “utilizziamo” tutte le conoscenze acquisite nei
ragionamenti, ma soprattutto nell’interpretare la realtà che ci circonda, in cui
viviamo, e prendere così le decisioni opportune.
Tutto molto bello. Tutto troppo bello per essere così
facile.
Se penso a una persona che sa ed è colta immagino
automaticamente qualcuno con cui si può intavolare e portare avanti una
discussione interessante e stimolante, una persona con cui parlerei volentieri.
Invece, ci sono degli esempi che mi portano a ribaltare questa immagine.
Persone che sanno ma che non riescono a comunicare e soprattutto che non usano
il loro sapere nel modo opportuno.
Non che ci siano delle regole scritte, però il teorema tanta
conoscenza=tanta cultura non è dimostrabile.
Ci sono persone che sanno tante cose, altre che ne sanno
abbastanza e altre ancora (le più insopportabili) che sanno qualcosa e con
quelle poche idee molto confuse riescono ad asfissiarmi. D’altra parte è stato
Baricco qualche tempo fa a scrivere che gli uomini usano le idee come armi.
Ed eccoci arrivati al succo del discorso: al netto
dell’intelligenza – dote che facciamo finta sia in possesso di entrambi i
soggetti in esame, giusto per far un discorso completo – una persona che sa un
sacco di cose ma che non riesce a trasmetterle in modo coerente si può definire
colta?
Secondo me no. La cultura è qualcosa che coltivi con
pazienza e non che accumuli con ossessione. La cultura arriva a ondate mentre
accumuli conoscenze ed è rappresentata dai collegamenti che la mente riesce a fare
tra tutte le cose che impari, gli stessi collegamenti che poi le permettono di
muoversi in modo coerente con la realtà. Soprattutto, si può definire colta una
persona che capisce quanto la conoscenza sia limitata e non qualcosa di
infinitamente esteso in tutte le direzioni.
Il matematico
italiano Bruno de Finetti, vissuto nel secolo scorso, aveva interpretato molto
bene le teorie probabilistiche del sapere quando ha concluso che la conoscenza
ha un carattere probabilistico ma è convergente. Se penso che una cosa si
verifichi e poi i fatti dimostrano che si verifica allora la mia conoscenza
risulta rafforzata. In caso contrario ammetto di essermi sbagliato e cambio
idea.
Ecco, io sono convinto che la cultura nasca proprio dal
vedere la limitatezza della conoscenza e dalla pazienza nel coltivare una
conoscenza stratificata in cui le cose che so acquistano valore solo se le so
usare.
Quest’anno probabilmente chiuderò il mio ciclo annuale di
letture con 50 libri letti, il che per me è un record (nel 2019 mi ero fermato
a 42) ma le cose che ho imparato leggendo questi libri, le stanze nuove che ho
creato nel mio palazzo della mente e il modo in cui le ho usate per assecondare
questa ristrutturazione mentale rappresentano il vero valore aggiunto di questo
anno di letture.
Voi che ne pensate? Pensate che Sapere e Cultura siano cose
diverse?
E per ora è tutto gente, buona vita.
Io faccio un ragionamento più terra terra..
RispondiEliminaSapere è un insieme di nozioni: quelle che ad esempio apprendiamo a scuole.
La cultura è invece saper mettere in connessione queste nozioni, saper dare delle proprie valutazioni, formare una propria opinione, creare collegamenti tra i concetti.
Esattamente. E, per la cultura, aggiungerei saper maturare e utilizzare lo spirito critico
EliminaMi piace la distinzione che hai fatto, Mickie.
RispondiEliminaE potrei sottoscriverla: specie quando dici che esiste gente che conosce, ma non sa divulgare.
Il sapere è ciò che sappiamo, la nozione.
La cultura è un bagaglio di esperienze ed esperimenti.
Moz-
C'è differenza tra le due cose.
EliminaPost molto interessante.
RispondiEliminaInnanzitutto complimenti per il record di libri letti, che hai dichiarato ma con umiltà e non con saccenza.
Ecco, spesse volte il sapere va a braccetto con quest'ultima, per quanto molto dipenda anche dalla considerazione che il nostro interlocutore ha di se stesso.
Ti spiego. Leggo poco, per mancanza di tempo, ma riesco a dire la mia quasi in ogni campo, poiché ho una discreta cultura ad ampio spettro.
Purtroppo, però, il mio carattere forte e sicuro mi fa apparire spesso spavalda e, appunto, saccente, agli occhi di chi non ha autostima e teme il confronto.
Questo, ad esempio, non potrebbe accadere con te.
Eppure, chi mi conosce bene, sa che parlo in dialetto con chi non mastica bene l'italiano, proprio per non metterlo a disagio.
Insomma, mi è piaciuta la tua distinzione tra cultura e sapere e vorrei argomentata ulteriormente spiegando che nessuna delle due dovrebbe mai mancare d'umiltà.
Infine, per rispondere alla tua domanda, secondo me la cultura è tutto ciò che concerne il nozionismo, mentre il sapere lo danno le esperienze di vita.
Una sorta di teoria e pratica, capisci? Che te ne pare di questa definizione?
*vorrei argomentarla
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EliminaMolto interessante anche il contenuto del tuo commento. Sulla saccenza sono perfettamente d'accordo con te, anzi credo veramente sia un male endemico di chi ha "troppa" cultura.
EliminaLa tua definizione mi piace, potremmo anche fare una media tra la mia e la tua e dire che se il sapere viene dall'esperienza e la conoscenza dalle nozioni studiate allora la cultura è l'ambito mentale in cui queste due dinamiche trovano una sincronia.
È una cosa che mi capita spesso a lavoro: c'è un ragazzo che ripete a memoria l'enunciato del teorema di Pitagora ma poi lo applica male e sbaglia i conti; una ragazzina invece lo applica benissimo ma non ha imparato la regola quindi non generalizza; in questo caso bisogna mediare per portarli a un livello di conoscenza in cui regola teorica e pratica sono due modi di vedere la stessa cosa. Come dici tu: teoria e pratica, e la cultura nasce da lì
C'è differenza eccome, e tu lo spieghi molto bene. Del resto anche io ne conosco di persone che sanno molte cose ma non riescono ad argomentarle, e, ancora peggio, persone che di cose ne sanno veramente poche e... male.
RispondiEliminaE queste ultime argomentano anche troppo quel poco che sanno
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