BETTER CALL SAUL!




 E PERCHE’ NO?

 

La prima volta che ho scritto qualcosa su Better Call Saul era il 17 dicembre 2018. Un mondo diverso. Un me stesso completamente diverso. E scrivevo queste cose qui.

Oggi non sono d’accordo con quello che ho scritto il quel post particolarmente per un punto: Better Call Saul non è superiore a Breaking Bad, ma questo non vuol dire che sia una brutta serie, anzi.

Forse è meglio se mi spiego con ordine.

Breaking Bad, Better Call Saul e El Camino compongono un universo narrativo unico in cui Vince Gilligan e Peter Gould ci hanno accompagnato negli ultimi 14 anni facendoci entrare e uscire dalle varie parti della storia come un invisibile filo che alla fine ha cucito tutto insieme: dall’ordalia di Walter White alla tregenda che ha sconvolto la vita di Jesse Pinkman, dalla scalata al successo di Jimmi McGill alla caduta di Saul Goodman, dalla ragionata vendetta di Gustavo Fring all’epilogo della carriera di Mike Ehrmantraut. Passando poi per l’evoluzione di personaggi fondamentali come Skyler White, Hank Shrader e Kim Wexler.

Giusto per essere preparato, prima di finire BCS, ho visto per la terza volta BB durante le vacanze e sebbene io rimanga su alcune delle idee che ho espresso in questo post ,che ho scritto a ottobre del 2018, sono comunque riuscito a percepire un altro livello narrativo della serie che è direttamente collegato con BCS: la voglia di riscatto del protagonista.



Tanto Walter White quanto Jimmy McGill sono ottenebrati, ognuno dei due a modo suo, dalla voglia di riscattare la propria condizione, vogliono lasciarsi alle spalle i sensi di colpa per gli errori commessi, ma invece di fare un’analisi di coscienza sulle proprie azioni finiscono per generare un alter ego che può sopportare il peso di quei pensieri. Così vengono alla luce Heisenberg e Saul Goodman.

Mentre il primo, di fatto, entra ed esce dalla vita di Walt a fasi intermittenti creando un caos casuale, pericoloso e incontrollabile, Saul Goodman prende residenza in pianta stabile nella vita di Jimmy, specialmente dopo l’abbandono da parte di Kim, e genera un caos che non sovverte le cose con violenza ma che le avvelena lentamente dall’interno sfruttando le falle del sistema legale e l’inconsistenza dell’etica professionale che se per Jimmy era un problema doloroso per Saul è invece roba quotidiana.

Di fatto il primo a chiamare Saul è stato proprio Jimmy e se questo gli sia convenuto oppure no viene lasciato all’occhio di ogni singolo spettatore e di ogni singola spettatrice dello show.

 


Quello che posso dire io è che BCS è un’ottima serie Tv che riesce a prendersi il giusto tempo della narrazione e che mostra dei personaggi che evolvono al giusto ritmo; per far questo cede un po’ alla meta-narrazione e lascia indietro la spettacolarizzazione ma riesce ugualmente a far arrivare forte il suo messaggio.

 

Il finale della serie poi è una chiusura di grande classe, il giusto finale per una storia che ci ha tenuti per quattordici anni avvinti alle vite e alle scelte di personaggi che hanno fatto la storia della serialità televisiva moderna.


Prima di salutarvi vi consiglierei qualche altra serie che merita la visione:




E adesso è davvero tutto, alla prossima

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