Leviamoci subito il dente: l’accordo tra Netflix e Marvel
per lo streaming di Daredevil si è concluso dopo il 39 esimo episodio della
serie, alla fine della terza stagione, nonostante sia lo show a tema supereroi
con gli ascolti migliori sulla piattaforma. Marvel è da poco stata assorbita da
Disney che ha tutto l’interesse a trasportare gli show più seguiti sulla sua
nuova piattaforma di streaming, quindi, di fatto Matt Murdoch e il suo alter
ego con le corna ci dicono addio. Quantomeno per quanto riguarda il volto che
gli associamo: il bravissimo Charlie Cox che ha così commentato la notizia dopo
settimane di silenzio:
Chiusa la parentesi divulgativa, quello di cui vorrei
parlare in questo post è del perché questo show – a mio avviso – era il
migliore tra quelli presenti su Netflix, perfino migliore del più corale The
Defenders. E per molti aspetti questa serie è anche migliore di parecchi
lungometraggi targati Marvel.
Il film universalmente riconosciuto come il migliore nel Marvel
Cinematic Universe è Avengers: Civil War semplicemente per il fatto che è l’unico
in cui si affrontano le conseguenze dell’avere delle persone con dei poteri
sovannaturali in mezzo alla gente con tutti i pericoli per l’incolumità di
questi ultimi che ciò comporta.
Questo tema viene ripreso bene dalla serie Daredevil.
Matt Murdoch è un’avvocato con una ferrea fibra morale di
giorno ma di notte diventa il diavolo custode di Hell’s Kitchen al prezzo di
fare spesso i conti con la propria coscienza, con il pensiero che le
conseguenze delle proprie decisioni e azioni possano ricadere anche sui propri
amici mettendoli in pericolo. Nelle quattro stagioni in cui è presente,
aggiungendo anche The Defenders, Matt comincia a capire che il suo vero nemico
non è Wilson Fisk ma le conseguenze di quello che Fisk lo porterà a fare.
E in quest’ottica la scrittura del personaggio di Wilson
Fisk – interpretato da un fantastico Vincent D’Onofrio – è perfetta. Il boss
del crimine è freddo, calcolatore ed estremamente intelligente, non avrà poteri
particolari ma sa sempre essere almeno cinque passi avanti rispetto a Matt. Qualsiasi
azione è stata prevista ed inquadrata in un disegno più ampio, anche il minimo
particolare gioca a favore della riuscita del piano di conquista del potere.
Da questa situazione ingarbugliata e senza via d’uscita la
differenza la può fare solo una decisione di rottura: spezzare il cerchio della
violenza e agire come l’avvocato Matt Murdoch piuttosto che come Daredevil.
Nella terza stagione, infatti, Matt si strapperà di dosso l’immagine
che lui stesso ha creato tornando ad agire nell'ombra e nell'anonimato, non lo
vedremo mai con la tuta rossa del diavolo ma sempre – in un contrasto cromatico
opportunamente evocativo – vestito di nero a rappresentare un’oblio mentale in
cui il nostro eroe è stato spinto dall'odio per le azioni di Fisk; oblio dal
quale dovrà forzatamente emergere per vincere nel modo più corretto e accettabile
per la propria coscienza.
Dunque, di solito questo sarebbe il momento delle considerazioni
finali. A me dispiace molto di non vedere più Charlie Cox e Vincent D’Onofrio
nei panni di eroe e sua nemesi, mi dispiace che la serie si sia interrotta in
questo modo estremamente “commerciale” e a causa di interessi economici. Sento
come se un caro amico del passato – quella Disney che ha scandito le mie ore
davanti ai cartoni animati e ai fumetti nella mia infanzia – mi abbia tradito.
Me ne farò e ce ne faremo una ragione e nell'attesa di ciò
Buona vita a tutti
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